Di Ivano Antonini
Siamo arrivati anche quest’anno al termine del Merano Wine Festival.
Anche nell’edizione 2014 non può certo mancare il consueto appuntamento con la consegna dei veri “Awards”, quelli da assegnare ai frequentatori della famosa rassegna meranese.
Premio “siamo nell’era 2.0” perché la famosa frase “noi ci siamo sicuramente visti a qualche degustazione” che si usava nelle vecchie edizioni del MWF, è stata sostituita con “noi siamo amici su Facebook”.
Premio “nella vita precedente ero un barman free-style”, al cameriere che la sera prima del Wine Festival mi ha stappato il Barolo Bussia Aldo Conterno del ’96. Appena versato… avevo già il fondo nel bicchiere.
Premio “ph” a colui che chiedeva se il vino che aveva nel bicchiere, fosse il “vino basico” dell’azienda.
Premio “maledette aziende emergenti” a colui che al tavolo di Biondi-Santi ha chiesto “avete mica un Chianti???”
Premio “l’alternativa ai trucioli” a colei che ci sentiva le doghe della barrique in un vino.
Premio “ripassa e sarai più fortunato” a colui che ha chiesto “la Rosa di Corte” al tavolo di Ornellaia. “Signore, guardi che il tavolo di Frescobaldi è lì di fronte”…
Premio “siamo tutti pusher” alla frase “mi hanno detto che avete robe tagliate con l’autoctono…”
Premio “tutta colpa della pioggia” al sentore di sottobosco e funghi porcini che da questa edizione del MWF sostituisce, definitivamente, il sentore di tappo.
Premio “rivediamo questi benedetti disciplinari-parte prima” perché dopo che gli è stato versato il vino, ha chiesto se quel Barbaresco “facesse solo acciaio o anche legno”. In effetti… un Barbaresco “solo acciaio” non sarebbe male come idea…
Premio “rivediamo questi benedetti disciplinari-parte seconda”. Tavolo di Lis Neris, Alvaro Pecorari sta servendo il Tal Luc a dei ragazzi:
“Con che uve è fatto?”
“Principalmente con il Verduzzo”
“Col Verduzzo????”
“Sì, certo. Perché?”
“Caspita! Non pensavo che si riuscisse ad ottenere dei grandi passiti con questo vitigno, eppure di Verduzzi dei Castelli di Jesi, ne ho bevuti tanti in vita mia!!!”
Il premio “cataratta” va invece consegnato direttamente al sottoscritto, perché per cinque minuti abbondanti (alle 10:30 del mattino della domenica, mica a fine giornata…) ero convinto che il Paleo lo producesse l’azienda Le Pupille.
L’edizione 2014 verrà ricordata anche per i pizzini che giravano per i tavoli dei produttori. Come diceva un famoso “statista” marocchino, mio ex collega di lavoro… “La regola, sei regola”, e vanno rispettate!
Alla prossima edizione!
era parecchio che non ridevo da solo, come un rimbambito (che lo stia diventando?) davanti allo schermo del pc. ahimé, la lontananza mi priva della possibilitá di proporre a Ivano Antonini il piacere della sua conoscenza, perché un autore cosí sottile e mordace lo si incontra volentieri… a presto rileggerti, spero