piero mastroberardinoDi Antonella Orsini
Una bella occasione per parlare della nostra terra,della cultura enogastronomica ad essa legata e dell’orgoglio dei nostri prodotti, questa l’introduzione al primo evento dedicato alla storia e alla cultura del vino, svoltasi nell’elegante salotto del Caffè Gambrinus ieri sera, con Romina Sodano squisita ospite e Marina Alaimo sommelier narrante e nostra guida alla degustazione.
Piero Mastroberardino si è presentato con una sana voglia di ” far emergere tutto quanto di positivo il nostro territorio sa esprimere”
La Mastroberardino, storica cantina di Atripalda (AV),nasce alla metà del Settecento grazie al trisavolo di Piero, il Cav. Angelo Mastroberardino. Dieci generazioni dedicate alla coltivazione di vitigni autoctoni per la produzione di vini di qualità.Marina Alaimo e Romina Sodano
Una presentazione davvero efficace di alcune slide che riprendevano foto e lettere della famiglia, ci ha proiettati indietro nel tempo, in quell’Irpinia aspra, fredda, una delle poche vigne innevate durante l’inverno, dove a novembre l’uva veniva ammassata su carretti e percorrendo sentieri impervi raggiungeva le cantine per la pigiatura. Proprio questo microclima particolare con sbalzi di temperatura anche di 20° tra giorno e notte, ha reso possibile produrre grandi vini come il Fiano di Avellino, il Greco di Tufo ed il Taurasi. “I grandi vini d’Irpinia – continua Piero – esaltano, con i loro toni minerali e le freschezze tipiche di un clima di montagna, i caratteri della cucina tipica delle zone costiere“. Gli si affianca lo chef Paolo Gramaglia che con la sua squadra di Chef della Costiera, per l’occasione ha creato due piatti di alta cucina utilizzando i due vini in degustazione : il Fiano ed il Radici Taurasi.
-Risotto alla cipolla ramata di Montoro con Fiano e una fonduta di Silano.
-Costoletta di maiale nero casertano con salsa di cavolo pompeiano, Taurasi e friariello croccante.

Carmelo Esposito e Paolo GramagliaPaolo Gramaglia ha introdotto Carmelo Esposito del panificio Esposito di Pompei, su ricetta dell’antica Pompei, hanno presentato una magnifica e fragrante composizione di vari tipi di pane sia per forma che per il sapore: un pane povero, duro, simile a una galletta, e quello dei ricchi con frutta candita e miele, pane con crusca e quello con il lardo.
Una sfogliatella frolla offerta dal pasticcere del Gambrinus ed un elegante passito bianco di muffa nobile, il Melizie Mastroberardino, hanno salutato gli ospiti.

Il Gran Caffè Gambrinus si sta evolvendo verso una nuova dimensione gastronomica di cui abbiamo avuto segnali certi a Natale con l’evento dedicato ai grandi panettoni Campani.

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Massimiliano Rosati, i fratelli Antonio e Arturo Sergio, stanno impegnandosi in un progetto curato da Romina Sodano, un format che renderà il Gambrinus un vero e proprio Teatro del Gusto, fra storia, arte e passione gastronomica.