Di Mimmo Gagliardi
Come promesso ad Emilio e Nicola Mirabella nell’ultima serata trascorsa insieme tra le loro vigne, siamo tornati a trovarli ed a trascorrere con loro una soleggiata e calda domenica di giugno. L’occasione si è data grazie ad una bella iniziativa della condotta di Slow Food dei Campi Flegrei che con il fiduciario Vito Trotta ci ha portato nell’Azienda Agricola Mirabella, dapprima alla scoperta della produzione e della lavorazione dei capperi flegrei e poi a pranzo nel loro splendido vigneto storico. Siamo andati a passeggio tra le viti in piena fase vegetativa, dove i grappoli sono già definiti e gli acini stanno crescendo e durante il cammino il panorama che si gode dalla cima del vigneto, come sempre succede, anche dopo esserci saliti mille volte, è di quelli che toglie il respiro. Il lago d’Averno divide il vigneto dall’altra parte del cratere e la linea del cielo costituisce un tetto ideale per questo angolo di paradiso dove ti senti come a casa tua. Ed è proprio questa sensazione di familiarità a far sì che ogni pranzo o cena al vigneto storico Mirabella si trasformi in una riunione tra amici, anche con persone conosciute nell’occazione. La tavolata Ci accomodiamo sulle panche allineate al fresco del secolare albero di fico ed adocchiamo subito il vino in ghiaccio sotto la pianta di limone. Emilio si dà da fare con il primo piatto raccogliendo tra i cespugli le ultime erbe aromatiche che completeranno il piatto, mentre ci vengono serviti gli antipasti: parmigiana di melanzane, zucchine alla scapece e hummus di cicerchie con limone, cumino e peperoncino. La falanghina della neonata Cantina dell’Averno accompagnerà il nostro simpatico e lauto pasto. Mentre mangiamo gli antipasti sentiamo da lontano una musica popolare fatta di flauti, castagnole, tammorre e corni che si fa sempre più forte, che si avvicina. Proprio mentre arriva in tavola la famosa pasta con le cicerchie flegree la musica diventa fortissima e dalle vigne sopraggiungono quattro musicisti in costumi popolari che suonano musiche perse nel tempo, tanto da esserne prive: sono i cantori di Echi Flegrei e la loro musica ci è giunta proprio come un eco, un richiamo, un ricordo di questa terra meravigliosa. Oggi è il compleanno di Emilio e Nicola Mirabella, due fratelli nati lo stesso giorno, ma in anni diversi (non diremo quali), che oggi hanno scelto di trascorrere la loro comune ricorrenza con tutti noi, perfetti estranei che per un giorno faremo parte della famiglia Mirabella. I canti popolari di Echi Flegrei sono tutti per loro e noi li accompagnamo col suono delle castagnole che ci sono state distribuite per l’occasione. Arriva il secondo primo, dal profumo inebriante: orecchiette fatte in casa con zucchine, fiori di zucca e pesto di basilico e timo freschissimi. Il vino scorre a fiumi, le bottiglie vengono sostituite con quelle piene e la musica prosegue, incessante, incalzante, coinvolgente infondendo allegria e spingendo le persone alla danza. Il secondo è una bella frittura di paranza del golfo di Pozzuoli con alici, merluzzetti e triglie (queste ultime saporosissime di mare) accompagnate dal contorno di insalata di patate e capperi flegrei. La musica non si spegne, così come la sete, e le danze ed i canti passano dal repertorio popolare a quello tribale. Il clima di festa è percepibile e dovunque mi giro vedo facce felici e occhi sorridenti. Le danze scandite dal vino. Il dolce, rigorosamente fatto in casa, è una selezione di ciambella classica flegrea, crostata con confettura di limoni e mele annurche e crostata con confettura di fichi fioroni, proprio quelli che crescono sull’albero che ci ripara dal caldissimo sole pomeridiano. Ci viene servita anche la frutta, nespole e fichi fioroni, raccolti all’istante da Antonia, la figlia di Nicola, che si è arrampicata sugli alberi ed in cinque minuti avevamo davanti i profumati frutti. Dopo il pranzo siamo andati con Nicola in cantina. Purtroppo i Mirabella sono ancora in attesa di ricevere le ultime autorizzazioni burocratiche per l’imbottigliamento, ma lui ed Emilio tenevano a che saggiassi la falanghina e il piedirosso di Cantina dell’Averno. Nonostante il pantagruelico pranzo e la generosa bevuta di vino sotto le fresche franche, ho potuto apprezzare il profumo deciso e vivo di frutta, fiori ed erba di questa falanghina dal colore giallo paglierino molto carico, che in bocca si è rivelata morbida, acida e sapida al punto giusto. Il suo grado alcolico è elevato (13%) ma ben equilibrato da una freschezza notevole. Il piedirosso è di un rosso rubino cangiante ed abbastanza carico, il profumo è quello tipico di questo vino con frutta ed erbaceo accompagnati da un leggerissimo sentore sulfureo, mentre in bocca è rotondo, soddisfacente e tannico al punto giusto. L’enologo Carmine Valentino ha fatto un bel lavoro con i Mirabella: i vini condensano perfettamente lo spirito, i colori ed i profumi dei Campi Flegrei ma, specialmente, del Lago d’Averno. Salutiamo i fratelli Mirabella insieme alle loro splendide famiglie e facciamo ritorno a casa con un pensiero che diviene sempre più una convinzione: ma siamo proprio sicuri che il Lago d’Averno fosse la porta degli Inferi oppure la leggenda fu creata per non far capire che, invece, si tratta della porta del Paradiso?