DSCN2435Di Mauro Illiano

Dieci anni sono più di un mucchio di giorni messi in fila, dieci anni sono quel tempo che basta per capire se hai fatto la cosa giusta. In dieci anni le cose cambiano, le mode passano, le persone invecchiano. Ed è per questo che se siamo qui a parlare dei “Lunedì a tutta birra” di Babette, dopo dieci anni, vuol dire che siamo dinanzi a qualcosa di veramente straordinario.

Passione, cultura, aggiornamento, capacità di coinvolgere e tanta buona volontà, sono solo parte degli ingredienti usati per edificare questo Tempio del buon bere.

Dal 1992 Ugo Torre, insieme alla moglie Anna, gestisce la sua creatura “Babette”, che deve il suo nome alla famigerata pellicola “Il pranzo di Babette” diretto da Gabriel Axel nel 1987. Una banca del gusto in cui sono custodite riserve brassicole per più di 200 etichette, una vera Disneyworld dei distillati, in cui Ugo, che ama definirsi “Pazzo”, offre al bicchiere centinaia e centinaia tra Grappe, Whisky e Rum, una valle in cui fiumi di bollicine scorrono ad accompagnare creazioni gastronomiche mai banali (vedi i crostoni con prosciutto di cervo e l’insalata affumicata).

DSCN2428Oggi, 31 Marzo 2014, si festeggiano i dieci anni di un format oramai leggendario in città, “I Lunedì a tutta birra”, ovvero decostruzione e ricostruzione dell’arco temporale della settimana, in una nuova versione che inizia a tutto gas, per annichilire il primo dì di lavoro. Un ciclo di degustazioni guidato dalla voce di Alfio Ferlito, uomo di scienza prestato alla gastronomia, e seguito da un gruppo di fedelissimi adepti, alcuni dei quali hanno occupato ininterrottamente i posti in “classe”.

Per l’occasione Ugo ha evocato a sé il Maitre Charcutier Salvatore Cautero, già titolare della gastronomia “Caseari Cautero”, in auge dal 1997 in Piazzetta Pontecorvo.

Qualità per qualità, dunque, in una serata tutta da ricordare.

Passando dalla storia alla tavola, questa la sequenza delle portate per la felicità degli astanti: Fiordilatte a latte crudo con tartufo nero, accompagnato da uno Champagne JM Gobillard ed Fils Blanc de Noir a Hautvillers. E’ seguita, poi, un’Insalata affumicata, creazione storica del locale, comprendente salmone, pesce spada e provola affumicati, seduti su un letto di cuori di palma, rucola, spinaci, cipolla, olio ed un dressing di limone verde, piatto per l’occasione revisionato ed assemblato dalle mani stellate di Marianna Vitale (Sud Ristorante), ospite d’eccezione, che letteralmente alzandosi dal DSCN2449posto che occupava al mio fianco, ha dato lustro e stile ad una serata già memorabile in se. A rendere onore al piatto la Birra Hy Nut. E’ stata poi la volta del Prosciutto Crudo Mangalica ungherese, rarità delle rarità, orgoglio di Mr. Cautero, accompagnato da una Birra Baladin Nazionale. Si è giunti dunque ai formaggi, un tris d’autore, ovvero un Gorgonzola stagionato 200 giorni, un Cheddar dell’isola di Mull 18 months aged, ed un saporitissimo Ardrahan Irlandese, tutti nobilitati da un compagno d’eccezione, il Nikka Whisky Yoichi 10 anni, vera apoteosi sensoriale. Il finale dolce è stato assicurato da una libidinosa Sette Veli al cioccolato, al cui fianco è campeggiata una Tequila Herencia Historico Anejo 1997, rarità all’altezza del grande evento.

Dieci anni sono più di un mucchio di giorni messi in fila, dieci anni sono quel tempo che basta per capire se hai fatto la cosa giusta. Oggi ne siamo sicuri: Ugo ha vinto la sua scommessa.

Lunga vita alla qualità, lunga vita a “Babette”.

 

Prima dell’inizio dell’evento ho avuto modo di rivolgere qualche domanda a Ugo Torre (creatore di Babette)

Come nasce l’idea di Babette?

Ho sempre avuto la passione per la cucina. Prima di Babette già lavoravo in un Pub, e lì ho maturato l’esperienza giusta per realizzare questa impresa. Quando partii non sapevo dove sarei arrivato, né quale direzione avrei preso. Babette si è plasmata con le mie passioni, ha seguito la mia indole.

 

Cosa è cambiato in 10 anni di birra?

Tutto. Dieci anni fa facevi fatica a trovare un marchio di birra che si discostasse pur minimamente da quelli solitamente in vendita. Non c’era ancora una cultura della birra, men che meno della birra artigianale. Quando qui iniziammo a fare degustazioni di birra la storia era tutta da scrivere. Poi, negli anni, sono cambiate tante cose, come il ruolo della birra nel pasto o l’affermazione delle birre italiane…

 

Quali progetti dopo 10 anni?

Non mi è mai piaciuto seguire le mode. Ho sempre preferito testare personalmente la validità di ogni idea, senza lanciarmi in progetti senza alcun fondamento. Da oggi sono fiero di poter annunciare un nuovo progetto, un focus sulla gastronomia, un nuovo percorso di crescita attraverso l’approfondimento del matrimonio tra la birra ed il cibo.