Di Vincenzo Pizza

Martedì 6 luglio, cena di fine corso per gli aspiranti sommelier del II livello del Ramada capitanati dal delegato Tommaso Luongo. Il luogo: il piccolo e grazioso ristorante Sud a Quarto di Napoli.Un locale accogliente, sobrio ed elegante, un misurato stile minimale nell’arredamento, un bel tovagliato, personale di servizio garbato e discreto.Ad accoglierci all’ingresso la giovane chef Marianna Vitale, viso affilato sul quale subito sboccia un sorriso veritiero, come i sapori che crea.Il menù degustazione: si parte con un aperitivo di benvenuto. Per poi a seguire due antipasti: Stratificazione di Fresella, Cous cous con polpo affogato su crema di melanzane e caciocavallo podolico. Due primi:Tagliolini ai due tartufi burro e buccia di limone, Linguine allo scammaro con gamberi rossi marinati al lime e menta. Il secondo: Agnello cacio uova e piselli: spalla d’agnello arrosto, su salsa di piselli, ricotta affumicata al ginepro e sale allo zolfo.E poi:Predessert.E il finale, Cremoso al caffè con zabaione alla liquirizia.Piatti squisiti anche se la vetta gustativa è stata raggiunta con i due antipasti, delicati e precisi. Sapori puliti, netti e ben equilibrati, ingredienti semplici e ben identificabili, piatti cucinati sapientemente e presentati con cura. Una cucina che guarda al futuro, moderna ed innovativa ma che al contempo esprime integra l’originalità del territorio. Una cucina lodevole insomma, se posso osare, direi una cucina che ha “una fantasia con i piedi per terra”, senza orpelli inutili o invenzioni fini a se stesse.Auguri allora alla giovane coppia Marianna Vitale e Pino Esposito.Nel tessere le meritate lodi della locanda, quasi dimenticavo l’oste, o meglio gli osti della serata, cioè i commensali che hanno scelto e portato le bottiglie di vino; a farla da padrona sono stati i bianchi con qualche rapida e vincente sortita tra i rossi. Sono stati versati al “Sud”: Fiano di Avellino, Greco di Tufo, Verdicchio di Jesi, uno splendido bianco Chateau de Villars Fontaine, Agostinella vino omonimo del vitigno raro e quasi scomparso da cui nasce, Laforet un pinot noir della Borgogna, un Nobile di Montepulciano, e tanti (dicasi tanti) altri. Vi è stato anche un Barolo di Terre del Barolo lasciato –ahimè- non aperto. Le bottiglie, stappate due alla volta, hanno dato quel di più, che proprio il vino ha il compito di dare ad un pranzo e direi alla vita stessa. La seconda parte della serata è trascorsa lieve, nel salotto all’aperto del “Sud” tra chiacchiere e sigari toscani di differenti tipologie offerti dal delegato; per non farci mancare nulla abbiamo sorseggiato anche dell’ottimo rum, grappa 903 Barrique Bonaventura Maschio ed un cognac Remy Martin.Un brindisi conclusivo con le bollicine Canevel, fine Valdobbiadene Superiore di Cartizze. Una serata spensierata e lieta, di quelle che alleggeriscono il cuore.Un saluto a tutti i corsisti ed un ringraziamento particolare a Tommaso che ci ha accompagnati durante questi due livelli con la sua professionalità e con un pizzico di pazienza..A presto

Foto di Vincenzo Busiello