Manuela in vignaDi Franco De Luca
Terzo appuntamento con il Master del vino in Campania, questa volta il punto di vista è quello del comunicatore, e quello che ci parlerà è un comunicatore d’eccezione: Manuela Piancastelli.
Napoletana, laureata in Lettere Moderne e specializzata in Semiotica e Linguistica all’Università di Urbino, giornalista professionista dal 1988, ha lavorato per vent’anni nel quotidiano “Il Mattino” dove ha ricoperto numerosi e prestigiosi incarichi. Ha collaborato con la Rai per la quale ha curato numerosi programmi radiofonici. Nel 2006 si è dimessa da “Il Mattino” per dedicarsi definitivamente all’azienda “Terre del Principe“. Attualmente scrive per la rivista Bell’Italia (Mondadori).
Appassionata e studiosa di enogastronomia, è stata per tre anni Presidente del Movimento Turismo del Vino della Campania (2003-2006) organizzando, tra l’altro, l’affermata manifestazione Cantine Aperte. Collaboratrice di Luigi Veronelli, ha scritto per la prestigiosa rivista Ex Vinis e, per i Semi di Veronelli, ha pubblicato le biografie di Mario d’Ambra e Pina Amarelli. Numerosi sono i testi pubblicati inerenti il mondo vitivinicolo non solo campano ma di tutto il meridione, mentre fuori dall’ambito enogastronomico ha pubblicato un volume su Salvatore Di Giacomo giornalista, “La vita a Napoli” (Bibliopolis). E’ sommelier dell’Ais e fa parte dell’Associazione Le Donne del vino.
Ha vinto i premi giornalistici: Veronelli 2006 come miglior giornalista emergente di enogastronomica, Premio Ela Caroli (2003); Made in Campania (1999); Premio Sila (1991); Premio Calabria (1988); Premio Mommsen (1990).
Ed altro, ed altro ancora…
Insomma, il curriculum di Manuela è ricco e prezioso, ma non può descrivere l’energia che riesce a trasmettere e, soprattutto, la sua onestà intellettuale.
Manuela ci racconterà la Campania dal punto di vista del comunicatore e lo stato della comunicazione del vino in Campania.
Infine ci porterà la sua testimonianza di produttrice. Con l’azienda vitivinicola di famiglia ha, infatti, riscoperto e valorizzato tre vitigni autoctoni casertani: Pallagrello bianco, Pallagrello nero e Casavecchia. Possiamo dire che se oggi questi vini hanno sempre più risalto nel panorama enologico internazionale è anche merito del suo costante e decisivo contributo.