Di Karen Phillips

Castelfranci… Una piccola comunità dell’Alta Irpinia, in provincia di Avellino. Un paese dove è possibile gustare seduti ad un tavolino del bar nella piazza principale un cappuccino con cornetto caldo ripieno di marmellata fatta in casa  e pagare soli € 1,70. Dove fanno ancora la pasta maccaronara a mano con il matterello dentato. Condita con pomodoro fresco e il formaggio grattugiato.

Castelfranci-600 metri sul livello del mare. E dal balcone di una casa nella piccola frazione di S. Eustachio, c’è una vista mozzafiato… Paternopoli… Montemarano … e se si cerca bene si riesce a scorgere anche il fiume Calore. Ero sul balcone della casa di Raffaele Boccella. Ho ammirato questo panorama mentre lui mi indicava  le sue vigne mozzafiato. Vigneti che volevo vedere da vicino durante la mia visita nella tarda mattinata, giusto prima che il sole di agosto diventi troppo caldo.

Sono stata in Irpinia per visitare l’Azienda Agricola Boccella. La cantina è di piccole dimensioni,  mi ha ricordato Raffaele Boccella mentre apriva  la porta della cantina. Di piccole dimensioni, ho pensato, ma sono invece grandi le bottiglie che escono da questa piccola cantina attaccata alla casa della famiglia dove tre vini vengono prodotti utilizzando le  proprie uve di Aglianico e di Fiano. Una rapida occhiata alle botti, ai tini in acciaio inox, e poi siamo scesi neivigneti.

Quando abbiamo iniziato il nostro tour nei vigneti che risalgono a 50 anni già il sole cominciava  a scaldarsi,  Uve di Aglianico e di Fiano che sanno godere della loro magnifica posizione qui a Castelfranci. Vigne che vivono comodamente tra gli ulivi secolari. Nel terreno argilloso che, in alcuni punti,  risulta più friabile di altri. Viti legate ai pali di legno con del salice, un ramoscello  che abbraccia la vite. Uva in procinto di cambiare colore, che devono aspettare ancora un po’ di tempo per maturare completamente per essere raccolta all’inizio di novembre. Durante la nostra passeggiata tra i vigneti, Raffaele mi ha spiegato la storia dell’azienda Boccella. Una storia che inizia nella sua famiglia quasi 50 anni fa. In questo vigneto, e con questo territorio fantastico. Quando suo padre vendemmiava e poi vendeva le uve ad altre cantine, anche se sempre una parte veniva raccolta e destinata alla produzione per se stessi. E come tanti altri viticoltori in Irpinia, quando il costo di uva ha iniziato a precipitare, Raffaele, e suo fratello Giovanni hanno preso la decisione di imbottigliare tutta la produzione. E con il loro enologo e amico, Sebastiano Fortunato, è nata la loro prima annata nel 2005. Mi ha  parlato della vita in vigna, della sfida quotidiana di rispettare i rigidi standard di un’azienda biologica, scelta che verrà ufficializzata solo dal prossimo anno. Sfide, ma anche grande soddisfazione, come stavo per scoprire quando ci siamo incamminati verso casa per iniziare la nostra degustazione dei vini.

Mezzogiorno si stava avvicinando, e la mia curiosità di assaggiare il Fiano di Boccella cresceva a vista d’occhio, mentre Raffaele e sua moglie Angela preparavano i bicchieri per la nostra degustazione di vini. E sul loro tavolo della cucina, le annate 2010 e 2009 di Casefatte Campania Fiano IGT. Entrambe con una interpretazione  diversa del territorio di Castlefranci. Con la 2010, per la prima volta, Boccella ha fatto macerazione e fermentazione con le bucce in botti di legno per cinque giorni. E nonostante fosse stato imbottigliato solo da un mese, un’ intrigante aroma di pompelmo si legava ad una prorompente sapidità, marker inconfondibile del terroir irpino. La 2009 aveva il vantaggio di aver trascorso più tempo in bottiglia. Ottima la prova di capacità di questo vino di invecchiare. I profumi di frutta bianca erano più dolci e con un grado maggiore di maturazione .

Ma ero nel paese del Aglianico, per così dire, e i miei occhi non potevano fare a meno di essere attratti dalle molte bottiglie che Raffaele aveva posizionato sul suo tavolo da cucina. Da dove possiamo cominciare? Rasott?

Ok … se vuoi …la mia risposta, cercando di nascondere  un sorriso, e un po’ di eccitazione. Rasott è  l’Aglianico di Bocella, Campi Taurasini DOC. Ho iniziato una mini vacanza attraverso le annate 2008, 2007 e 2005. Frutti rossi caldi e meravigliosi strabordavano dal vetro. Un leggero tocco di pepe a ricordare la piccola percentuale di questo vino che passa del tempo in rovere. E anche come, fin dal 2005, ho assaggiato un vino che mostrava ancora dei tannini così gagliardi tanto da convincermi che Rasott avrebbe avuto molto da dire nel prossimo futuro.

Taurasi? Perché no. Boccella del 2007, 2006 e 2005 erano sul tavolo ed alla fine sono  finiti nei nostri bicchieri. Bicchieri che hanno mostrato un colore rosso rubino intenso, dolci frutti rossi, calore e  tannini. Ad un certo punto mi sono ritrovata a meditare sulla 2006. Cercando di confrontarla con la 2007. Mettendo il bicchiere accanto quello del 2005. Ma poi, ho pensato, perché? Ogni annata è  diversa. Ogni vino ha una propria personalità, una breve storia alle spalle. Ed una strada lunga davanti a sé.

Una strada che in questo giorno particolare mi ha portato a Castlefranci. Una piccola comunità dell’Alta Irpinia, in provincia di Avellino. Un paese dove è possibile gustare seduti ad un tavolino del bar nella piazza pricipale un cappuccino con cornetto caldo ripieno di marmellata fatta in casa e pagare soli € 1,70. Dove fanno ancora la pasta maccaronara a mano con il matterello dentato. condita con pomodoro fresco e il formaggio grattugiato

Pasta che si acoppia perfettamente con una buona conversazione intorno al tavolo della cucina con nuovi amici e un bicchiere di Taurasi 2006.

Azienda Agricola Boccella

Via S. Eustachio

83040 Castelfranci (Av)

0827 72574
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