Luigi MoioDi Franco De Luca

Presentare Luigi Moio ad una platea di Sommelier campani è un po’ come parlare di Fiano agli abitanti di Pratola Serra o Sant’Angelo a Scala o di Lapio. Che cosa dire? Luigi Moio è l’enologo che maggiormente ha contribuito alla rivalorizzazione di molti vitigni del sud del nostro paese. Numerose sono le aziende che hanno beneficiato e che tuttora beneficiano dei suoi consigli, ma in particolare una più di tutte deve molto a questo professionista: l’azienda Campania. Il suo curriculum è notevole e sono molti i titoli che possiede, scegliamo di essere estremamente sintetici dal momento che google fornisce (anche con somma sua sorpresa) informazioni assai più dettagliate.

Nasce a Mondragone in una famiglia di vignaioli, persegue la via della conoscenza e si afferma rapidamente come enologo, non solo in terra madre. Ordinario della cattedra di Enologia dell’Università degli Studi di Napoli  Federico II fin dal 2001, vanta, oltre a più di 250 pubblicazioni scientifiche, anche la specializzazione al Laboratoire de Recherches sur les Arômes  dell’Institut National de La Recherches Agronomique di Dijon in Borgogna, dove lavora per circa quattro anni. Inoltre, dal 2009 è presidente del gruppo di esperti di Tecnologia del Vino dell’OIV (Organisation International  de la Vigne et  du Vin) di  Parigi.

Spesso si chiede, anche pubblicamente, se abbia fatto bene a tornare, se cioè non fosse stato meglio realizzare la sua opera in luoghi dove c’è maggiore cura e maggior rispetto per questa “arte” e questa professione. Ma Luigi Moio è “terragnolo” come l’aglianico che domina, legato alla sua terra come la vite che governa; generoso nella divulgazione della sua materia, chiaro come pochi, amato dai suoi studenti, estremamente duro contro i luoghi comuni ed il pressappochismo dilagante dei nostri tempi. Nel nostro corso ci porterà il suo punto di vista sullo stato del vino in Campania e noi siamo fieri e felici del suo contributo e della storica amicizia con la nostra Associazione.