Di Alessandro Marra (inviato meneghino di Ais Napoli…)

Non potete immaginare, o forse sì, quanto mi costi ammetterlo: ci sono volte che vivere all’ombra della madunina è proprio una fortuna! Valga come esempio il banco d’assaggio dei vini d’Alsazia che si svolge ogni anno al Gallia, qui a Milano.La data del 29 marzo me l’ero segnata in rosso. Alle 15.15 in punto ero già appostato all’ingresso della sala Donizetti, un quarto d’ora prima dell’inizio del seminario di approfondimento. Nonostante ne fossi a conoscenza già da un po’ non ero riuscito a prenotare: i posti disponibili, come da copione, erano tutti esauriti già da un pezzo. Alla fine, complici alcuni forfait dell’ultimo minuto, guadagnavo posto anch’io in sala. Com’era quella frase di Virgilio?! «Fortuna iuvat audaces»?! Yeees!Piccola lingua di terra al confine con la Germania e terra contesa protagonista di ripetuti passaggi di mano sino al secondo dopoguerra, l’Alsazia vanta 3 appellations d’origine. L’AOC Alsace rappresenta il 74% della produzione; seguono, nell’ordine, l’AOC Cremant d’Alsace (un metodo classico con 12 mesi circa di fermentazione sur lies ottenuto da uve pinot blanc, auxerrois, riesling, pinot gris, pinot noir e chardonnay) e l’AOC Alsace Grand Cru con i suoi 51 crus (tra cui Zinkoepflé, Schlossber, Steinert, Kanzlerberg e Rangen), a partire da uve riesling, pinot gris, muscat d’alsace e gewurztraminer, che rappresenta soltanto il 4% della produzione. Per le AOC Alsace e Alsace Grand Cru sono previste anche le tipologie Vendanges Tardives e Sélection de Grains Nobles.Il clima della regione è fortemente caratterizzato dalla presenza della catena montuosa dei Vogesernes che funge da barriera di protezione dai venti freddi e dalle piogge dell’Atlantico. La sommità delle colline è a bosco. La poca acqua di vegetazione e le forti escursioni termiche – l’Alsazia è la regione della Francia dove piove meno (500 mm/anno) e anche la più fredda d’inverno – favoriscono una grande concentrazione aromatica. I terreni, prevalentemente esposti a est, hanno una composizione variabile: più minerali e calcareo-marnosi ai pendii dei Vogesernes, calcareo-pietrosi in collina e sabbioso-argillosi in pianura.Seminario a parte (potete leggere qui il resoconto), il poco tempo rimastomi l’ho sfruttato per conoscere i vini di due aziende a me sconosciute, una rappresentativa dell’Haut-Rhin e, per la par condicio, una del Bas-Rhin.

