Di Mimmo Gagliardi

E’ una splendida domenica invernale a Miseno. Il termometro dell’auto è fisso sui 13° ma sono solo le 10 di mattina. Tutto lascia presagire che sarà una giornata calda e gradevole quasi fosse primavera. Sono venuto per partecipare all’escursione ai siti archeologici dell’antica Misenum che è stata organizzata dall’Associazione Misenum. L’appuntamento è al Sacello degli Augustali, prima tappa del nostro “tour”, le altre sono costituite dalla grotta della Dragonara, dall’antico teatro romano e dalla Piscina Mirabilis. Dulcis in  fundo, trovandosi alla Piscina Mirabilis è obbligato fare tappa all’omonima Azienda Agricola Piscina Mirabile per una visita con degustazione di prodotti tipici. I rappresentanti dell’Associazione Misenum ci accolgono sulla terrazza naturale del Sacello degli Augustali, dal panorama incomparabile, dove ci introducono alla visita dandoci i primi cenni storici sulle origini dell’antica Misenum. Con competenza e malcelato amore per queste testimonianze storiche, apprendiamo la storia del Sacello e della sua fortuita scoperta e delle bellissime statue e dello splendido portale rinvenute durante gli scavi, e che oggi sono in mostra al museo archeologico dei Campi Flegrei al castello di Baia. In questo Tempio veniva venerata la figura dell’imperatore  Augusto e da qui deriva il suo nome.

Quattro passi al tiepido sole e raggiungiamo la Grotta della Dragonara situata a ridosso della spiaggia. Essa era una cisterna di acqua potabile alimentata in parte da una fonte naturale che sorgeva attraverso le fenditure tufacee ed in parte dall’acqua piovana.  Interamente scavata nel tufo, essa può contenere  5000 metri cubi d’acqua. Ancora oggi essa può assolvere al suo compito, tant’è che risulta piena d’acqua per la quasi totalità e fino ad una profondità massima di circa due metri. La fonte originaria non smette di sprigionare acqua riempendo la cavità, oggi come oltre duemila anni fa. Lungo le volte si possono intravedere i canali attraverso i quali gli operai venivano calati nella cavità e che venivano usati per portare fuori i materiali di scavo, mediante i quali si garantiva anche il ricambio d’aria nella cisterna.

Lasciato questo suggestivo sito ci rechiamo, sempre a piedi, al teatro romano, distante poche centinaia di metri. Questo sito, per la quasi totalità interrato, è importante poiché  rappresenta il centro della cittadina di Misenum tanto che gli esperti ritengono che esso fosse usato come macello (macellum) come teatro e come magazzino per le merci approdate al porto cittadino. Molto ad effetto è la passeggiata all’interno delle parti interrate del teatro, che sono state illuminate con candele per mancanza di linea elettrica, ma il risultato è caratteristico e particolare.

Lasciamo il porto per recarci a circa 500 metri, sul lago di Miseno (altrimenti detto “mare morto”) da dove raggiungeremo la Piscina Mirabilis. Qui incontro Giuseppe Illiano del pontile Lagovivo, con cui prossimamente ci vedremo per una gita in barca sul lago Miseno. Giusto il tempo di un saluto e raggiungo il gruppo che ha già cominciato a salire verso la Piscina.

Dopo una rampa di scale ed un breve tratto a piedi troviamo il sito. La Piscina Mirabilis è ritenuta essere la parte finale dell’acquedotto romano che dalle sorgenti di Serino nell’avellinese, portava l’acqua fino a Napoli e poi a Miseno, in un viaggio lungo circa 100 Km. Alcune parti ancora visibili dell’acquedotto romano sono rappresentate tra le altre, dai Ponti Rossi a Napoli, dall’Arco Felice Vecchio a Pozzuoli e dalle maestose arcate visibili lungo la statale Sannitica per Benevento. L’acqua proveniente da Serino veniva raccolta all’interno della Piscina, che ha una capacità vicina ai 10.000 metri cubi d’acqua e serviva ad approvvigionare la flotta ancorata nel porto di Miseno. La maestosità e la precisione nella realizzazione della struttura muraria sono valsi il soprannome di “Cattedrale” a questo splendido esempio di architettura romana. I giochi di luce ed ombre dal vago colore verde conferiscono solennità e misticismo a quest’opera, che si stenta a credere fosse destinata solo a contenere dell’acqua.

La nostra visita archeologica è finita ma ci resta da visitare l’Azienda Agricola Piscina Mirabile che, a suo modo, fa archeologia botanica, al pari di tutti gli allevatori di viti a piede franco della zona dei Campi Flegrei. Infatti le viti che producono Falanghina e Piedirosso hanno la caratteristica di poter essere allevate a piede franco, cioè mediante crescita diretta della pianta nel terreno con la propria radice originale e non, come negli altri casi, attraverso innesto del tralcio su una radice di vite americana, grazie alle particolari caratteristiche di composizione sabbiosa dei terreni flegrei. Ed per questo che oggi le viti che forniscono l’uva per il vino dei Campi Flegrei sono esattamente uguali a quelle usate due millenni prima dagli antichi romani.

La famiglia Scotto Di Vetta ci accoglie con piacere e ci invita a visitare la loro campagna, ricca di tante varietà di piante da frutta, di ortaggi e di agrumi, oltre che viti da vino.  Al termine della visita ci viene offerto un simpatico buffet di benvenuto accompagnato dal vino bianco Falanghina e dal vino rosso Piedirosso. Durante la degustazione chi desidera può raccogliere in proprio le arance ed i limoni direttamente dalle piante, pesarle ed acquistarle per portarsi a casa un pezzo profumato di campagna flegrea.

Ci salutiamo con i compagni di escursione e decido di passare il resto della giornata a Miseno per godermi questo splendido sole così torno verso la meravigliosa spiaggia con vista su Procida e Ischia.

Al termine della giornata, appena l’aria rinfresca, mi aspetta il Roof&Sky per godermi un corroborante thè verde e, mentre il sole tramonta sui Campi Flegrei dietro il Monte di Procida, io ripenso alla splendida giornata di oggi, cibo per la mente, per l’anima, per il corpo e per lo spirito. Cosa aspettate a venire a Miseno?