Di Dan Lerner 

 

 

Per fortuna che viviamo in Italia vien da dire alcune rare, esaltanti volte.
Per fortuna che esistono gli amici, con i quali condividere i piaceri.
Per fortuna che siamo ancora capaci di passione, di curiosità.

6055_1164464682136_1543464641_2011857_5833348_n.jpgUn amico caro e lontano mi ha detto giorni fa “Ti piacciono i taralli?”Ne vado pazzo” dico io. ” ‘Spetta mmo’ ” fa lui. Ieri, anche se Natale è lontano, alla porta un trasportatore pugliese, tre scatoloni, vino, barattoli dalle cui trasparenze emergono cuori di carciofo, peperoni, olive, pomodorini e… taralli, tanti taralli, belli taralli.

“Assaggiasti?” mi chatta lui… e io gli rispondo d’impeto:

Da pazzi. Si possono assaporare come un vino. Complessità e armonia. Ingresso in bocca sontuoso, un’idea di dolce che si allarga in tutta la bocca mentre il delicato salato titilla la punta della lingua. Il profumo del’olio si appoggia sul palato e rincorre le altre sensazioni, che rimbalzano l’una verso l’altra senza fine. La consistenza è originalissima, e anche questa strizza l’occhio alla torta e al pasticcino. Lunghissimi, poi, e mai ti “intoppano”: la farina è il delicato supporto “portatore” di artistiche sensazioni.
Grazie, mai più senza, mai più altri

Del resto dirò poi, della ricerca, della storia, del produttore, della ricetta unica, ma l’entusiasmo va condiviso, o no?

Un pubblico grazie Antonio alla faccia della privacy, prosit, alla tua salute.