la_prima_cooperativa_campana_di_libera_terra_articolo.jpgPubblichiamo il bando per la costituzione della cooperativa sociale “Le Terre di don Peppe Diana – Libera Terra” per la gestione di beni confiscati nei comuni di Cancello ed Arnone, Carinola, Castel Volturno, Pignataro Maggiore e Teano. La nascita della cooperativa si inserisce all’interno del progetto “La mozzarella della legalità”, finanziato dalla Fondazione per il Sud. L’iniziativa vedrà insieme le Istituzioni, gli enti locali e la società civile responsabile per lavorare al riscatto culturale, sociale ed economico di un territorio, che non vuole più essere terra di camorra. Trasformare queste terre, confiscate a spietati criminali, nelle “Terre di don Peppe Diana”, per continuare, nel suo segno, a costruire comunità alternative alle mafie è il sogno di quanti, in questi anni, hanno tenuta accesa la fiaccola della memoria del giovane sacerdote ucciso dalla camorra nella sua chiesa.Attraverso il bando pubblico intendiamo favorire le capacità, i talenti e le professionalità locali al fine di selezionare un gruppo di giovani che, dopo una fase di formazione e di start-up, concretizzerà il piano d’impresa della prima cooperativa Libera Terra in Campania, insieme a quanti vorranno condividere il percorso di riscatto del territorio.Lo studio di fattibilità, elaborato dall’Agenzia Cooperare con Libera Terra grazie alle competenze messe a disposizione dai soci Granarolo, Alce Nero & Mielizia, CIA e Legacoop Campania, prevede la realizzazione di una impresa cooperativa attenta alle produzioni biologiche di alta qualità e rispettose delle tradizioni locali, capace di coinvolgere altri produttori sani del territorio promuovendo anche attività di fattoria didattica e di turismo responsabile. Particolare attenzione verrà data anche alla fase di selezione e formazione professionale dei candidati, grazie all’esperienza degli associati Obiettivo Lavoro e Erfes Campania.Prima dell’avvio dell’attività imprenditoriale, il bene confiscato a Castel Volturno è stato utilizzato come bene collettivo. Molte organizzazioni del mondo sindacale, imprenditoriale, economico, culturale, istituzionale hanno aderito all’invito di presidiare la struttura rendendola viva, con iniziative, eventi, campi di volontariato, infopoint e sportelli di servizio.

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Fonte: Libera.it