Di Karen Phillips

Io ero una di quelle persone che pensavano che non facesse tanto caldo in Alta Irpinia nel periodo estivo. Ripeto…ero. Infatti è stato proprio un bel sollievo potersi prendere una pausa all’ombra in una fresca cantina di Paternopoli. Una cantina fresca e confortevole, dove ho potuto parlare con Luigi Tecce del suo Poliphemo, il suo Taurasi DOCG prodotto con le uve dai suoi vigneti di Aglianico sparsi un po’ qua, un po’ là: a  Montemarano, a Castelfranci, e qui a Paternopoli.Vigneti che fanno del loro meglio per dare a Tecce ciò che desidera in un Aglianico…un Taurasi. Egli è costantemente alla ricerca del giusto equilibrio tra tannicità e acidità. La vendemmia?, gli ho chiesto . Novembre, ma varia. Pensa per un attimo. 2007, circa il 6 novembre … 2006, circa il 26 … più o meno.

Era comodo stare in cantina, parlando con Tecce, ma era giunto il momento di visitare i vigneti. Un bicchiere d’acqua rinfrescante e, poi fuori nel calore.

 

La piccola cantina di Tecce si trova in una posizione molto interessante. Tutto quello che dovete fare è attraversare la strada stretta di fronte alla cantina e si lascia Paternopoli e si finisce a Montemarano. Lungo la strada, dopo un po’, si arriva anche a  Castelfranci. Passeggiando tra i vigneti di età comprese tra i 20 e i 30 anni, Tecce mi ricorda come la storia geologica di questo territorio giochi un ruolo importante nella composizione del terreno, che è piuttosto eterogeneo. In alcuni punti prevale l’argilla, in altre parti è ricco di calcio e di potassio con tracce importanti di roccia vulcanica.

 

Caspita come è caldo! Tecce mi sorride … Giornate calde, notti fresche. Un altro ingrediente fondamentale per fare di questo particolare territorio l’ideale per l’Aglianico. Ideale per il Taurasi.E caldo come era, era impossibile per me immaginare che meno di una settimana prima una improvvisa grandinata ha colpito parte di Paternopoli e ha distrutto uno dei vigneti di Tecce. Siamo andati a dare un’occhiata. Ho visto da vicino come una tempesta di mezza estate in pochi minuti è riuscita a distruggere un intero anno di duro lavoro.

 

In silenzio iniziamo il nostro viaggio di ritorno in direzione della cantina per la degustazione dei vini.

 

Il vino è fatto per essere bevuto, non deve rimanere troppo sugli scaffali, sostiene Tecce. Così prende un paio di bicchieri da una mensola, afferra un paio di bottiglie e siamo pronti per iniziare la nostra degustazione di vini. Una degustazione che comprendeva due esperimenti di Tecce con delle uve a bacca bianca che aveva acquistato. A volte la sua cantina diventa una sorta di ‘laboratorio scientifico’, come egli esperimenti con i vari Trebbiano, Malvasia, Greco di tufo, e Coda di Volpe.

 

Una degustazione di vini che ha continuato con la sua bottiglia di Poliphemo Taurasi DOCG. Il suo 2007 … 2006 … 2005. Ho messo ogni bicchiere accanto al muro bianco in un angolo di una piccola cucina dove si è svolta la nostra degustazione. La luce che passava attraverso la finestra era perfetta. Perfetta per notare il colore rosso rubino intesnso e scuro. Le fette di Carmasciano, la soppressata, le zucchine e  i peperoni rossi e gialli sono stati il partner ideale per ogni profumo, ogni sapore, ogni annata, ogni storia che era davanti a me nel bicchiere. Storie che Tecce mi ha raccontato in quella cucina di piccole dimensioni. Storie del passato. Delle vendemmie passate, le tante lotte del passato, i fallimenti passati e i successi del passato.Storie del futuro. Per esempio esperimenti come una vinificazione in anfore di terracotta. Il progetto di ampliare la cantina.

 

E’ stato difficile non farsi travolgere dall’entusiasmo di Tecce. Dall’amore per quello che fa. Per il suo territorio. Per il suo vino. E mentre ho finito il mio bicchiere di 2005. Mentre ho finito la mia porzione di ricotta fresca con gelatina di uva fatta in casa Tecce. Mentre ho scattato le immagini delle bottiglie di vino, tra cui la nuova etichetta del 2007 , che uscirà il mese prossimo; mentre ho pensato di tornare per la vendemmia, per visitare Tecce e i vigneti più vecchi, ho quasi dimenticato quanto caldo fa in Alta Irpinia nel periodo estivo .

 

Quasi.

 

Luigi Tecce Via Trinità # 6

83052 Paternopoli (Av) 0827 71375

 

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