Di Mauro Illiano

Vulcania Napoli o, se vi par più consono, Vulcani-A Napoli.

E’ il 23 Novembre 2012, una giornata calda e placida avvolge come un mantello la città partenopea, mentre la scienza e la mitologia del vino cullano letteralmente i fortunati testimoni di un evento memorabile in ambito “vulcanenologico”.

Il forum internazionale dei vini bianchi da suoli di origine vulcanica per la prima volta approda a Napoli. Così, per una volta, lo storico Palazzo della Borsa si trasforma in un luogo in cui l’unico affare è esserci, per imparare, per raccontare, per scoprire la scienza che vive oltre il contenuto di un semplice calice di vino. Una scienza “terra terra”, come ironicamente descritto dai superlativi relatori in sala, lì dove c’è tanto da imparare ancora, ed altro non è dato all’uomo che di interpretare le rughe di ogni singola zolla vitata posta a ridosso di un vulcano.

Discussioni sulla peculiarità di terreni ardenti si alternano a riflessioni solo apparentemente più leggere, afferenti la straordinarietà in termini gustativi e strutturali delle uve ottenute da viti figlie del fuoco. Presidenti e professori, scienziati ed enologi, uniti nell’intento di fotografare l’immagine che il tempo ed il confronto, durante le ben cinque ore di vita e di vite scorse, hanno impresso su una diapositiva dal prodigioso potere contrastante. Un contrasto fatto di territori e di storie, di interpretazioni e di espressioni, un contrasto figlio dell’unione di sei esperienze eterogenee eppur germane.

E mentre diapositive raffiguranti icone sacre e luoghi dalla beata perfezione scorrono negli occhi dei presenti, le loro mani tastano materialmente il risultato di tante eruzioni, le dita sono ora sporche, e la teoria ha preso ad esistere sulla pelle dei partecipanti. Il risultato di tale binomio è un senso di completa partecipazione, quasi di appartenenza alla storia che va a formarsi. Un solo elemento manca affinché la compenetrazione sia completa, ovvero l’atto della consumazione della terra e dei suoi frutti. Il sigillo è apposto con il più semplice degli umani gesti, il giro di compasso rappresentato dal gomito che flettendosi porta il bicchiere alla bocca, il vino scorre in gola, la storia è ora nell’uomo, e l’uomo irrimediabilmente diventa parte della storia.

..Era il 23 Novembre 2012, e una giornata calda e placida avvolgeva come un mantello la città partenopea, sullo sfondo il contrasto tra un mare azzurro ed un pallido cielo pastellato in fiordaliso, dinanzi a tutto un enorme vulcano sembrava annuire all’uomo che catarticamente si inchinava alla natura dei luoghi..

Questo è solo l’inizio della storia, di una nuova storia d’amore tra l’uomo e la terra.

Hanno preso parte all’evento:

Maurizio Maddaloni, presidente della Camera di Commercio di Napoli

Pasquale Russo, presidente di Agripromos

Daniela Nugnes, consigliere regionale della Campania con delega all’agricoltura

Michele Farro, presidente consorzio vini dei Campi Flegrei

Attilio Scienza, ordinario Facoltà Viticoltura di Milano

Fabio Terribile, ordinario Facoltà di Agraria di Portici

Antonella Monaco, tecnico MUSA

Gerardo Vernazzaro, enologo Cantine Astroni – Campi Flegrei

Andrea D’Ambra, enologo D’Ambra Vini – Isola d’Ischia

Sergio Romano, enologo – Vesuvio

Laura Gambacorta, Ufficio stampa evento

Associazione Italiana Sommelier Napoli, servizio sommelier in sala

Foto di Michela Guadagno