Di Mimmo Gagliardi

Arriviamo a Paestum venerdi 27 maggio che è già sera. Le nostre Strade della Mozzarella iniziano così. Appena il tempo di lasciare i bagagli all’Hotel Villa Rita, che sarà la nostra base operativa, e ci fiondiamo al Ristorante Nettuno, nel cui magnifico giardino affacciato sull’area archeologica dominata dai templi suggestivamente illuminati, avrà luogo la rappresentazione Gunaikes. Si tratta di brani tratti da tragedie greche interpretati da attori, tra l’altro tutti bravissimi, e legati al tema del ruolo della donna con il mondo greco. L’evento è stato allietato dallo spumante Berlucchi, sponsor di tutta la manifestazione, in abbinamento alle stuzzicherie del ristorante che ci ospita. Sabato 28 maggio al risveglio è l’odore delle mandrie di bufale delle tante aziende zootecniche della piana di Paestum apervadere l’aria. Ma è un profumo, non una puzza. E’ un odore di terra e fieno, di paglia ed erba ed è tipico e gradevolissimo. In mattinata ci tocca il tour tra i caseifici e poi potremo visitare gli stand enogastronomici. Partiamo alla volta del Caseificio Barlotti, primatappa del minitour delle Strade della Mozzarella. E’ una struttura molto ben curata con una bella area a verde con spazi per pic-nic, un palazzetto, che è l’antico casale, destinato a residenza del custode, un secondo fabbricato dove ci sono le sale di degustazione, una bouvette e lo shop dove comprare i prodotti ed un terzo fabbricato basso che è la zona di lavorazione. Oltre due ettari di spazi esterni completano l’azienda. Andiamo a vedere le bufale intente a mangiare mais, paglia ed erba, ne sono 250 oltre a cinque maschi riproduttori. Sono animali mansueti e curiosi che non disdegnano una carezza, anche se la loro mole (alcuni capi arrivano a sette quintali) consiglierebbe di non stuzzicarli troppo. Molto emozionante e divertente, specie per i tanti bambini al seguito, è la visita alla nursery, dove i piccoli bufalotti e bufalotte ricevono le cure necessarie dall’uomo poichè non possono stare in compagnia degli animali più grandi da cui potrebbero essere schiacciati. La visita prosegue con la lavorazione della mozzarella. Assistiamo al taglio della cagliata, alla cottura con acqua calda, alla mozzatura a mano delle mozzarelle, al passaggio in salamoia ed al confezionamento. Assaggiare la cagliata non ancora cotta, la mozzarella appena fatta e non ancora salata ed il risultato finale già pronto è molto interessante oltre che gustoso. Il latte di bufala è molto dolce di base, quindi gran parte di questa dolcezza la si avverte nella cagliata per decrescere con la cottura e rimanere latente dopo il passaggio in salamoia. Passiamo alla degustazione di mozzarella e ricotta di bufala con abbinato un prosciutto crudo irpino. C’è chi approfitta dello shop e chi si concede una pausa nel verdeggiante giardino. I Barlotti sono molto accoglienti e gli ho strappato, in verità senza troppa fatica, un invito per una giornata da loro con le mie bambine. Lasciamo il caseificio Barlotti per raggiungere la seconda tappa, il Caseificio Salati. Data l’ora possiamo vedere solo la fase di confezionamento poichè la lavorazione è terminata, ma la degustazione dei tanti prodotti proposti è fenomenale. Ciliegine di mozzarella di bufala, provoletta di bufala e bresaola di bufala. Il caseificio non ha animali nel sito, allora nessuna visita alle stalle, e quindi ci soffermiamo sulla degustazione approfondita e abbondante dei prodotti. Tornati al Ristorante Nettuno trovo uno “stampellato” Enzo Coccia che sebbene reduce da un infortunio è qui tra noi con la sua allegria e la sua verve. Appena ci vede ordina “pizza per gli amici miei!!!”  e, come per magia, compaiono due pizze favolose già solo a guardarle: la prima con mozzarella di bufala, pomodorino del piennolo e salsiccia di bufala e la seconda con bresaola di bufala, mozzarella di bufala, rughetta e grattata di provolone del monaco. Mitico Enzo! Facciamo un giro tra gli stand enogastronomici, conserve, composte, vini e prodotti tipici. Hai voglia a passare il tempo in attesa dei laboratori che abbiamo prenotato. In sala si svolgono di continuo incontri e laboratori dove gli chef si alternano nel proporre piatti nuovi e particolari. Partecipiamo al laboratorio sull’olio da frittura e degustiamo la pizza fritta di Enzo Coccia, sia nella versione pomodoro e mozzarella che in quella ricotta e mozzarella. Alle 17 si aprono i banchi di degustazione dei vini delle piccole vigne campane. Sono tanti gli amici presenti e tanti i nuovi produttori che non ho ancora avuto il piacere di conoscere. E’ una piacevole scoperta la Campania, sempre, sebbene nelle sue semplici espressioni, perchè è il calore delle persone a dotare i prodotti di quella marcia in più. Alle 18 c’è Looking for White, singolare laboratorio ideato da Luciano Pignataro, dove ci sono vari campioni coperti di due vini bianchi (quest’anno la Cococciola e il Coda di Volpe) tra i quali si dovrà votare il migliore abbinamento con la mozzarella di bufala. Alla fine vincerà la Cococciola. Fino a sera poi ci siamo trattenuti a degustare i vini nel giardino del Nettuno fino a che non abbiamo dato una mano ad alcuni amici a sbaraccare e con loro siamo andati a cena. Domenica 29 maggio siamo partiti alla volta del Monte Vulture per cantine aperte 2011 (ma questa è un’altra storia) e di ritorno dalla Lucania abbiamo fatto una fugace apparizione al castello di Agropoli per la cena finale delle Strade della Mozzarella. Giusto il tempo di godere di un posto singolare e suggestivo per poi fare ritorno a Napoli, molto stanchi per i tanti chilometri consumati e per l’intensità di questi due giorni, ma felici di aver percorso un altro bel pezzo di strada insieme.