Di Seppi Landmann, azienda in quel di Soultzmatt, me ne aveva già parlato a mezzo 2.0 il buon Stefano Ghisletta di Nonsolodivino. Le uve utilizzate per il Riesling 2008 Vallée Noble Sigille Confrérie Saint Etienne provengono dalla parte inferiore del vigneto grand cru “Zinnkoepflé”. Gli eleganti odori citrini vengono fuori lentamente dopo il timido approccio iniziale e vanno a fondersi con le note aromatiche e minerali. È secco, straordinariamente rispondente, rimane in bocca un bel po’.L’incidenza del terroir è particolarmente evidente nel Grand Cru “Zinnkoepflé” Riesling 2008: anche lui un po’ abbottonato all’inizio, mostra ben presto un’innata eleganza tradotta in sensazioni minerali che si sovrappongono alla traccia fruttata di pompelmo. Secco, sempre, e pure coerente. Grande allungo.
Nel Pinot Gris 2007 Vallée Noble le note fruttate sembrano avere una diversa incidenza, al momento, rispetto ai prevalenti sentori minerali. Ha un fare esotico, è amabile (il residuo è tra i 20 e i 25 gr/l) e sempre lungo.
Spettacoloso il Grand Cru Zinnkoepflé Pinot Gris 2002, senza dubbio il più emozionante assaggio della serata. Colore dorato e primo naso intenso che svela poco a poco un’eccezionale complessità dei profumi, dai sentori idrocarburici a quelli di miele, dai fichi secchi fino alle più fresche e inaspettate note erbacee. Amabile, denso, appunto emozionante.
Il Gewurztraminer 2008 Vallée Noble mostra sentori varietali ben definiti di frutto della passione e di spezie con una nota floreale sullo sfondo. È secco, perlopiù minerale, di ottima persistenza.Molto soddisfacente è stato pure l’assaggio del Grand Cru Zinnkoepflé Gewurztraminer 1998 Vendanges Tardives, dal bellissimo e lucente colore dorato e dalle intense sfumature di albicocca matura, miele ed erbe officinali. Denso, succoso e ricco, mai noioso grazie alla componente salino-minerale, perfettamente rispondente ed eccezionale quanto a persistenza. Il Domaine Ruff Daniel si trova, invece, nella parte più a nord della regione (Bas-Rhin), precisamente a Heiligenstein, piccolo villaggio che da’ il nome all’appellation “Klevener de Heiligenstein”, la cui area di produzione è ristretta anche a parte dei territori amministrativi dei comuni di Bourgheim, Gertwiller, Goxwiller e Obernai. I terreni, in questa zona, sono particolarmente poveri e asciutti, perlopiù ciottolosi, sabbiosi e argillosi, esposti a sud/sud-est ad un’altitudine compresa tra i 200 e i 300 metri sul livello del mare. Il vitigno utilizzato è il savagnin rosé che pare vanti una stretta parentela con il più celebre gewurztraminer.
L’assaggio del Crémant d’Alsace Brut “Cuvée Guillaume” (uvaggio di pinot blanc, auxerrois, chardonnay e pinot noir) si rivela più gratificante di quello incrociato al seminario e si lascia apprezzare per la spuma leggera, gli eleganti profumi citrini e di crosta, la grande naturalezza espressiva e la piacevolezza di beva. Sboccato nel 2008, dopo circa 12 mesi sur lies.Il Klevener de Heiligenstein 2009 “Schwendehiesel” profuma di agrumi e di spezie. Il sorso – a dispetto degli 8-9 gr/l di residuo zuccherino – è più secco di quanto ci si attenderebbe.
Le uve utilizzate per il Klevener de Heiligenstein 2009 Schwendehiesel Vieilles Vignes, invece, provengono da viti vecchie di 35 anni e fermentano in botti di legno grande. Il primo naso è più discreto, giocato sulle stesse note minerali che vanno poi a bilanciare il sorso amabile, tra i 18 e i 19 gr/l, sempre contraddistinto da ottime intensità e persistenza.
Il Klevener de Heiligenstein 2009 L’Authentique è una selezione di grappoli non botritizzati raccolti in fase avanzata di maturazione, tra la metà e la fine di ottobre. Le sfumature speziate ed erbacee sono più evidenti; sempre presenti le note minerali, marchio a fuoco di un terroir caratterizzato da notti fresche e particolarmente umide, a contrasto di un sorso pieno e con un residuo zuccherino ancor più accentuato.Il Klevener de Heiligenstein 2009 Barrique Tentation rappresenta, in tutta verità, la delusione: penalizzato dal passaggio in barrique con le tostature del legno che, a mio avviso, sono troppo evidenti, specie al palato.Tutta un’altra storia il Gewurztraminer 2007 Vendanges Tardives: colore dorato e naso intenso. Un mosaico di eccezionale eleganza in cui si ricompongono le sfumature di albicocca e di miele, le note dolci, minerali, idrocarburiche e resinose. Chapeau!

J’aime les vins d’Alsace!

La foto di Seppi Landmann è tratta da www.cheffen.nl
La foto di Heilingestein è tratta da www.alsace-wine.net