di Vidya Ram – Forbes.com

drinking-decathlon.jpgSecondo i dati della società di ricerca International Wine and Spirits, nel 2006 gli europei sono riusciti a bere 79 miliardi di litri di alcol, una quantità impressionante pari a 101,25 litri a persona. Negli Stati Uniti il dato rilevato è stato di 98,7 litri a persona, mentre in Asia è stato di soli 22,1 litri. Non sorprende quindi che siano proprio i cittadini europei a conquistare il primato di “più grandi bevitori del mondo”. Dal whisky della Scozia al vino francese, il vecchio continente ha una lunga tradizione nel consumo di bevande alcoliche, eppure la nostra classifica delle nazioni europee che bevono di più non è priva di sorprese. Scopri i risultati: “Chi sono i migliori bevitori d’Europa?” clicca qui La Croazia si piazza al primo posto, mentre la Gran Bretagna, a causa delle numerose normative per contenere il crescente fenomeno dell’alcolismo, scende al quindicesimo. La Francia e la Svezia invece non arrivano neppure tra le prime venti posizioni. La nostra indagine ha preso in considerazione il consumo di alcool pro capite, le normative in merito, le malattie derivanti dall’uso eccessivo di alcol e abitudini particolari, come il bere un bicchiere dietro l’altro e il bere in pubblico. Ogni Paese ha ottenuto un punteggio sulla base dei criteri considerati ed è stato quindi calcolato un risultato complessivo globale. Ad esempio, sebbene la Croazia fosse solo quinta in termini di consumo pro capite, conquista il primo posto per le abitudini rischiose legate all’uso di bevande alcoliche e per il tasso altissimo di morti per cirrosi. È la Repubblica Ceca a guadagnare il primato del consumo di alcool pro capite, mentre gli ungheresi devono fare i conti con il tasso europeo più alto di morte per cirrosi. Ma l’Europa non è solo la patria di grandi bevitori. La produzione di alcolici ha infatti un ruolo fondamentale per l’economia del continente. Proprio in Europa infatti troviamo le più importanti società del settore, come Pernod Ricard, produttore del whisky Jameson, e Diageo, l’azienda che sta dietro a marchi notissimi quali Smirnoff e Guinness. Secondo la relazione dell’Istituto per lo studio sull’alcool (IAS ) della Commissione Europea, nel vecchio continente viene realizzato un quarto della produzione totale mondiale di alcolici e il settore impiega almeno 750.000 persone. Ma il consumo di alcol richiede un prezzo salato. I costi sopportati nel 2003 dall’Unione Europea, inclusi quelli legati alla salute e alla perdita di produttività della forza lavoro, ammontano a 125 miliardi di euro, pari all’1,3% del prodotto interno lordo. Ai primi posti della classifica dei grandi bevitori europei troviamo le nazioni dell’est o del centro Europa e sembra che ciò sia dovuto alla povertà e al clima più duro, soprattutto in Russia. “Nelle regioni particolarmente fredde è spesso normale bere tutto il giorno”, afferma Val Smith, presidente di International Wine and Spirits che fornisce i dati sul consumo di alcol pro capite. “Nelle zone agricole più remote spesso i contadini ricavano distillati dai tuberi o dalle barbabietole da zucchero, potendo quindi consumare bevande alcoliche a buon mercato”, continua Smith. Questo fenomeno rende ancora più difficile determinare il consumo pro capite e spesso i dati ufficiali sono di gran lunga inferiori a quelli reali. “Dopo una violenta impennata nel consumo di alcol negli anni ’90, l’Europa occidentale è riuscita a smaltire la sbornia. La maggiore ricchezza, istruzione e professionalità della forza lavoro hanno determinato un cambiamento di rotta nelle abitudini legate al consumo di alcolici”, secondo quanto afferma Ben Baumberg, funzionario per le ricerche dell’IAS e autore dello studio della Commissione Europea. Addirittura una bottiglia di vino a pasto è diventata meno comune in posti come Italia e Francia.

Metodo:Per determinare i Paesi più “ubriachi” d’Europa abbiamo valutato 33* nazioni sulla base di quattro fattori: consumo, normative, comportamenti a rischio legati all’uso di alcol e impatto sulla salute. Le prime 15 nazioni sono confluite nella nostra classifica. Consumo: i Paesi europei sono stati ordinati da 1 a 33 sulla base del consumo pro capite di alcol nel 2006 alla luce dei dati forniti da International Wine and Spirits.

Normative: utilizzando le informazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per il controllo del consumo di alcol, abbiamo assegnato a ogni Paese un punteggio da 1 (in caso di normative poco restrittive) a 9 (in caso di normative più restrittive) sulla base della legislazione che disciplina il consumo degli alcolici, inclusi limiti di età del consumo e orari di apertura dei bar.

Comportamenti legati al consumo di alcol: abbiamo utilizzato i punteggi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per i comportamenti rischiosi legati al consumo di alcol, inclusi il bere un bicchiere dietro l’altro e il bere in luoghi pubblici. A ogni Paese è stato assegnato un punteggio da 1 a 4, in ordine crescente di pericolosità del comportamento.

Impatto sulla salute: abbiamo utilizzato i dati del sistema informativo globale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità in materia di alcol e salute per ordinare i 33 Paesi sulla base del tasso di morte per cirrosi e delle patologie del fegato ogni 100.000 persone. Ponderazione dei dati: a ciascuno dei quattro fattori è stato dato lo stesso peso. Il consumo pro capite di alcol è stato determinante in caso di parità di punteggio.

* Moldavia, Albania e Cipro non sono stati considerati a causa di dati non completi.