Di Franco De Luca
bollicine.gifScena da un matrimonio: “Sommelier, si può avere un prosecchino?”, “guardi, il prosecchino non esiste, tutt’al più un Prosecco, comunque posso offrirle un Dom Perignon Vintage millesimato del 1999, scusi la precisazione ma, veda, anche per valorizzare la scelta degli sposi che han deciso di offrire ai propri ospiti un prodotto di livello decisamente superiore…”, “ah, bene, è bello saperne di più, grazie, nel frattempo però si è unita mia moglie, allora per favore due prosecchini!”, a quel punto al povero sommelier non resta che sfoggiare il migliore sorriso di plastica e concludere: “benissimo, un prosecchino alla signora ed un prosecchino a lei, evviva il prosecchino!”. Ma cosa è il prosecchino? Cosa devo darti, ne devo mettere di meno nel bicchiere? Devo prendere la bottiglia da un quarto? È forse il prosecco che viene male, è quello che fanno i bambini? Insomma che cavolo è? Per rispondere a questa e ad altri interessanti e frequenti questiti a cui siamo sottoposti di volta in volta, almeno per quanto riguarda le bollicine abbiamo pensato ad una festa di fine estate un po’ diversa dagli altri eventi AIS che hanno caratterizzato la stagione… volevamo un incontro meno formale, senza degustazioni, assolutamente non accademico, dove ognuno dei partecipanti avesse avuto la possibilità di vestire comodamente, di bere quel che voleva, quanto ne voleva, magari di servirsi da solo, senza dover per forza chiedere nulla a nessuno e senza sentirsi troppo in colpa nell’“apprezzare” tutte e 27 le tipologie di “prosecchini” proposte… con beneplacito della questura e dei carabinieri che a quanto pare la sera di venerdì 25 luglio, con nostra grande fortuna, facevano servizio altrove Abbiamo pensato che una volta tanto si poteva anche vivere il vino con maggior leggerezza senza però trascurare la qualità. I vini presenti erano importanti, nei banchi di degustazione aperti si potevano apprezzare grandi etichette dal “Prestige” di Cà del Bosco alla Passerina spumantizzata di Velenosi, dal Dubl rosè di Feudi all’eccezionale Monterossa, per non parlare del chiosco dedicato agli champagne dove c’erano case prestigiosissime (tra le migliori in assoluto) e distillati di gran spessore, e poi i sigari, le ostriche bretoni noblesse (che erano tantissime e buonissime), la mozzarella di Di Costanzo (una delizia per cui ogni commento sarebbe superfluo), la culata veneta e la straordinaria pasta e fagioli con le cozze del Fusaro che qualcuno ha simpaticamente ridefinito “pasta e fagioli con le cozze fujute nel Fusaro” ma vi dico che non erano poche, semplicemente timide e ben nascoste nei tubettoni Il successo tuttavia non era annunciato, si trattava comunque di una formula nuova (in realtà per questa delegazione ogni formula è nuova), ma la partecipazione è stata superiore alle aspettative per essere una giornata di fine luglio, quando cioè molti sono in vacanza (a loro va il nostro fregatevi, siamo stati benissimo!!!) Abbiamo contato circa 170-180 partecipanti (per la questura molti di meno), ma probabilmente eravamo davvero molti di più… Alla fine della serata, Tommaso, Fabrizio Alessandro, Massimo ed io ci siamo guardati e telepaticamente ci siamo trasmessi la stessa domanda: “ci siamo riusciti?”, qualcuno ha affermato: “deve essere andata bene, li vedevo andar via tutti contenti”, ma questo sappiamo non fare testo, con tutte le bollicine che si sono bevuti che volevi, che piangessero? Io però credo sia andata bene, il clima sereno, le chiacchierate sotto il cielo stellato come difficilmente si riesce a vedere dalle nostre parti, l’effetto benefico dell’alcol (quando è in dosi minime) che ti rende simpatico chiunque, ma proprio chiunque, mi fanno pensare che si sia alla fine riuscita a creare quell’armonia che era nelle nostre intenzioni… del resto un plauso speciale va alla struttura, un piccola perla fra le colline del fusaro che purtroppo pochi hanno sfruttato pienamente, solo alcuni dei partecipanti hanno infatti approfittato delle piscine e della sauna gentilmente messa a disposizione dalla direzione del complesso “Baia Terme”, che è stata una bellissima sorpresa per tutti noi… Noi comunque ci abbiamo provato, abbiamo provato a fornire un’alternativa, a coinvolgere persone che non sono del mondo del vino, quelli che cercano i prosecchini e che magari la prossima volta diranno “se non è vintage non lo voglio nemmeno assaggiare” o qualcosa del genere, abbiamo insomma provato ad allargare il ventaglio delle opportunità che una delegazione dovrebbe poter sempre offrire ai propri associati, ad accostare ad eventi rinomati e sicuramente più “sontuosi” un evento più “popolare” anche in relazione alla quota di partecipazione, anzi soprattutto alla quota di partecipazione… di sicuro si può fare di meglio, lo sappiamo bene, e noi proveremo a farlo. Grazie a tutti, infine, in particolare a chi questo evento lo ha reso possibile, in primis Fabrizio Erbaggio, vice delegato AIS di Napoli che ha fortemente voluto ed organizzato l’evento quasi tutto da solo e poi anche al resto dei sommelier, quelli che fan parte della delegazione ma anche tutti quelli che hanno aderito come partecipanti e che non si tirano mai indietro quando si presenta la possibilità di stare insieme… infine un grazie speciale a Giorgio e Sofia che si sono immolati per consentire la buona riuscita del tutto… La cosa che personalmente porto con me a casa da questa esperienza è che la prudenza ha bisogno dell’audacia e viceversa… se le cose funzionano vuol dire che erano presenti tutt’e due, come nel buon vino, vince e vincerà sempre l’equilibrio!