Di Michela Guadagno

Prefazione: Dopo aver macinato tanti e tanti chilometri sfidando gli effetti devastanti del caro petrolio a Michela spetta di diritto, sia pure in versione vintage, la “maglia rosa” della delegazione…(T.L.)Ho promesso a Tommaso che alla fine del mio girovagare per il mio agosto in Campania gli avrei fatto un resoconto dettagliato. C’è chi è stato in Sardegna, chi in Sicilia, o in Puglia, o magari in Grecia o in Croazia, io me ne sono stata nella mia terra, in giro a trovare amici, alla guida della mia “buattella”, piccola auto, grande cuore. Ho percorso chilometri in un viaggio insolito, e ve lo voglio raccontare. Non interesserà proprio a tutti tutti, ma condividere è quello che provo a fare, e magari qualche spunto per riflettere viene fuori. Il fatto è che avevo iniziato una specie di diario di bordo, da aggiornare data per data ogni volta al mio rientro, e purtroppo oggi (28 agosto, nda) uno sbalzo di energia elettrica mi spegne il computer-carretta, e così ho perso le mie note di viaggio scritte in precedenza. Poco male, ci riprovo un’altra volta, forse il racconto diventa anche più discorsivo. Comincio dal… 3, a Castellammare di Stabia sono ospite di Rita Abbagnale all’hotel Villa Serena. La sera siamo ad Agerola, c’è la festa del fiordilatte, Fiordifesta agerolese, manifestazione che vede al centro della località incastonata tra i Monti Lattari la celebrazione del prodotto da latte fresco vaccino, a contendere la palma dei sapori alla più nota mozzarella di bufala. A tal proposito (e giusto per non vanificare il diploma di assaggiatore onaf acquisito a inizio estate), la sera dopo all’Excelsior Vittoria di Sorrento c’è la presentazione del libro “Sorrisi di latte”, una favola sulla mozzarella voluta da Rosanna Marziale, e nella cornice dell’agrumeto dell’hotel una festosa cena a base del formaggio fresco a pasta filata da latte bufalino con variazioni sul tema (mi chiedo se è proprio necessario “sifonare” la mozzarella, ma è questione di gusti personali) con Livia Iaccarino, Francesco Aiello, Laura Gambacorta, Francesco Martusciello con Gaia, e i primi sommelier della Campania non professionisti del 2007 e 2008, Giovanni Aiuolo ed Elvira Coppola. In mattinata, per ricordarmi che il vino rimane sempre il primo motore, ero stata a visitare l’enoteca di Francesco Di Leva in quel di Gragnano, un vero paradiso per gourmet dove trovare l’introvabile. Torno a Napoli, la sera vado a cena da Gianni Lotti e Francesco Parrella della Taverna d’o ‘re, e aspettando i giorni del Lacryma Christi ad Ottaviano, bevo e degusto il Lacryma Christi del Vesuvio rosato 2007 di Francesco Saviano. In controetichetta leggo e riporto testualmente “La leggenda del Lacryma Christi. Nell’epoca in cui Lucifero fu scacciato dal cielo, portò con sè un pezzo di Paradiso per creare un suo piccolo regno sulla terra. Questo pezzo cadde nella baia di Napoli e a seguito di tale caduta si creò un vulcano : il Vesuvio. Le bellezze celesti erano tutte là, e Cristo, quando andò sulla terra, passò da questo posto così bello. Egli era molto triste perchè Satana gli aveva preso il pezzo più bello del Paradiso, e per questo motivo pianse e le sue lacrime diedero la nascita ad una vite che moliplicata dalle genti del luogo produsse il migliore vino del mondo, il Lacryma Christi del Vesuvio”. Sapete bene che quando passo in autostrada nel tratto tra Torre del Greco e Torre Annunziata mi incanto a guardare “quel” punto di paradiso, a sinistra il Vesuvio con le ginestre che in questo periodo dell’anno spiccano di giallo sulla lava di terra nera e a destra Capri, Punta Campanella, Sorrento e il Monte Faito, ben visibili nella luce