Di Anna Ruggiero

In una Napoli troppo spesso simbolo di negatività, dove tutto sembra una meta irraggiungibile esistono casi di imprenditoria sana, affidabile, sincera, creativa e di valore.

La storia di Gino è quella di molti imprenditori locali, lui crede in quello che fa, non ha vissuto il territorio come limite ma come risorsa e ha cambiato l’angolo di osservazione delle cose.

Via Tribunali, sede storica delle pizzerie della tradizione napoletana, e’ parte integrante della sua storia personale, non semplice sfondo ma fonte di stimoli e di racconti. Gino conosce a menadito i vicoli, le botteghe, i vicini. E’ un ragazzo normale. Ha studiato con profitto, pratica sport, è curioso, legge e si interessa al sociale. La pizza è da sempre il suo più vero amore da quando sua zia Esterina, primogenita dei  21 fratelli Sorbillo, di cui parla con vivo affetto, gli ha insegnato a creare le prime pizze. E’ proprio la presenza di questa zia forte, determinata che inciderà maggiormente nelle sue scelte.

Nel corso dell’ultimo anno ho avuto modo di incontrare Gino in tante occasioni.  Curioso e creativo grazie alla ricerca costante di prodotti del territorio ed alla conoscenza personale di produttori sperimenta sempre abbinamenti nuovi ed inusuali.

La pizza è la sua voce. Sono ormai storiche le pizze con immagini e le dediche a tema sociale. Lui ha le sue idee imprenditoriali.  Il prodotto è realizzato con cura maniacale, impiegando materie prime di prima selezione ad un costo contenuto. Il servizio deve essere semplice e diretto. Non sono previsti fronzoli o smancerie. Il punto focale è la pizza. Il cliente appassionato può chiedere al pizzaiolo una consulenza e lasciarsi guidare in un percorso del gusto.  Ho avuto il piacere di partecipare in diverse occasione alle sue sperimentazioni. Interessante e mai scontato il percorso gourmet. Si inizia con una proposta dal gusto delicato per salire poi a gusti più forti. L’impasto è leggero e soffice, accoglie non più di 3-4 sapori diversi. Le sue pizze sono buone ma la mia preferita è il ripieno con misto di bufala, ricotta e pepe…..ne mangerei diverse una dopo l’altra. Ma non si può.

La pizzeria è pizzeria. La sperimentazione può e deve essere perseguita ma in altro luogo. Ecco perché da anni è protagonista di incontri e confronti con i colleghi pizzaioli e molti dei principali nomi dell’enogastronomia. Al suo fianco chef stellati, produttori, esperti e comunicatori. La cucina è una sua passione. Gioca, studia e collabora con gli chef che se lo contendono perché lui è un instancabile lazzarone. Una ne pensa e cento ne fa e vuole capire, conoscere, sapere. Appassionato di dolci sa miscelare i sapori in modo nuovi.  Ma mai vedrete follie in pizzeria.

Nel corso degli anni, ha coltivato il suo bisogno di far conoscere la pizza e il territorio fuori dai canoni del tradizionale folclore napoletano. Il suo studio è stato una stanzetta nel vicino stabile, piccola piccola, dove ha accumulato materiali, reperti, idee. Piano piano si sono liberati nello stabile spazi ed occasioni che hanno reso possibile il suo sogno: creeare un luogo dedicato alla conoscenza e alla sperimentazione della pizza: “La Casa della pizza”.

L’ho vista crescere lentamente. Ogni angolo è curato con dedizione e ingegno.

Il team di architetti ha non poco penato per trasferire la sua creatività in realtà. Le strutture sono state valorizzate ed esaltate. Entrando hai la sensazione di essere a casa tua. Tanto il legno che respira idee e ha ansia di raccontarti..Belle le pareti  con mosaici realizzati ad hoc. Anche la porta di ingresso, rigorosamente di zia Esterina, è stata valorizzata. All’ingresso una scultura in ferro ha il ruolo di porta ombrelli. Entrando sulla  sinistra c’è la sala accoglienza con due aree dedicate a studio, racchiuse nel silenzio dal vetro. In fondo a destra la sala cucina, dove sperimentare piatti e prodotti con un vero forno per le pizze, nell’area centrale due piani dedicati al relax e una biblioteca in alto dove saranno consultabili tutti i materiali. Non mancano gli oggetti particolari accumulati nel tempo e sistemati nelle diverse stanze. La casa della pizza è quasi terminata ma quanto lavoro e quanta passione per seguirla. Questo è stato un anno difficile eppure lui non ha mai mollato. L’ho visto andare avanti con forza e grinta. Lui e la sua famiglia non hanno mai smesso  di guardare avanti senza attendere la fortuna “senza aspett ‘a ciort”! Noi siamo la nostra fortuna. Il lavoro, l’impegno, la dedizione.

Se non avesse fatto il pizzaiolo..forse sarebbe stato un ottimo ciclista che è una delle sue passioni.

Essere imprenditori normali a Napoli si può. Basta volerlo.

Gino Sorbillo la normale follia e la Casa della Pizza