Di Franco De Luca

il-botto.jpgL’ AIS Napoli ha fatto il botto! Ma questa volta, con buona pace della Sig.ra Luisa D’Angelo dell’omonimo catering, è una cosa buona, questa volta il botto non denuncia spumanti caldi ma una calda e frenetica attività del “Gruppo Servizi”. Soltanto nell’ultima settimana sono stati svolti 50 servizi, una valanga di richieste che il buon Massimo Florio, supportato da me, ha dovuto gestire con non poche problematiche: la difficoltà di cercare di ottenere il maggior numero di informazioni dai committenti sempre più avari di notizie, la difficoltà di effettuare numerose telefonate considerando che uno non risponde, l’altro non si è ancora svegliato, quello che è impiegato al ristorante, quello che è convalescente, quello che “ma, non so… ti faccio sapere”, quello che “non ho la macchina”, quello che “ma sto da solo?”, quello che “mi sono fatto male ad un piede”, quello che “stamattina ho un po’ di sciatica, mi sono preso il voltaren, vediamo se mi passa”, quello che “uanema, così lontano?”, quello che “ma c’è il rimborso spese?”E così via…un inferno! Ci vuole tanta pazienza e Massimo Florio per fortuna ne ha da vendere. Dal 1 gennaio 2008 ad oggi sono stati richiesti alla nostra delegazione ben 530 servizi, alcuni dei quali last minute ma ciò nonostante tutti assegnati, nessuno è andato perso, anzi di questi circa 30 sono stati assorbiti dalle delegazioni limitrofe. Un gran bel numero, destinato ancora a crescere visto che c’è ancora qualche mese di attività, ma cosa sta succedendo? A cosa può esser dovuta questa crescita esponenziale?Fino a pochi anni fa il sommelier era una specie di pupazzo che camminava per le sale mostrando l’oscillante tastevin a mo’ di San Ciro in processione, era una figura emblematica che serviva per lo più a conferire autorevolezza al ristoratore ma che aveva spesso l’effetto indesiderato di incutere terrore negli invitati. Le persone al tavolo, impreparate più che mai, si sentivano un po’ minacciate dalla incombente presenza di questo “oscuro individuo” e non si permettevano di esprimere nessuna forma di dissenso; talvolta, poteva capitare qualche commensale più audace ed allora iniziavano i problemi… Una volta, ad esempio, ad un matrimonio nell’aversano, una piccola e paffuta principessina si rivolse teneramente alla madre: “mammà, so’ arrivat ‘e schiattamuort!”; ed un’altra volta, ad un collega in un servizio dove ero anche io presente, un’avvenente e procace donnone, colta di sorpresa alle spalle mentre parlottava con una sua amica, esclamò d’acchito: “che paura, ma chi è, Belfagòr?”(pronunciato dalla gentil dama rigorosamente alla napoletana con accento sulla “o”).Ve lo ricordate a Belfagor? Ci vollero giorni e giorni per risollevare le braccia dopo una vita di sacrifici a studiare…

Chi svolge questa attività da più anni di me ne avrebbe decine di episodi come questi da raccontare e vi assicuro che molti hanno dell’incredibile, ma questo fa un po’ parte del gioco, soprattutto in quei contesti nei quali il sommelier viene chiamato più che altro per una questione di immagine. In tanti posti purtroppo è ancora così ma dobbiamo registrare la consolidata tendenza a valorizzare sempre di più il ruolo del sommelier. Sempre di più, infatti, i sommelier diventano i gestori assoluti del beverage e sempre di più godono della fiducia dei committenti. E’ un processo lento ma nello stesso tempo inarrestabile ed è dovuto, senza falsa modestia, alla maggior consapevolezza di come la nostra figura professionale sia garanzia di competenza e di serietà, un valore aggiunto non indifferente anche per quei servizi dove è prevista soltanto la mescita. Negli ultimi anni, poi, continua ad aumentare la passione per il mondo del vino (vedi le iscrizioni agli ultimi corsi di “I Livello” dell’Ais Napoli) e le persone che partecipano a degustazioni, matrimoni o cerimonie varie sono assai più preparate ed approfittano spesso della nostra presenza per arricchire ulteriormente il proprio bagaglio culturale, chiedendo notizie per sapere più informazioni riguardo quello che bevono. Questo interesse viene notato dalle strutture, dai ristoratori, dai proprietari dei catering che ci chiamano a collaborare ed ecco allora che improvvisamente non siamo più un’esosa spesa decorativa ma una nuova possibilità, in questa ottica, addirittura conveniente ed economica. Nei siti presso i quali siamo chiamati a svolgere il nostro lavoro l’accoglienza è migliore, si percepisce nettamente maggiore rispetto e cordialità, il personale locale di servizio non ci vede più come una categoria privilegiata (arriviamo dopo ed andiamo via