La Francia resta al top della qualità dell’offerta vitivinicola, ma l’Italia la tallona e in alcuni Paesi e mercati importanti del vino, come Stati Uniti, Canada, Brasile, Germania e Danimarca, i vini tricolori sono già considerati i numeri uno internazionali. Lo dice un’indagine realizzata dall’Associazione Italiana Sommelier (Ais), attraverso le delegazioni della Worldwide Sommelier Association (Wsa) che riuniscono i sommelier di tutto il mondo, per captare la percezione del vino italiano all’estero. Il più amato? E’ l’Amarone, seguito dal Brunello di Montalcino e dal Chianti. Quarta piazza per il Prosecco che sta conoscendo un vero e proprio boom di esportazioni. E poi ancora Barolo, Pinot Grigio, Sassicaia, Moscato d’Asti, Barbaresco e Sangiovese.
La nostra associazione – spiega il presidente Ais Antonello Maietta è impegnata in una nuova fase di grande attenzione su tutto ciò che ruota attorno al vino italiano nel mondo”. E il perchè è spiegato anche dal boom de corsi per sommelier che si registra in Italia. “Sono numerosi gli appassionati – osserva Franco Maria Ricci, presidente della Wsa – che giungono in Italia da tutto il mondo per seguire i corsi da sommelier ed esporatre questo modello didattico nei loro Paesi d’origine”.E se dopo Italia e Francia è la Spagna a guadagnarsi il bronzo nella classifica stilata dai sommelier dei vini al top della qualità, il vino italiano più amato all’estero, secondo la ricerca Ais, è l’Amarone, seguito dal Brunello di Montalcino e dal Chianti. A premiare il Prosecco, al quarto posto, è soprattutto l’export, con 115 milioni di bottiglie consegnate nel 2010 e un incremento di fatturato del 15%, tra Docg, Doc e Igt.
I punti di forza del vino italiano nel mondo, a detta dei sommelier stranieri, sono la sua originalità, il fatto cioè di esprimere vitigni propri, autoctoni e legati al territorio e il fatto di “sposarsi a meraviglia con i vari piatti e tradizioni gastronomiche”. Qualche riserva sul prezzo delle bottiglie italiane: gli intenditori le vorrebbero un pò più accessibili, anche perchè la ricerca dimostra come l’attenzione al costo sia divenuta un fattore cruciale in tempi di crisi e in genere non si è disposti a superare i 20 euro per acquistare in enoteca una buona bottiglia.

I punti di forza del vino italiano nel mondo
I sommelier nel mondo, ambasciatori del nostro vino di qualità all’estero, ci aiutano a capire pregi e difetti percepiti da chi cerca e acquista questo prodotto fuori dai nostri confini. Il nostro vino piace perché risulta, prima di tutto, “originale”, capace cioè di esprimere vitigni propri, autoctoni e legati al territorio. E poi perché è in grado di sposarsi a meraviglia con i piatti e le tradizioni gastronomiche delle popolazioni straniere. Questi due indicatori vengono votati con un 8 in una scala che va da 1 a 10. Si supera di poco la sufficienza, invece, quando si parla di “prezzo”, con il nostro vino che sconta un leggero gap rispetto alle tradizioni vitivinicole emergenti.

L’immagine del vino italiano e’ in forte ascesa tra i consumatori stranieri Per il vino italiano all’estero sembra essere iniziata una nuova era. I dati dell’indagine promossa dall’Ais non lasciano adito a dubbi: in 8 nazioni su 10, nel mondo, la qualità del vino italiano è considerata oggi ottima ed è molto migliorata negli ultimi 2-3 anni.
La percezione positiva sul nostro vino è confermata da un altro dato: dal punto di vista della presenza e della visibilità, il vino italiano sta tallonando quello francese in quasi tutti i mercati che contano. Infatti i giudizi dei sommelier nel mondo si ripartiscono perfettamente a metà tra chi considera più forte il primo e chi vede ancora in vantaggio il secondo.

Tradizioni vitivinicole a confronto: e’ testa a testa tra Italia e Francia Nell’indagine, le delegazioni della Wsa hanno stilato una curiosa classifica ordinando le più grandi tradizioni vitivinicole internazionali in base alla qualità dei propri vini, così come viene percepita in quei Paesi.
Al primo posto di questa graduatoria troviamo la Francia, con 86 punti, incalzata però dall’Italia, con 77 punti, rendendo a portata di mano nell’immediato futuro un nuovo clamoroso sorpasso sui “cugini” francesi, questa volta all’insegna della qualità e del prestigio.
Medaglia di bronzo – un po’ a sorpresa – per la Spagna (60), mentre più indietro si piazzano California (34), Germania (30), Australia (14), Cile (8), Argentina (5), Canada (5). Dalla ricerca è emerso che i Paesi baluardo del vino italiano nel mondo sono Stati Uniti, Canada, Brasile, Germania e Danimarca: in queste nazioni il vino italiano è gia considerato “più buono” rispetto a quello francese.
C’è ancora invece da lavorare per migliorare l’immagine del vino italiano in alcune realtà internazionali come Messico, Colombia, Inghilterra, Olanda e Spagna, dove la qualità del nostro vino è percepita in maniera inferiore rispetto a quella di altri Paesi produttori.

Parola d’ordine, risparmio: in enoteca si spendono meno di 20 euro a bottiglia … La ricerca dell’Ais ha preso in considerazione anche le fasce di prezzo più richieste dai clienti che acquistano vini all’estero. In enoteca vanno per la maggiore i vini compresi nel range che va dai 7 euro ai 20 euro: un giusto compromesso tra qualità e attenzione al portafoglio, anche se in questo modo si penalizzano alcune grandi eccellenze.
Al ristorante, invece, si pagano in media tra i 20 e i 45 euro. Più di rado per una bottiglia di vino si spendono oltre i 50 euro…

L’interesse per il vino all’estero? Donne e uomini appassionati allo stesso modo Se in Italia la passione per la cultura del vino attrae sempre di più il “gentil sesso” – negli ultimi dieci anni il numero delle donne iscritte ai corsi da sommelier è quasi raddoppiato – l’indagine rivela che questo trend riguarda anche il contesto internazionale. Oggi, fuori dai nostri confini le donne (48%) si interessano al mondo del vino, acquistandolo in enoteca e ordinandolo al ristorante, esattamente quanto gli uomini (52%).
Addirittura ci sono nazioni – come Giappone, Colombia e Inghilterra – dove sono le donne ad ergersi a paladine della cultura vitivinicola del proprio Paese, sorpassando in interesse e curiosità l’altro sesso. Una vera e propria rivoluzione culturale per un ambito, come quello del vino, da sempre tradizionalmente maschile …