“Il caffè ha la facoltà di indurre gli imbecilli ad agire assennatamente.”
(Charles-Louis de Secondat, barone de Montesquieu; Filosofo, giurista, storico e pensatore politico francese).
L’Occidente scopre il Caffè tra il 1500 ed il 1600 grazie all’arrivo nei porti di Venezia e Marsiglia di navi con sacchi che contenevano i chicchi di caffè, allora la bevanda veniva chiamata “Vino Arabo”. Di caffè già si parlava in alcuni versi del Flos Medicinae Scholae Salerni, il più noto fra tutti i testi conosciuti della famosa Scuola Medica Salernitana, indicato in origine come Regimen sanitatis salernitanum (una raccolta di versi ed aforismi latini trasmessa a lungo oralmente). Ebbene nel Flos, il caffè è citato chiaramente due volte, la prima in un verso dove discettando sull’ordine delle pietanze da servire per il pranzo si consigliava di iniziare con le focacce e di terminare con il caffè, mentre la seconda citazione è dedicata alla descrizione delle proprietà medicamentose della bevanda che contraddittoriamente «impedisce e concilia il sonno», allevia il mal di testa, giova allo stomaco, aumenta la diuresi ed agevola la mestruazione; con la raccomandazione che i semi siano scelti, sani e giustamente tostati. Nello specifico della realtà Napoletana, la vera e propria diffusione del caffé a Napoli avvenne solo nei primi anni dell’800, quando comparve la figura del Caffettiere ambulante, che provvisto di due «tremmoni» (contenitori) uno pieno di caffè, l’altro di latte, e di un cesto con tazze e zucchero, girava per le strade alle prime luci dell’alba. Sempre in quel periodo in città iniziarono a comparire numerosi caffè.
Per questo motivo abbiamo deciso di partire proprio dal nucleo storico della città, infatti il Decumano inferiore o Spaccanapoli è, insieme al Decumano maggiore e al Decumano superiore, una delle tre strade che furono costruite dai greci e che attraversavano in tutta la loro lunghezza l’antica Neapolis (Napoli).
Spaccanapoli taglia infatti in due buona parte della città, partendo dal rione della Pignasecca (ai piedi del Vomero), attraversando tutto il centro storico (tra cui via Roma, piazza del Gesù, piazza San Domenico, San Gregorio Armeno e via Duomo), e giungendo alle spalle di Castel Capuano, nei pressi della Stazione Centrale.
Spaccanapoli rappresenta indubbiamente uno dei luoghi più tipici della città, in cui si coniugano tradizione, arte e cultura napoletana. Negozi di artigianato locale, i bar, le pasticcerie e le celebri botteghe d’arte presepiale (nell’adiacente via S.Gregorio Armeno), ne fanno una tappa obbligata ed uno dei luoghi più vivaci della città.
Ma scopriamo ora il primo Protagonista del Caffè.
Dopo aver superato Santa Chiara, proprio all’angolo tra Via S. Sebastiano e via Benedetto Croce, ci troviamo di fronte al Bar Settebello, probabilmente tra i più antichi del Decumano. Da oltre quarant’anni (ha aperto nel 1969) viene gestito dagli stessi proprietari.
Mi accingo ad entrare e prima di iniziare l’intervista faccio cortese richiesta di un caffè- E’ un tardo pomeriggio, orario ideale per poter approfondire i dettagli sulla preziosa bevanda.
Dopo l’attenta degustazione, chiedo a Ciro il barista se posso rivolgergli qualche curiosità sulla preparazione del caffè rassicurando anche i proprietari sulla mia richiesta.
Spontaneità, entusiasmo e curiosità mi danno il benvenuto e l’intervista si rivela una piacevole ed amichevole conversazione.
Inizio con qualche domanda meno tecnica che riporto in forma di botta e risposta:
– Cosa rappresenta il caffè a Napoli? Come viene visto da Turisti e cittadini?
“Per tutti diventa la scusa o l’occasione per una pausa, un incontro veloce o una chiacchiera tra amici, ma anche un semplice momento per gustare una bevanda tanto diffusa e conosciuta al mondo”.
– Quali difetti non deve mai presentare un caffè?
“Non va MAI servito in tazza fredda, in tal caso si presenterebbe privo della crema, che rappresenta uno degli aspetti caratterizzanti di tale bevanda”.
– Quale può essere la “sposa ideale” del caffè? (a quale dolce, della tradizione o non, vi piace accompagnarlo)
“Noi usiamo servirlo rigorosamente amaro, latte a parte se richiesto, e qualche biscotto, poi ovviamente è a discrezione del cliente”.
– Quale deve essere la filosofia del vostro caffè?
“Deve essere tradizionale e seguire la regola delle tre C”.
Per ciò che attiene, invece, l’aspetto dell’approfondimento più tecnico, ho pensato di rivolgere le seguenti domande:
– La macchina (la tipologia, il settaggio, il lavaggio, la manutenzione)
“Macchina tradizionale a pistone, pulizia giornaliera dei filtri e settimanale della caldaia. Ogni anno viene effettuata una revisione totale della macchina.
Fondamentale è il macinino, che va pulito a fine giornata e regolato ogni giorno e la macinatura dei grani; questa operazione e’ indispensabile per l’ottenimento di una bevanda ottimale, una macinatura sbagliata, può infatti surriscaldare la miscela sino a trasformare un ottimo prodotto in polvere bruciata”.
– La mano del Barista incide?
“Sicuramente bisogna conoscere bene la macchina, ma soprattutto il caffè, la differenza sta soprattutto nella macinatura e nel tarare adeguatamente il macinino”.
– Che tipo di acqua utilizzate?
“Acqua del rubinetto”.
-Umidità (incidenza e condizioni ideali)
“L’umidità incide notevolmente, proprio per questo il macinino va tarato giornalmente”.
– Miscela e tostatura (segreti, difficoltà, parametri di ottimizzazione)
“Da sempre viene utilizzata la Linea rossa di Toraldo, che prevede una tostatura scura ed è composto dalle migliori varietà brasiliane e centroamericane (85% Arabica, 15% robusta)”.
– Tazzina (quanto incidono tipo, temperatura, pulizia)
“Oltre alla tazzina di porcellana servita con il piattino, molto spesso il nostro caffè viene servito in bicchierini di vetro, anch’essi rigorosamente bollenti, infatti il forte spessore contribuisce a mantenere relativamente costante la temperatura dell’espresso”.
Conclusa la simpatica intervista ho ringraziato Ciro, il proprietario Pino de Stasio ed i suoi familiari per la disponibilità e la simpatia.
Allego la scheda degustativa del caffè
Bar: Bar Settebello – Via Benedetto Croce , 8
Data di degustazione: 28/04/2012
Prezzo: 0,90 €
Miscela: Toraldo
Colore: Marrone Ocra
Aroma: Tostatura fine ed appena percettibile
Densità: Quasi piena
Acidità: Leggera ma presente
Sapore: Cioccolatoso, equilibrato
Tazzometro:
Opinione Bar: In pieno centro storico, di dimensioni non eccessive, ma ben sfruttate.
Ha tavolini interni. Conduzione familiare, molto cordiali. (F.T.)
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