tersa d’estate. Il pensiero è automatico, e penso che dovunque si vada a trascorrere le ben meritate vacanze, siamo consapevoli di abitare tra i luoghi più belli del mondo? Laura Gambacorta mi propone per mercoledì 6 a Montechiaro una serata di degustazione di prodotti tipici presso il frantoio oleario di Nicola Ferraro, con vista mozzafiato sul golfo di Napoli, dove aspettiamo invano di vedere il raggio verde. Pazienza, ci “accontentiamo” del rosso del tramonto e del blu del cielo stellato…, lo sapete che ho un debole per i colori della penisola sorrentina. E infatti, il giorno dopo riparto per Sorrento, qualche giorno di mare a rinvenire la tintarella, e incontro Pino Savoia per i dettagli su un prossimo Simposio che non svelo per non rovinare l’effetto sopresa. Il 10 agosto cena sotto le stelle a S. Angelo all’Esca, all’agriturismo della Tenuta Cavalier Pepe, con i vini di Milena Pepe e l’infaticabile energia di Giulia Cannada Bartoli. Vi dico semplicemente che il posto è stupendo, una collina affacciata sulla valle circondata dai vigneti dell’Irpinia. Anche qui, il tramonto spara i suoi colori di luce. Stelle cadenti non se ne vedono, ma astri nascenti. Monica Piscitelli con Enrico ci sorprendono… a sorpresa!, passiamo una divertente serata di chiacchiere e simpatia tra amiche. A mezzanotte Emilio Di Placido e Federico Struzziero ci raggiungono da Montefusco, al Carcere Borbonico c’era in contemporanea un’altra manifestazione per Calici di stelle presieduta da Daniela Mastroberardino. Ahimè, l’ubiquità ancora non l’ho ottenuta, ma ne ho fatto richiesta. Ci fermiamo per un caffè al wine bar di Oreste a Taurasi, prima di rientrare a Napoli ore 4 del mattino. Il giorno 11 direzione S. Maria di Castellabate dove mi attende un’amica che mi ospita per un paio di giorni, i colori del mare del Cilento sono proprio quelli delle etichette dell’azienda Agricola S. Giovanni, avete presente il fiano Tresinus? La sera a Cicerale la presentazione del libro di Giovanna Voria “Cucinare con i ceci” opera prima con 200 ricette a base di ceci (tante più o meno le portate che una sera memorabile Giovanna preparò nel suo agriturismo Corbella ospiti di Luciano Pignataro), è l’occasione per un incontro in allegria con Maristella, Maria, Donatella, Annarita. La sera dopo, rientrando verso Napoli, mi fermo a Battipaglia a “La fabbrica dei sapori” per salutare Novella Talamo e Cosimo Mogavero, ma Novella è a Berlino e Cosimo è uscito, pazienza, mangio una pizza con farina integrale e lascio i miei saluti. Il 13 agosto a Taurasi c’è la fiera enologica, è il decimo anno, e tocca a me l’onore di “aprire le danze” (la fama di ballerina è arrivata anche qui) con la degustazione guidata del Taurasi Latorella 1999, Don Ciriaco 2003 di Mier e la Riserva 2001 di Antica Hirpinia. Ma di questo vi ha già ampiamente descritto Franco De Luca nel suo pezzo (qui). Quello che voglio aggiungere personalmente è che l’ospitalità ricevuta

1) da Alessandro Barletta nel suo B&B veramente delizioso, come la cantina dove conserva i magnum “del cuore” e quella di degustazione dove mi aspetto di ritornare (viste le foto con Franco, Pasquale, Marina, e Liliana, manco io);
2) da Emilio Di Placido che mi porta in giro a visitare i vigneti di Alessandro Caggiano (da fotografare l’albero di gelso con i rami protesi a formare una capanna), di Sandro Lonardo e per ultima chicca il vigneto di GMG Vinicola Taurasi, un paradiso sul crinale di una collina pettinata dai filari, merita un approfondimento, delegato, a buon intenditor;
3) e da Federico Struzziero mio vero amico;

è stata degna di una regina, non merito tanto, e li ringrazio da qui per la loro stima.
