Di Karen Phillips

Provo a descrivere la scena per voi. un po’ di fresco, anzi diciamo un po’ di freddino … un bel castello medievale … muri in pietra … pavimento in pietra.
All’interno, nella grande sala, oltre 200 sacchi di colore rosso sono state allineati ordinatamente su un lungo tavolo di legno …. Sei bicchieri sul tavolo sono davanti a me.Il tutto si svolge  in un religioso silenzio .. un tranquillo silenzio … interrotto solo dal rumore dei passi soffici del sommelier intento a riempire i nostri bicchieri … da qualche sussurro occasionale … da un commento appena accennato …
Ho iniziato. Ho iniziato così la mia giornata al Castello Marchionnale di Taurasi. Un giorno, nel quale assieme ad un gruppo di giornalisti italiani e stranieri e sommeliers abbiamo provato, gustato e giudicato ben 28 Taurasi. Paolo De Cristofaro, (Gambero Rosso, Tipicamente), il nostro host, ha spiegato la nostra missione: non solo dovevamo assegnare il rating alla vendemmia 2007, ma avremmo dovuto rispondere ad alcune domande e dare le nostre opinioni. Domande come, per esempio, quali sono le famiglie di profumi che maggiormente si evidenziano secondo noi nel bicchiere … che cosa sentiamo? frutti maturi …? o secchi? frutta cotta? la mineralità.. gli aromi vegetali …  le spezie? Mi è stato chiesto di dare il mio parere sulla struttura dei vini, sul loro equilibrio. Come poi valuto la qualità media della vendemmia … se mediocre? sufficiente? buona? Ottima? L’ho trovata eccellente? E per quanto riguarda il suo potenziale di invecchiamento? Cosa ho pensato? Che cosa penso dei tannini, dell’acidità, della gradazione alcolica?
Un’incredibile opportunità è stata per me partecipare a questa sessione di degustazione: osservare e imparare da professionisti che svolgono questa attività nel loro quotidiano. La norma per loro … molto eccitante, stimolante, anche se, a volte, un po’ troppo impegnativo per me.
Quindi con calma mi sono soffermata su ogni  bicchiere, osservando il colore di questo giovane Taurasi che mi fissava dal calice. Ogni vino pronto ad esprimere la sua fragranza. Alcuni con intensità, altri meno. Alcuni mi hanno ricordato la ciliegia matura, la confettura di ciliegie altri. Alcuni le spezie, altri no. Mentre assaggiavo, mi sono ricordata come il mio Aglianico, in versione Taurasi, può essere tannico, ben strutturato ed elegante. Mi sono inoltre ricordata come alcuni Taurasi hanno bisogno di tempo.
Ho guardato il mio orologio, erano passate 3 ore. Il tempo per un pranzo veloce fornito da Marennà (Feudi di San Gregorio). Ho colto l’occasione per chiacchierare con qualche amico nuovo. Un critico del vino dalla Svezia, uno dalla Polonia. Altri scrittori di vino per L’Espresso, Wine News, Slow Wine, Decanter, Bibenda e Duemilavini per citarne soloalcuni. Mi hanno dato suggerimenti, consigli, incoraggiamenti. Proprio la spinta giusta, di cui avevo bisogno, per continuare nel miglior modo la degustazione.
Dopo il pranzo, dopo aver terminato i Taurasi, ho continuato con l’assaggio di altri vini che erano a nostra disposizione durante questa degustazione alla cieca. (Per un totale di 50 vini diversi) a partire dal 2009 -2008-2007-2006 Aglianico e Taurasi Riserva 2006-2005-2004-2003. La sala di degustazione era quasi vuota, a questo punto, e mi piaceva la solitudine, il silenzio. Mentre ho consegnato il mio foglio di valutazione, Paolo mi ha consegnato un elenco. Un elenco che svelava i nomi delle cantine che hanno partecipato alla degustazione, con il numero del campione servito . Ho controllato i miei appunti, ho controllato l’elenco. Ho visto nomi che conoscevo, ho scoperto dei nuovi. Mi sono fatta versare un ultimo bicchiere della bottiglia numero 31. Un bicchiere di vino da godere mentre guardavo fuori dalla finestra cadere la neve. Neve che cade in silenzio per le strade di Taurasi. Il vino perfetto, il momento ideale per riflettere sulla mia giornata. La mia giornata di degustazione di Taurasi. In un bel castello medioevale … con muri in pietra …e pavimenti in pietra ….

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