Di (DL*)Raffaele V. Cimmino

Mezzogiorno di fuoco, non è solo un titolo evocante ambientazioni da Far West, ma è anche l’ora della consumazione della “marenna” nei cantieri. A mezzogiorno, dopo l’ultimo giro di molazza o impastatrice, “quando un uomo col panino incontra un uomo col cozzetiello di pane, l’uomo col panino non ha più dignità di cantiere”.

Allora, presentata la DIA (Dichiarazione d’Inizio Attività) ed il DURC (Documento Unico di Regolarità Culinaria), le due sezioni appaltanti del buon gusto, l’AIS Napoli ed il Club dei Maccheronici, con i rispettivi direttori dei lavori Tommaso Luongo e Raffaele Cimmino, si è dato vita alla seconda edizione della “Marenna” nel cantiere de “ I Sapori della Tradizione “ di Raffaella e Stefano Pagliuca a Melito in Corso Europa 125.

Rigido è stato il dress code per la partecipazione, quindi, tutti con giubbino catarifrangente e cappello in carta da giornale di tiratura esclusiva Corriere della Sera o Corriere del Mezzogiorno. Solenne è stato il varo dei lavori, con l’ingresso nel cantiere, con tanto di caschetto bianco, del sommo Imperatore di Maccheronia Groucho Fiore , autoproclamatosi per l’occasione “Imperatore Operaio”.

L’inizio è col “botto”, Prosecco Superiore di Valdobbiadene e pizza con i pomodorini del piennolo vesuviano DOP di Casa Barone, fresca acidità e sentori di crosta di pane.

A seguire, pizze con mozzarella di bufala campana DOP, con patate e quella con parmigiana di melenzane , in abbinamento alle birre artigianali St. John’s, Kölsch e Tripel.

Mentre si degustava, il produttore Mario Di Lunardo ne declamava i particolari sentori e il prezioso lavoro di produzione.

Il clou della serata, sono state le tante attese marenne, cuzzitielli di pane a canestrella con polpetta fritta e melanzane a funghetto ed ancora con salsiccia a punta di coltello e peperoncini verdi “del ciummo”.

In abbinamento i vini delle Cantine Russo di Taurasi, Aglianico Macrì e Taurasi Spalatrone. Qui la proprietaria Marina Russo, in un’atmosfera di piena sublimazione dei sapori, ci notiziava dei vocati luoghi di lavoro, nonché dei processi di lavorazione in vigna e cantina oltre i particolari sentori che caratterizzavano i due vini.

Gran finale per i degustatori operai, i biscottini di produzione propria e a fantasia di Raffaella Pagliuca, in abbinamento un digestivissimo nucillo de “ I Curti”, tradizione mai tramontata.

Messi a dura prova i degustatori operai, nel lasciare il cantiere, invocavano minimo una settimana di dieta, per fortuna non ha partecipato uno dei miei mastro-muratore che quotidianamente incontro professionalmente nei veri cantieri, di sicuro guardandoci tutti insieme avrebbe esclamato “Braccia sottratte alle scrivanie”.

*Direttore Lavori

Foto di Giuseppe Minniti