pasquale-mariglianoPasquale Marigliano, premiato come pasticcere dell’anno dall’Accademia Maestri Pasticceri Italiani inaugura mercoledì 21 dicembre 2016, alle ore 18 in via Fonseca a Nola, dove sarà possibile degustare tante e nuove delizie di alta pasticceria.
Basta un mignon per sentire subito che c’è qualcosa di diverso.
Non è solo una questione di gusto. Riesci a distinguere chiaramente tutti gli ingredienti eppure non sapresti dire cos’è che li tiene uniti.

Lo guardi lavorare e scopri quell’ingrediente misterioso che poi così tanto segreto non è perché la sua dedizione, che caratterizza ogni sua creazione, è visibile a chiunque gli stia accanto, anche per poco. E se Truffaut era convinto che a sei anni sappiamo già chi saremo, mai frase fu più azzeccata per Pasquale Marigliano, che da quando, piccolissimo, ha scoperto la sua vocazione per la pâtisserie non ha più smesso di inseguire il suo sogno. Nelle pasticcerie della sua zona, matura talento, passione e comincia il percorso di conoscenza del territorio. Un percorso fatto di sacrifici, di scelte coraggiose, di determinazione e convinzione. Arriva così, quasi naturalmente, la decisione di espatriare con in tasca le sue ambizioni e quella sete di apprendere che non può che guidarlo fino a Parigi, Mecca del gusto per chiunque decida di intraprendere quest’arte. Alla corte di Francia Pasquale entra in una nuova dimensione, elaborata secondo un modo di lavorare serio e puntiglioso e costruita attorno ad una nuova idea di maître pâtissier che si ispira alla figura di Pierre Hermé. Da qui il passo alle pasticcerie francesi più rinomate è breve. Dal 1992, infatti, matura la sua formazione presso “Fauchon” e “Le Notre”, seguendo stage di perfezionamento sulla lavorazione della viennoiserie, del pastigliaggio e dello zucchero soffiato, tirato e colato. Quando torna in Italia, a San Gennarello di Ottaviano, è ormai ricco di esperienze e di nuove tecniche che finalmente mette a frutto. E la cosa non passa inosservata. Nel 1999 diventa membro dell’Accademia Maestri Pasticcieri Italiani e nello stesso anno ottiene la medaglia d’oro al 4º salone culinario mondiale a Basilea con un vasto assortimento di mousses. Nel 2000 la svolta. Apre la sua Pâtisserie e si concentra su una nuova filosofia del gusto, con l’intento di educare la sua clientela ad una pasticceria italiana rivisitata in chiave moderna e di qualità. Il tutto sempre controcorrente. Contro chi pensa che essere Chef sia un lavoro come tanti, contro chi crede che la ricerca di spunti nuovi sia inutile, lui ha fatto della sua attività un vero e proprio modo di pensare, incentrato sulla qualità e l’originalità da un lato, il talento e la tradizione dall’altro. Ma la sua consacrazione arriva nel 2003, anno che lo vede protagonista prima al SIGEP, a Rimini, dove vince il titolo di Campione Italiano di Pasticceria. Il segreto del suo successo è il risultato di quella perfetta miscela tra le due culture che danno sapore alla sua esperienza: quella partenopea che richiama i colori e le forme di una terra di contrasti e sfumature, quella stessa terra del Vesuvio che si assapora in ogni suo dolce. E quella francese che non solo gli ha modellato il carattere e il modo di fare, ma a tutt’oggi costituisce la sua peculiarità. Non è difficile allora pensare al suo laboratorio come ad un vero e proprio paradiso dei sapori più diversi: da qui escono infatti veri e propri capolavori dell’arte dolciaria e della cioccolateria, come i dolci tipici napoletani (pastiera, sfogliata, cassata napoletana, caprese) ma soprattutto il cioccolato che Pasquale lavora in tante creative varianti. Qualche esempio? Les Truffes, insolite e squisite delicatezze a base di cioccolato fondente e Rum invecchiato e le Cabosses che comprendono anche il Vesuvio Buono, un cioccolatino che al contatto col palato esplode in bocca proprio come il celebre vulcano, portando però non distruzione ma tanta bontà. Non stupisce allora che anche il suo cioccolato parli di lui: amaro e perfettamente abbinato con gli ingredienti più impensabili. Raffinato e semplice. Diverso in ogni sua declinazione ma sempre unico. A fare da contorno, la persuasione che l’idea corrente di pasticceria, soprattutto quella napoletana, può e deve cambiare, e insieme ad essa idee, gusti e abitudini. E se questo significa rinunciare ad accontentare tutti, dimostra però pienamente quella passione che non è disposta a scendere a compromessi e che proprio per questo, ha già conquistato molti estimatori anche all’estero.