Giovedì 14 saluto i miei amici e proseguo per Rivisondoli, lo so che è in Abruzzo e non in Campania, ma si dice Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi? il Ferragosto anche! In quei giorni vado ad abbracciare l’enfant prodige Niko Romito del ristorante Reale (quando si dice l’ho visto nascere è proprio letterale, me lo ricordo in carrozzina, io però ero appena adolescente…), e apprendo che il suo sommelier in sala, Gianni, è campione AIS d’Abruzzo 2008 e andrà a contendere il titolo nazionale a Catania al nostro campione professionista 2008 Angelo Di Costanzo, in bocca al lupo a tutti e due!! Dopo una notte insonne a cercare le chiavi della mia macchina perdute durante il concerto di Ron, un sant’uomo mi accompagna a casa, a Napoli, a prendere i doppioni e ritorno (esiste ancora la disponibilità umana, ma chi l’avrebbe fatto? gratitudine a vita), dormo un paio d’ore e riparto il 18 per S.Agata sui due Golfi. L’agriturismo Villa Caprile di Gigi Di Fiore è in linea d’aria di fronte al Monte S. Costanzo che domina Punta Campanella, a sinistra si vedono i 3 Gobbi del promontorio sovrastante la baia di Ieranto, e a destra si intravede il Monte Solaro di Capri. Quando arrivo all’ora del tramonto un sole di fuoco sta tuffandosi nel mare tra Ischia e Procida, una vista spettacolare. Gigi mi fa visitare la villa, accogliente, mi racconta dei 180 alberi di olivo cultivar minucciola come è da queste parti, e della sua intenzione di fare la vendemmia, io mi prenoto!, e ceno con lui ai bordi della piscina sotto le stelle di un cielo che mi ricorda le sere d’estate dell’infanzia, quando le mie vacanze erano stanziali in questi luoghi. Per questo mi sento a casa. Sulla via del ritorno mi fermo a salutare Pino Savoia in quell’altro scenario unico al mondo del Relais Blu, incantevole terrazza davanti al luccichio di Capri by night. Osservo l’aplomb di Pino mentre propone un rosso a un tavolo, con l’occhio lungo riconosco l’etichetta di Terre del Principe, è Ambruco o Castello delle Femmine? Centomoggia, mi dirà il maestro. Mi offre un bourbon adatto a me, giusto una goccia, devo guidare, finalmente stanotte dormo nel mio letto.
Il giorno 19 pausa, anzi no, la sera una bella zuppa di cozze in un ristorante di Piazza Càvour (come dicono i napoletani che mettono l’accento sulla a dimenticando che Cavour era il piemontese che inventò il Barolo, e che poi abbia fatto l’unità d’Italia diventa secondario), e un Greco di Tufo dei Feudi di S. Gregorio (per riguardo ad Alessandro Palmieri) mi riconciliano con l’inconciliabile.Il 20 agosto torno a Surriento per un bagno con le amiche sorrentine, e la sera mi ritrovo a mangiare il panuozzo di Gragnano, però è buono!Il giorno 21 telefono a un’amica in vacanza a Castelvolturno, vado a farmi un bagno da lei, con la figlia, il genero e la nipotina di 2 mesi. Questa piccola bimbetta, Giorgia Paola, è “la rivoltina” che ha fatto la gioia del nonno Paolo Cotroneo, giusto per rimanere in tema enofilo.Il 22 devo ritornare a casa, la mattina ricevo una telefonata che una donna aspetta da quando riceve un telefono cellulare, un piccolo miracolo la continuità, vale un pellegrinaggio al Santuario di Pompei.E siamo agli sgoccioli, l’estate sta finendo, ma non finisce qui. La domenica ritorno a Rivisondoli, tra qualche giorno cade il compleanno del paterno genitore, e finanziatore, e la famiglia si riunisce. Un