un report, più mani a cura di Luca Massimo Bolondi

Metti una sera a (ora di) cena

mano di Anna Ruggiero

Per chi mancava e vuole far conto di esserci, ecco una degustazione off-line.  Istruzioni per l’uso. Scaricate sul vostro computer Audio degustazione Frescobaldi (basta cliccarci sopra) e se non l’avete già installato scaricare il programma di lettura da http://www.amrplayer.com/ . Procurarsi un esemplare di Luce 2005, 2006, 2007 uno di Lucente 2007 e uno di Quaranta Altari 2006 tutti di Marchesi de’ Frescobaldi (da stappare 45’ prima dell’avvio), un set completo di pizze di grano duro e un migliaccio dell’Enopanetteria Antichi Sapori, sennò la degustazione resta del tutto virtuale… poi premete start, socchiudete gli occhi e …buona serata.

E le stelle stanno a guardare

mano di Luca Massimo Bolondi

Luce lucente sul labbro tuo splendente

una stilla sola di vino le briciole nel piatto

e fuori la notte assediata di stelle

danzano in cantina agli occhi carbonari

Avvolto nel tabarro, in piedi sulla coperta del veliero, scruta la costa britannica in avvicinamento; sotto i piedi ondeggia il carico di vino chiantigiano ordinato dal re inglese per le sue nozze.

Avvolge con le mani inanellate la bolla medicea che decreta il primo territorio a nome controllato per la produzione del vino, al mondo, garanzia e tutela e orgoglio, gli occhi del marchese abbracciano i colli di Pomino.

Avvolto nella paglia il vetro del fiasco celebra la forma inconfondibile del vino che da cinque secoli porta la Toscana nel vecchio continente ed ora nelle americhe, fragile protetto simbolo che due guerre mondiali hanno lasciato illeso.

Svolge sul tavolo la carta topografica dei poderi in Montalcino e guarda negli occhi il grande vigneron californiano, mentre gli avvocati limano le ultime clausole dell’accordo e il notaio legge l’atto di nascita di Luce della Vite.

Si svolge morbida la strada tra curve e girapoggi, verso il podere promesso, l’auto moderna scorre silenziosa e dalla poltrona nell’abitacolo la signora osserva il sole in arrivo da oltre la collina, le foglie di vite brillare di rugiada ed esclama: luce! A battesimo del prossimo vino a venire da quella terra.

Così ci piace sceneggiare la storia dei Marchesi de’ Frescobaldi e l’inizio della storia del vino Luce, un film mostrato in cantina in una sera di gennaio. Quaranta ospiti di Stefano e Lella Pagliuca nella calda elegante moderna cantina di Melito, con modestia chiamata enopanetteria, una perla fuori porta, convenuti per ascoltare e degustare. Si ascolta Sergio Di Loreto, responsabile trade marketing della casa vinicola, raccontare di come il nobile con alle spalle un baobab genealogico, de’ Frescobaldi, incontra l’anziano enfant prodige dei grandi vini d’oltreoceano Mondavi per fare il vino insieme; di come il vino sia in realtà già nato perché concepito prima del matrimonio; di come l’unione duri fin quando un destino avverso, in forma di opa ostile all’americano, separi i due destini incrociati; di come il vino continui a scorrere imperterrito annata dopo annata nascendo e rinascendo sempre nuovo.

Stefano anticipa che il set melitese ospiterà altre riprese, altri registi, altri attori, nel prossimo futuro. Si intravede un Sundance festival enoico brillare tra le brume culturali campane. Lo attendiamo con gli occhi lucidi, come accade all’uscita dal cinema dopo aver vissuto due ore di emozioni proiettate nell’oscurità.

Un’ottima annata

mano di Mimmo Gagliardi

Luce è un vino costruito ad arte. Le caratteristiche del Sangiovese combinate con il Merlot danno un vino dalla lunga vita, dall’ottima struttura e dalla bella rotondità. E’ il classico vino piacione.

Anno 2007

Quanti profumi! Il vino appare fine e delicato ma avvolgente. Molto forte è il sentore di frutta rossa di bosco fresca, in primis mora e mirtillo per poi deviare verso lamponi e ribes per giungere alla prugna. Dopo qualche generosa snasata si avverte un fondo di marasca. A seguire ci sono lo speziato con aromi di tostatura e cuoio, qualche spezia tipo i chiodi di garofano e il pepe nero. Chiudono note floreali di viola e un leggerissimo accenno di fieno. Questo Luce è bevibile fin da ora ma forse conviene stappare annate precedenti, magari conservando questo gelosamente in cantina per consumarlo tra qualche anno.

Anno 2006

Anche qui forte è il sentore di frutta rossa di bosco ma in questo caso più matura, in primis mora e mirtillo poi lamponi ribes e prugna. Qui la marasca è molto più evidente. Seguono aromi di tostatura, torrefazione e lieve sentore di cuoio, qualche spezia come i chiodi di garofano e il pepe nero. Infine emergono note floreali di viola appassita e di fieno secco. Nonostante il maggior invecchiamento questo vino sembra molto più pronto del precedente. Infatti la freschezza e il calore, che anche qui restano piacevolmente in bocca ad equilibrarsi a vicenda per lungo tempo, sono collaborative tra loro.

Anno 2005

Molto forte è il sentore di frutta rossa di bosco molto fresca, in primis mora e mirtillo per poi deviare verso lamponi e ribes per giungere alla prugna appena raccolta. Qui la marasca è accennata. A seguire ecco lo speziato con aromi di tostatura, cacao e cuoio, chiodi di garofano e pepe nero. Infine note floreali di viola fresca e l’accenno di fieno riporta la sensazione a quello mietuto e lasciato al sole riscontrata nel 2007. Anche il palato vuol dire la sua. Racconta di un vino piacevolmente caldo, tannico ma di quel tannino che è giovane ma non acerbo e già molto ben educato: praticamente un tannino principino. Nonostante le apparenze questo vino si mostra molto più giovane del 2006 e sembra fratello del 2007. vorrei conservarne in cantina per tempi d’oro prossimi venturi.

Lucente 2007
Un rosso che sfrutta parte del pregiato raccolto del Sangiovese e Merlot alla base del Luce, in uvaggio con Cabernet Sauvignon. Al naso offre netti sentori di more, ciliegie e prugne lievemente spiritate. Note di vaniglia, tostatura, cuoio e pepe nero. Poco floreale ed erbaceo. Qualche accenno minerale di pietra focaia.

Quaranta Altari 2006

Vinsanto del Chianti doc da Trebbiano e Malvasia. Al naso è fine e intenso, anche se appena versato sprigiona un impatto alcolico. Fanno bene sul sito web a suggerire di degustarlo in bicchieri ampi per vini evoluti, poiché dopo qualche minuto l’alcolicità si fa meno evidente e lascia spaziare potenti note di uva passita, albicocche e fichi secchi, prugne passite. Caramello, cioccolato bianco e vaniglia con qualche leggera nota di fieno completano il quadro olfattivo.

 

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