Di Salvatore Landolfo
Lunedì 11 maggio 2009 a Napoli presso l’Hotel Ramada si è tenuto l’”HERES DAY” magistralmente organizzato dall’ AIS Napoli con la collaborazione dell’ AIS Campania.
La giornata oltre all’assaggio di tutti i prodotti enogastronomici distribuiti dalla società HERES prevedeva interessantissimi laboratori di degustazione. Ho iniziato la giornata degustando gli champagne delle aziende “Milan”, “Fleury Pere e Fils” e “Corbon” e dei bianchi. Purtroppo per impegni personali ho potuto partecipare solo al primo laboratorio denominato ”…Bianchi che hanno fatto la storia… “ che come indicato dagli organizzatori sono “ vini che alla loro uscita hanno significato un punto di rottura con la tradizione e che con gli anni sono diventati un classico del proprio territorio “. Tali prodotti presentati direttamente dagli stessi produttori sono stati scelti tra le loro annate più significative ed in ordine di degustazione sono stati: Bastianich – Vespa Bianco 2004, Nossing – Kerner 2006, Falkenstein – Riesling 2005, Querciabella – Batar 1998.
Il primo campione si presentava al naso floreale e fruttato di agrumi, minerale con un fondo mielato al gusto sapido palesa una notevole persistenza e struttura è un vino che può tranquillamente essere degustato anche tra 5 anni e più. Il produttore ci racconta questo vino il vespa bianco ottenuto da uve Chardonnay (45%), Sauvignon (45%), Picolit (10%). Il solo picolit vendemmiato tardivamente, inoltre particolare il tipo di vinificazione separata per le varie tipologie e le prime due vengono fatte fermentare per il 50% in acciaio e per il 50% in legno mentre il picolit in tonneaux da 500 litri e dopo la vinificazione sostano circa un anno sulle fecce ed una volta assemblati un anno e mezzo in bottiglia.
Il secondo campione proveniente dalla Val D’Isarco si presenta al naso con sentori erbacei (muschio), Floreale (ginestra, ciclamino), al gusto minerale e fresco il produttore ci spiega che il suo Kerner viene vinificato solo in acciaio altrimenti i suoi vini diventerebbero troppo morbidi per il buon supporto di alcool che verrebbe oltremodo evidenziato con l’utilizzo del legno.
Il terzo campione proveniente dalla Val Venosta si presenta all’occhio molto carico al naso immediatamente minerale di pietra focaia con sentori di idrocarburi e col passare del tempo di frutta matura e secca al gusto avvolgente sullo stile dei Riesling della Mosella la fermentazione di questo vino viene effettuata in legno senza compiere travasi, il vino servito in bottiglia renana o alsaziana da 1,5 litri. Il produttore dice che i propri vigneti hanno un intensità d’impianto tra i 9000 e gli 11000 ceppi per ettaro e che gli stessi si trovano tra i 600 ed i 900 metri s.l.m. in un terreno sabbioso ed essi sono stati impiantati all’inizio degli anni ’90.
Il quarto campione il più invecchiato (annata 1998) ottenuto nelle terre del Chianti a sud di Firenze ottenuto da un blend di uve Pinot bianco e Chardonnay al 50%, dal colore giallo ambrato al naso aromi di mele mature e spezie in particolare vaniglia miele e burro al sapore emerge il legno ed il fruttato maturo con una banana in splendida evidenza.
Quattro vini emozionanti ognuno con forte legame al territorio che mostrano l’ottimo lavoro in cantina dei produttori i quali ci hanno regalato un’eccellente momento degustativo.Per concludere la visita ho degustato le birre dell’azienda BRUTON interessanti, tutti i prodotti dell’azienda possono essere visionati sul sito www.bruton.it  giornata erano presenti gli amici Eulalia e Manuel dell’azienda agrituristica “Le Campestre” presidio Slow Food per il “Conciato Romano”.

Foto di Monica Piscitelli