Di Fosca Tortorelli

Dall’Università di Napoli alla Francia, questo è l’importante percorso conoscitivo che il giovane enologo – Vincenzo Mercurio – ha perseguito e che lo ha portato a  esplorare i lati più nascosti delle diverse varietà di uve, cercando di approfondirne gli aromi, fino a poterne sottolineare l’unicità territoriale, propria di ciascun vitigno.

Vincenzo si è dunque dimostrato un enologo esperto ed appassionato, con umiltà ha condotto la serata “7×7 Il Fiano e l’effetto Terroir, 7 territori per 7 produttori”, organizzata lo scorso 30 maggio, dall’Ais Napoli presso l’Enopanetteria I Sapori della Tradizione di Stefano Pagliuca.

Durante la serata ha guidato i partecipanti attraverso sette diverse espressioni territoriali del vitigno Fiano,  realtà quasi tutte campane, fatta eccezione per l’azienda pugliese Tenute Emèra.

Un bel viaggio enologico, che ha incuriosito i tanti partecipanti, spingendoli a seguire il bravo Vincenzo, nella prestigiosa sede dell’Hotel Cavalieri Hilton di Roma, dove, il 4 giugno si è svolta la degustazione intitolata “Vincenzo Mercurio: è già eccellenza”,  dedicata alle 16 aziende che si sono affidate alla sua consulenza per la realizzazione dei propri prodotti. (in basso lo slideshow con le foto di Marco Di Meo)

Anche da questa esperienza degustativa è emerso come il lavoro dell’enologo, svolto secondo le giuste modalità, sia in vigna che in cantina, sia di fondamentale importanza per far esprimere ciascun vitigno in maniera naturale, senza omologazione, anzi lasciando parlare il  terroir di appartenenza.

Personalmente ho trovato molte realtà interessanti, note e meno note, sia nello specifico della più ristretta, ma didattica degustazione dei sette Fiano, sia nella più ampia varietà territoriale italiana nell’ambito dei banchi di assaggio di Roma.

Una bella soddisfazione soprattutto per la nostra regione,  a dimostrazione del fatto che la valenza della viticoltura campana, si esprime e si misura anche attraverso i suoi bravi rappresentanti.


Foto di Marco di Meo