La Famiglia Zingarelli, Carlo Macchi e 300 bottiglie di Rockea 2011 per realizzare un acquedotto in Malawi

  La volta in cui il vino diventò fonte di acqua

 Metti un’azienda, Rocca delle Macie, che fa entrare le telecamere tra le sue vigne e nella sua cantina; metti un giornalista, Carlo Macchi, impegnato tra l’altro in una specifica formula di comunicazione didattica grazie al suo magazine on line www.winesurf.it e YouTube per diffonderla; metti tanti professionisti che hanno dato il loro contributo gratis; aggiungi 300 persone che acquistano altrettante bottiglie di un vino irripetibile e il progetto “Rockea 2011, dal vino all’acqua” è operativo: si stanno raccogliendo i fondi per realizzare un acquedotto che alimenterà un orfanotrofio in una regione particolarmente isolata e depressa nel sud del Malawi.

 La vendita su prenotazione delle 300 bottiglie da collezione è già partita. Per sostenere il progetto è ancora possibile prenotare delle bottiglie, al costo di € 40,00 ciascuna, scrivendo a valeria.canu@roccadellemacie.com. La bottiglia può anche diventare un regalo di Natale: al momento della prenotazione verrà fornita una Gift card da inviare al destinatario del dono.

 Si può seguire il processo di produzione del vino sulla pagine YouTube di Rocca delle Macìe http://www.roccadellemacie.com/blog/?p=535 e di Winesurf http://www.youtube.com/user/WineSurfTube#p/c/F4164DB06A1E229C/19/TpenZtfOmwg.

 Tutti coloro che hanno reso possibile questa produzione (Rocca, Macchi, maestranze e fornitori di etichette, bottiglie, confezionamento etc) hanno prestato il loro lavoro gratis e Rocca delle Macìe renderà noti i dati di vendita e relativa raccolta fondi.

 Tutto è cominciato un paio di anni fa quando con “Il grande fratello della vite” Carlo Macchi ha lanciato su YouTube una serie fortunata di filmati in cui mostra, stagione dopo stagione, le fasi vegetative e di sviluppo di una pianta di Sangiovese. La vite, battezzata Rockea, si trova in uno dei vigneti di Rocca delle Macìe, azienda storica di Castellina in Chianti. Da quest’anno Macchi ha continuato il suo “reality” seguendo la trasformazione del mosto in vino. Ma un prodotto così particolare, curato e carezzato, non poteva rimanere anonimo in cantina. E’ stato così che la Famiglia Zingarelli, già coinvolta in operazioni di aiuti in Africa, ha deciso di mettere in vendita le bottiglie e devolvere il ricavato ad un’opera umanitaria coordinata dall’Associazione Onlus Lufelade. L’organismo di riferimento sul posto è il Moet (Istruzione e formazione per gli orfani di Mangochi), che è impegnato a divulgare un’attenta educazione ambientale alle comunità locali in Malawi. Nel cuore di questo progetto c’è la necessita di realizzare un impianto per la canalizzazione delle acque (vedi link sopraindicati) sia per garantire il programma alimentare per gli orfani sia perché le comunità locali possano diventare autosufficienti, imparando le tecniche di produzione e di raccolta del cibo loro necessario.

 

di Rosanna Ferraro

r.ferraro@vinotype.it

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