18425113_10211346188721702_769311592972318960_nDi Valeria Vanacore

La prima degustazione della decima edizione di Wine&TheCity, l’evento enologico più cool del panorama partenopeo degli ultimi anni, si è tenuta ieri sera da Gourmeet. La degustazione tecnica, che ha visto protagonisti tre vini di altrettante aziende del collio sloveno, è stata organizzata da Sarah Al Bukhari e guidata da Tommaso Luongo, delegato Ais Napoli, e Luigi Salvatore Scala, degustatore Ais. In abbinamento ai vini, i fingers food della resident chef Antonella Rossi.
Vini che si raccontano da sé, dalle note mineralissime, quasi salmastre, di grande bevibilità, parlano di un territorio in cui, tradizionalmente, la coltivazione della vite viene tramandata di generazione in generazione, da secoli. I produttori presenti alla serata, giovanissimi e in gamba, potano la vite dalla tenera età di cinque anni e, dal loro racconto, si evince la grande passione per il loro lavoro e la loro terra.
Il primo assaggio è la Rebula, la ribolla gialla dell’azienda Erzetic. Quasi trecento anni di storia e di lavoro, passati per ben cinque generazioni. Ci troviamo in un lembo di terra collinoso che non lascia spazio a macchinari pesanti. Tutto avviene manualmente, in un contatto diretto tra l’uomo e la natura circostante. Al naso risulta fine, elegante; con un timbro iniziale di fiorellini bianchi,  e la frutta a polpa gialla, croccante e fresca, a completare il quadro aromatico. Coerente anche in bocca. Freschissimo, di grande acidità, con un finale pulito di mandorla fresca. Estivo e stuzzicante. In abbinamento, gambero rosso scottato su crema di fave fresche e granella di pistacchio.
18301821_10211346170161238_5634985451511375741_nSi prosegue con la degustazione del secondo vino, uno Chardonnay dell’azienda Piro Winery. Ci spostiamo a Castel Dobra, al centro del Collio sloveno. Maggiore complessità al naso, frutta più matura, fiori gialli, frutta secca e un leggerissimo sentore di erba e di miele di castagno. Note più calde, quasi esotiche. Buona persistenza in bocca. Da riassaggiare tra qualche anno. In abbinamento baccalà con pancetta croccante su crema di piselli.
La degustazione si conclude con il friulano Jakot (palesemente tokay scritto al contrario) dell’azienda Čarga. Duecentocinquanta anni di storia, nella zona più alta del collio sloveno. Parliamo di vigneti terrazzati, con pendenze considerevoli, fino al 70%. Al naso grande mineralità, pietra bagnata, lievi note tostate e di zafferano. Buona acidità e, nel complesso, di buona bevibilità. In abbinamento marron glacè in porchetta, forse un po’ troppo azzardato.
La degustazione di collio sloveno si conclude da Gourmeet ma prosegue nel week end al Convento di San Domenico Maggiore, che ospita la Banca del Vino di Slow Food, per la prima volta a Napoli. Tutte le info su www.wineandthecity.it.
L’ebbrezza creativa continua…

Foto di Giancarlo de Luca