Di Mimmo Gagliardi (*)

L'Ingresso

Cantine Aperte 2011, voglia di evadere dalla normalità. Voglia di evadere dalla città. Punto il navigatore su Rionero in Vulture per andare a trovare l’amico Gerardo Giuratrabocchetti di Cantine del Notaio e poter finalmente ammirare le sue antiche cantine.L’ingresso La giornata è calda e quasi estiva. Il paesaggio gradatamente cambia mentre valico il confine tra Campania e Basilicata passando dal boscoso e verdeggiante alle campagne sterminate in cui le spighe di grano si agitano al vento imitando il movimento del mare. La primavera lucana è un tripudio di colori e profumi unici. Profumi di terra, di fiori, di aria pulita. Gerardo ci accoglie personalmente alla porta del wine shop e subito posiamo per la foto ricordo della visita. Decidiamo di fare subito la degustazione dei vini per poi passare alla visita delle cantine. Nella rustica e calda sala di degustazione sono in proposta tutti i vini della gamma dell’azienda. Poichè sono alla guida decido di degustare solo i rossi e il passito, giusto un goccio accompagnato da salumi e formaggi locali. I vini in degustazione L’Atto” Basilicata I.G.T. Rosso da uve Aglianico annata 2009 è il primo: per essere un vino base che fa poco legno (6 mesi) è un ottimo prodotto con aromi di frutta matura erbe aromatiche e speziatura anche in bocca, dove è ricco ed abbastanza equilibrato con un tannino arrotondato ma ancora giovane. “Il Repertorio” Aglianico del Vulture DOC annata 2007 è il secondo vino: più evidente qui al naso il prolungato passaggio in botte (12 mesi) anche se il vino resta fresco e ricco di sentori di frutta appena raccolta, mentre in bocca l’impatto è potente con dei tannini giovani ma ben levigati. Senza dubbio un vino che promette di poter godere di una discreta vita. “La Firma” Aglianico del Vulture DOC annata 2008 è il terzo vino: Stesso passaggio in botte del precedete (12 mesi), stessa potenza espressiva. Al naso è più complesso e la frutta è decisamente più matura, così come le spezie che si dirottano sulle note dolciastre dei rametti di liquirizia e vaniglia, mentre in bocca è un vino che da soddisfazione e riempie il palato con il suo aroma. Abbastanza equilibrato, giovane, destinato ad una lunga vita. “Il Sigillo” Aglianico del Vulture DOC annata 2006 è la chicca finale: Ottenuto dalla surmaturazione delle uve su pianta (vendemmia fine novembre) fa un doppio passaggio in botte, il primo in botti nuove di rovere

I vini in degustazione

francese e il secondo in botti usate al secondo o terzo passaggio. Il naso ha una splendida complessità di confettura di frutta, a tratti di frutta candita, le immancabili spezie dolci, liquirizia, cacao, vaniglia. In bocca è strepitosamente gradevole al gusto, morbido, equilibrato e lunghissimo. Chiudo con un assaggio de “L’Autentica” Basilicata I.G.T. Bianco, che è ottenuto da uve Malvasia e Moscato del Vulture maturare in barriques di rovere francese per 12 mesi: Colore dorato, naso pieno, elegante e complesso di frutta candita, spezie dolci, caramello e bocca morbida, fresca e gusto delicato. Dopi i vini Gerardo ci guida alla visita delle sue cantine, che sono situate sotto il casolare e si ramificano in circolo passando al di sotto delle strade circostanti intorno ad un singolare cortile chiamato Facìle  Il facìle (derivazione dialettale del bacino) veniva definito così poichè vi si raccoglievano le acque piovane provenienti dalle sovrastanti strade.. Le cantine vennero scavate con i picconi dai monaci francescani nel 1600 e la solennità del luogo ci pervade appena ne varchiamo la soglia. L’umidità ed il freddo della cantina sono assolutamente equilibrati e costanti. Guardo Gerardo e lui intuisce la mia domanda e mi anticipa dicendo che è assolutamente il luogo migliore per consentire la maturazione di vini adatti al

Il Facìle

lungo invecchiamento. Una leggera musica di sottofondo con note di Bach e Chopin ci guida alla scoperta di questi luoghi. Le botti dove riposano i vini vengono coccolate in questi luoghi. La cantina I segni delle picconate dei monaci sulle pareti ci parlano di duro lavoro e grande ingegnosità ed operosità occorsa per strappare al banco tufaceo questo antro magico. Lungo il percorso Gerardo ci mostra un presepe allegorico sul mondo del vino contadino inteso come parabola del mondo originale, con i suoi pregi, i suoi mali, i suoi vizi e le sue virtù. Il presepe è stato fatto a mano ed è suggestivamente animato. Dietro il presepe allegorico, in una nicchia ricavata in un anfratto di roccia, c’è il presepe religioso che nella sua semplicità ci riconduce alla  essenzialità della vita attraverso la religiosità.  Il presepe allegorico sul vino concepito dal Gerardo e realizzato da un mastro dell’arte presepiale locale. Concludiamo il giro nelle cantine e usciamo a malincuore esattamente dalla parte opposta da cui siamo entrati. Il sole del Vulture ci coglie impreparati dopo tanta semioscurità, ma è troppo bello per rinunciarvi. Salutiamo Gerardo Giuratrabocchetti con la promessa di ritornare a trovarlo nel suo mondo, magari con più tempo per poterci raccontare le sue storie. Paesaggi Lucani Ora ci aspetta ancora tanta, ma tanta, ma tanta campagna lucana da attraversare per fare ritorno a casa, ovviamente viaggeremo a velicità slow e con i finestrini abbassati per godere a pieno dei profumi di questa terra meravigliosa.

 

(*) aspirante sommelier con la Delegazione AIS Napoli