pomeriggio scendo di casa e, toh, guarda chi c’è? a passo “di danza” Luigi Cremona e Lorenza Vitali, l’unico non infreddolito è Medoc, il barboncino. Niente tarantella, stavolta, sono qui a cena da Niko. Ma c’è un altro Romito ristoratore che vale la pena di conoscere, Attilio del ristorante La Rua, cucina territoriale di qualità (mitiche le tacconelle, ogni anno le prendo per devozione, è un piatto di pasta fresca con fagioli e scarole) e carta dei vini all’altezza, una lista di Montepulciano interessanti.Il 29 agosto ho un appuntamento da non perdere a Castelvenere, ci incontriamo con gli amici degustatori di vini buoni: Pasquale Carlo, Vittorio Guerrazzi, Giulia Cannada, Gaspare Pellecchia, Maristella Di Martino, Mario Sanza, manca Monica Piscitelli, al sole della Grecia, e Laura Gambacorta, trattenuta a Napoli. L’occasione è: la Festa del Vino, la degustazione coperta di Coda di volpe, Piedirosso e Barbera del Sannio, la tavola rotonda condotta da Luciano Pignataro e Nicola Matarazzo con i produttori; vi bastano come motivi sufficienti a fare una “corsa” lungo la Fondo Valle Isclero? Correre si fa per dire, la mia guida è al di sotto degli 80 km/h del limite, la sera della cena di Natale a Torre Gaia presi una multa per eccesso di velocità (a me!? eppure è successo…). A pranzo siamo da Krèsios di Giuseppe Iannotti, un suggerimento per tutti, andate a trovarlo. Assaggiamo un caciocavallo di Castelfranco in Miscano da memoria, ravioli rosati dalla buccia di mela annurca, piccione in crosta, annaffiati da Agostinella, Barbera del Sannio, e Grillo siciliano portato da Giulia. Il locale è suddiviso in 3 sale: Bacco, dove pranziamo, Tabacco, dove si può fumare! con selezione di sigari e distillati, e Venere, una cantina nella roccia sottostante con affreschi. La sera aprono gli stand, oltre ai vini gli oli da Ortice, Ortolana, Racioppella, e la carne del Vitellone bianco dell’Appennino centrale Razza Marchigiana. Da Nicola Venditti l’appuntamento con la vendemmia notturna coincide con il suo compleanno, io ci vado!
Intanto in una maratona da crampo dello scrivano ho recuperato, oggi 30 agosto, il racconto che avevo perso, mi manca giusto il Fiano Music Festival di Aiello del Sabato, adesso salvo e chiudo il computer, vado a prendere il delegato. Arriviamo in anticipo per salutare il Presidente e lo troviamo nel suo ufficio, ci porta al bar Al Cielo Azzurro dove Tommaso si fa prendere dalla voglia di gelato: degustazione al cucchiaio di gelati di fico, di cubano, di pistacchio, di funghi porcini, di cioccolato al peperoncino, provare per credere. E poi (nella sala disturbata dal volo indesiderato di un calabrone), degustazione guidata da un irresistibile Giovanni Ascione su quattro Fiano annata 2003, la più calda e la prima DOCG, stupisce la mineralità e la bevibilità delle bottiglie dopo 5 anni, quando si dice un grande vitigno. Per non far torto a nessuno, i vini offerti dalla cantina personale di Raffaele Del Franco sono di Villa Raiano, Fratelli Urciuolo (quello che mi è piaciuto di più), Radici di Mastroberardino e Colli di Lapio di Clelia Romano. A seguire, con Maurizio Paolillo e Raffaele Troise, Giovanni, Tommaso e Lello ci buttiamo nella mischia: la frazione Tavernola ospita la manifestazione, se non ci siete stati scoprirete un borgo di palazzi antichi nobiliari, viottoli curati e case private, una folla di persone ad assaggiare