prima) ma sono tutti collaborativi e curiosi ed i primi ad interpellarci ed a volerne sapere di più. Molti maitres hanno via via perso lo sguardo di diffidenza che avevano nei nostri confronti e cominciano a consultarsi con noi anche per scelte inerenti aspetti che non interessano direttamente il vino ma che riguardano comunque la nostra professionalità come la mise en place, il servizio sigari ed il bon ton in generale… questo giro di boa è merito quindi di tanti aspetti ma a livello regionale va riconosciuto che nell’era Del Franco-Savoia si sono spesso organizzati, a costi davvero irrisori, diversi seminari dedicati alla formazione ed all’arricchimento culturale su specifici argomentazioni troppo poco approfondite nel tradizionale corso di studi (vedi sigari, distillati, etc).Ma tornando alla nostra delegazione mi piace riportare ai tantissimi lettori di questo blog qualche notizia sul Gruppo Servizi dell’Ais Napoli, quello attuale nasce per merito del pluricitato Pino Savoia, che in questo campo è un po’ il maestro di tutti noi, il quale in pratica lo ha creato e guidato fino a qualche anno fa, fino a quando cioè è divenuto il responsabile del Gruppo Servizi Regionale, da allora al suo posto è subentrato il suo collaboratore più promettente, il nostro Massimo Florio. Il gruppo ha perso negli ultimi tempi per motivi professionali parecchie “colonne”: alcuni avidamente assorbiti da aziende importanti (è il caso di Alessandro Palmieri); altri perché in fase di approfondimenti culturali (ed è il caso dell’enologo Nicola Francesca), tutte persone che comunque hanno portato nella nuove realtà lavorative a cui adesso appartengono l’esperienza maturata sul campo ottenuta per l’assidua partecipazione alle attività del Gruppo Servizi. Per queste ragioni Massimo ha dovuto integrare l’organico con nuove leve che stanno cominciando a darci delle belle soddisfazioni. In qualità di membro del consiglio di delegazione con il nostro Massimo collaboro anche io (più che altro come operatore telefonico, nda) e sforzandomi di essere distaccato ed oggettivo, dimenticando che prima di tutto è un mio amico, gli devo riconoscere una grande onestà intellettuale, la trasparenza nella gestione e la capacità di tenere il gruppo unito ed affiatato…la cosa non è affatto banale, gestire circa trenta teste non è facile, soprattutto quando ci sono anche dei riconoscimenti economici, è naturale che ci siano malcontenti, così come è naturale che ci siano persone che lavorano di più ed altre che lo fanno di meno per le differenti disponibilità e professionalità, ma la politica di Massimo Florio (condivisa in toto dal Consiglio di Delegazione) è la seguente: ognuno deve avere la possibilità di entrare a far parte del gruppo, siamo in una associazione in cui abbiamo, ovviamente, pari diritto in questo senso, ma nel contempo, chi gestisce questo organo, ha la responsabilità diretta dell’immagine dell’AIS e deve talvolta fare scelte, che qualche volta possono apparire anche spiacevoli ma che sono necessarie per la crescita del gruppo nel suo insieme. In qualsiasi occasione siamo chiamati ad operare: la degustazione con banchi d’assaggio per la Città del Gusto, il servizio mescita per il Presidente del Consiglio, la partecipazione al Summit Italia-Russia o il matrimonio dell’aversano di cui sopra dove siamo scambiati per “Belfagòr”, chi indossa questa divisa è l’AIS in prima persona! A questo punto, prima di concludere, da membro di questo gruppo di amici invito tutti coloro che sono attualmente in fase di formazione (o anche quelli che non c’hanno mai pensato prima) di considerare l’idea di proporsi, i responsabili dei Servizi sia a livello provinciale che regionale ne saranno felici, i requisiti sono semplicissimi: essere sommelier ed essere dotati di umiltà e spirito di sacrificio che poi sono gli stessi valori che caratterizzano i nostri riferimenti più volte menzionati i quali, vale la pena ricordarlo, per quello che fanno non percepiscono che la gloria dei risultati. Vi saluto e vi abbraccio.
PS un giorno di quattro anni fa Pino Savoia mi chiamò: “c’è un servizio domani, ci sei? Bada però che è a Cropani”, felice della chance non badai a nulla e risposi spavaldo :“non preoccuparti, sarò preciso, nessun problema”. Provate a vedere dov’è Cropani e immaginate la mia faccia davanti all’atlante. Oggi alla signorina del Tom Tom le tremerebbe la voce nel comunicarmi i Km… per strada io e Giorgio Napolitano ci chiedevamo “ma chi c’o ffa fà…” ma ancora oggi lo facciamo, con più entusiasmo che mai, ci sarà una ragione. Oggi alla stessa domanda di Pino darei la stessa risposta.