Lubie SelosseDi Ivano Antonini
Un vino che va oltre al concetto di Champagne. Un vino che va oltre al puro stile Selosse.
Fin dalla sua mescita nel bicchiere si capisce fin da subito che gioca un campionato a parte, senza confronti, senza parallelismi. Non tanto per la grandezza in sé (che per quanto mi riguarda, nella medesima categoria, è stata superata solo da un Clos de Goisses Fuste Rosé 1999 monumentale bevuto qualche anno fa), ma per una magnificenza senza pari.
La fantasia di una giocata di Messi, la precisione di una assist di Pirlo, la solidità e la generosità di Robben, il genio vitale di Cavani, la profondità di una corsa di Zanetti e quei lampi da fuoriclasse delle giocate di Ibrahimovic.
Tutte caratteristiche che ritroviamo in questo Lubie, capace di mascherare e di mettere in secondo piano pure la carbonica che appena appena si fa sentire al palato e regala quel briciolo di vivacità e giovialità solo in uscita.
Fragolina di bosco, gelée di lampone, buccia di mandarino, pianta citronella, mandorla tostata, foglia di basilico e note fresche di pain d’épices.
Sorso che si fa sempre più importante con il passare dei minuti, dove ci ritroviamo quello stile Selosse, capace di coniugare precisione maniacale e sfrontatezza impetuosa, irriverenza e quell’impertinenza di uno champagne che vuole rompere gli schemi.
Finale da standing ovation.
Quello che vuoi trovare sempre, quando ti vuoi bere un vino all’insegna “stasera lo famo strano“. Ma non cercatelo in commercio, perché non lo troverete…
Lubie di Anselme Selosse. L’emozione in un bicchiere.

98/100 – Champagne Ambonnay Infusion Lubie Selosse 2004