fiano, formaggi e tartufi. Un vero successo! Adesso però non dite che faccio come Emilio Fede quando parla di Berlusconi, andate a verificare di persona, i Del Franco brothers sono proprio bravi! Anche il papà Pietro, è lui che cucina per tutti cavatelli al sugo “a non so che” e spezzatino con legumi. Torniamo al bar per il bicchiere della staffa, pardon, una coppa di gelato, e a domani. Ultimo giorno di questo diario di viaggio, domenica 31 agosto. La mattina torno a Castelvenere, c’è il convegno “Il paesaggio nel piano regolatore delle Città del Vino”, con Paolo Benvenuti, Luciano Pignataro, Sandro Tacinelli. Dopo il convegno un salto a S. Lorenzello per una visita lampo all’azienda La Canc’llera, con Luciano e Pasquale Carlo, proviamo un Solopaca interessante, e un aglianico, “Grotte di Futa”. Per pranzo a Castelvenere ci raggiungono Angelo Di Costanzo con Lilli, reduci dal Matrimonio dell’Anno (un mondo di auguri a Luigi Avallone e Imma Innocente, voglio i confetti…) e a tavola assaggiamo tutti i vini della manifestazione che si conclude oggi, su bistecche di Razza Marchigiana alte almeno tre dita, cottura al sangue. Dopo un paio di caffè, salutiamo i nostri ospiti, personalmente ringrazio per l’affettuosa accoglienza, e partiamo alla volta di Aiello del Sabato, rincorro la macchina di Luciano e Annarita tra le colline Sannite, a destra e a sinistra dell’asfalto distese di vigne, sembra la Borgogna. Ci seguono Angelo e Lilli, niente autostrada, l’Irpinia l’attraversiamo per la Statale, anche qui i noti bei paesaggi vitati. Si arriva ad Aiello e sosta Al Cielo Azzurro per la ormai consueta degustazione di gelati al cucchiaio (a proposito, la battuta di Antonio: “è arrivata Michela, il Cielo si è rannuvolato” mi fa ridere di gusto). Raggiungiamo la sala per la degustazione guidata da Paolo De Cristofaro, prima però un rapido giro a salutare gli amici impegnati nei banchi d’assaggio, Vito Abate, Adriana Amodio, Rosanna Struzziero, Jasmine Galasso, Mimmo Tirelli, Gaetano Esposito, cercando invano Federico Struzziero che so essere qui, ma non lo trovo, lascio i saluti per lui ad Angelo Maglio. La degustazione prevede 5 fiano dell’annata 2004, piu fresca ed eguilibrata della 2003 degustata ieri (almeno sulla carta). Conducono Paolo e Luciano, con interventi a richiesta di Maurizio Paolillo, Vittorio Guerrazzi, Sabino Della Sala, Angelo Di Costanzo. I fiano, serviti da Emilio Di Placido: Pietramara I Favati, Colli di Lapio Clelia Romano, Pietracupa, Ciro Picariello, Guido Marsella. Emergono le differenze, le “sottozone del fiano” si sentono al naso e in bocca, cinque vini cinque emozioni diverse. Conclusa la degustazione, i saluti finali al bar con un bicchiere di riesling austriaco, perdonatemi, l’ora tarda mi fa dimenticare di annotare l’etichetta. E ritorno a casa.Ho trascorso un’agosto indimenticabile, a mietere a piene mani solidarietà, affetto, stima e amicizia, a tendere la mano al prossimo e riceverne il calore, è stata una magnifica estate. E l’amore? Beh, in un’apparizione fugace da missione impossibile si è fatto rivedere, e io ho composto un sonetto autoironico e autoironizzante, consentitemi di condividerlo con voi:
Riparte Michela,
come Penelope tesse la tela
per un Ulisse che più non tornò,
uccel di bosco il mio cuore spezzò.

Siete pronti per il prossimo autunno? Con tutto il bene che vi voglio, buon rientro a tutti!