Di Luca Massimo Bolondi
Enolaboratorio d’autunno, cadono le foglie e s’alza il sipario su un’idea di Fabio Cimmino, Mauro Erro e Tommaso Luongo che Dio li benedica. Ben tre sorprese infatti riserva la verticale di Nobile di Montepulciano in data mercoledì 29 ottobre (per le foto clicca qui). La prima è l’organizzazione, con l’intervento del produttore, le schede di presentazione approfondite e in veste grafica elegante, l’agenda dell’incontro strutturata ma gaudente (un colpo al cerchio e uno alla botte); la seconda è la protagonista (colei che cura il contenuto della botte…); la terza è l’accompagnamento (la delizia del calice armonizzata ad hoc dalla delizia del piatto). Degna figlia d’arte, Susanna Crociani si presenta e investe coinvolge affascina i convenuti con un torrente di passione e comunicativa tanto intenso che il nubifragio infuriatosi nel frattempo su Napoli passa inosservato. Susanna approda alla nobiltà del vinificare per caso e necessità: eredita l’azienda di famiglia dal padre e dal fratello lasciando una promettente via dello spettacolo. Lei che pochi anni prima al richiamo del babbo in cantina aveva risposto “mai!”. Spirito intraprendente, piglio irriverente e curiosità impertinente sono il suo stile di guida. Si fa nemici nel consorzio del Montepulciano, nelle commissioni giudicatrici e presso tutti coloro che pensano che “per far apprezzare il vino ci vuole l’aiutino”… Si fa amici invece in tutti coloro che la conoscono e conoscendola imparano ad apprezzarne il parlar dritto. Valga qualche citazione a proposito delle valutazioni per le guide: “la credenziale è anzitutto il prodotto buono”, e sull’applicazione del disciplinare “per la messa sul mercato la regola di babbo era semplice: tanto tempo in botte, tanto in vetro” e a proposito delle pratiche di cantina “noi si fa il vino in botte grande, non si fanno beveroni legnosi” e “le botti sono le balie del vino, da noi ciascuna ha sempre avuto un nome (…) e gorgogliano diverso a seconda dell’ospite in cantina.” Anche se le vedi una luce diversa negli occhi quando Susanna parla del suo babbo, attento auditore! Non con una pasionaria sprovveduta stai parlano, ma con una versione in carne ed ossa della Mafalda di Quino che beve il vino degli altri per piacere e curiosità e poi fare meglio il suo, gira il mondo per fare assaggiare il suo Nobile e trattare personalmente le forniture. Anche la degustazione è stata un racconto analitico con confronto. Al calice il 2005, 2004, 2003, 2001 e 2000.
Del 2005, che ancorché giovane già annuncia la forza di carattere del Nobile, la Crociani invita ad ascoltare gli aromi. il suo vino sussurra al naso, non declama subito aromi potenti salvo sorprendere in bocca con ricchezza e persistenza. Imbottigliato da poco, alzerà la voce in un futuro di due-tre anni secondo la regola del babbo.
Il 2004 parla chiaro e bene; da un’attenta selezione dell’uve in vendemmia nasce il buon rimedio a un’annata difficile, vino ampio d’aromi e deciso di tannini, già alto oggi è destinato a crescere ancora.
Fratello minore del 2004”, il 2003 si presenta ancora duretto, spigoloso e scorbutico; figlio di una stagione di vigna stressata dal caldo, avara nella maturazione fenolica ed alta nella risultante alcolica. Il risultato è un vino da abbinare agli stracotti, ai sughi di cacciagione e alle carni succulente.
Gloria in excelsis al 2001, che tutti sanno un’annata prodiga. Il suo Nobile è perfetto, nobile in aromi, lunghissimo al palato, una sciccheria maturata per 5 anni in botte e facile da elogiare: un plebiscito.
Vecchio che Susanna dice “snob” il 2000, con spinta minore dei figli e nipoti, compiuto, corpo anziano ma in una ampia veste di eteri e oli minerali. In due dei presenti abbiamo sentito il desiderio di una comparazione dal vivo con il Taurasi riserva 2000 di Struzziero (qui, Enolab primaverile scorso).
Una menzione speciale alle pietanze offerte in abbinamento, frutto della ricerca di Violamelanzana (al secolo Adele Chiagano), che hanno stimolato una riuscitissima caccia all’accoppiata con i diversi calici.

In chiusura di serata, un sonetto (metrica e rime condizionate dal tasso alcolico):

fuor delle guide e fuor delle paranze
sol nelle fiere mostra le sue istanze.
Per quanto i detrattori
diano a storcere il naso
Susanna, senza allori
fa un gran vino in ogni caso
.

Possano tutti gli incontri dell’enolaboratorio riuscire così felicemente. (Per gli altri report sulla serata clicca qui per il Viandante Bevitore; qui per Lavinium e qui per Euthimya a firma di Fabio Cimmino; e qui per la neo-blogger Rosaria Fiorillo…benvenuta! T.L.)