8 le bottiglieDi Lello Cimmino 

Giusto un anno fa partivano le serate INDòvino ed a quell’iniziale gruppo di 20 persone si sono aggiunte via via  tanti altri eno – appassionti,  corsisti AIS e Sommelier diplomati, facendo registrare sempre il tutto esaurito e, dopo un anno, si è anche formato un piacevole gruppo di amici che con un orgoglioso vezzo ci si riconosce  come  “INDòvini”.

La Nona  serata ha avuto come tema “Disciplinati o Indisciplinati” ovvero un viaggio tra i viticoltori ossequiosi dei disciplinari di produzione dettati per legge ed i produttori “indisciplinati”, ossia coloro che derogano ad alcune direttive, ma entrambi, secondo la loro arte, alla ricerca della vera espressione del vino.

Sotto la supervisione del delegato AIS Comuni Vesuviani Franco de Luca veniva versato il primo vino  in blind-test ossia il TERRA 2012 dei VIGNETI MASSA, DOC Colli Tortonesi composto da 90% di barbera, 10% fresia e coratina di 12,5°.

La barbera giovane di Walter Massa il cui nome ‘Terra’ è un omaggio del viticoltore a Gino Veronelli.

Nel bicchiere brilla un rubino con fitta trama, al naso rosa, tabacco e anche ginepro, in bocca  ciliegie mature, con confettura di piccoli frutti rossi; un buon corpo con beva immediata e grande piacevolezza. Molti INDòvini si sono avvicinati riconoscendolo come vino italiano del nord,  ma nessuno lo ha centrato.

Il secondo è stato Les Nourrissons 2010 di Stephane Bernadeau,  blend di chenin blanc  e piccole dosi di petit verdot per 14°di tenore alcolico, il tutto frutto di coltivazione biodinamica da una piccola zona della Loira. Alla vista, nel bicchiere, è di colore giallo dorato con qualche opalescenza. Al naso note sulfuree, arancia caramellata e citronella. In bocca, minerale con spiccata acidità e una piacevole e fresca nota ammandorlata. Un vino con grande struttura e particolare fascino: un indisciplinato ammirevole. Questo vino veniva, con invidiabile precisione, individuato da Paola Licci  che si proponeva prepotentemente al soglio di INDòvino della serata.

Terzo vino: il fiano  La congregazione  2012 di Villa Diamante.  Antoine Gaita, patron ed enologo dell’azienda, con il suo fiano ‘Vigna della congregazione’  è stato da sempre una bandiera del fiano DOCG con valutazioni al top per ogni annata, ma con il suo fiano 2012 l’istrionico enologo, sempre alla ricerca dell’eccellenza, ha dovuto declassare il suo miglior fiano ad IGT accorciando anche il nome per non disorientare il consumatore.

Ebbene si, la commissione assaggio della regione Campania, in prima e seconda sessione non gli ha assegnato la fascetta DOCG per la seguente motivazione ”Anomalie olfattive e gustative”. E’ vero, non ci siamo trovati davanti al classico fiano, ma perché limitarci alle omologazioni e non cercare  le reali potenzialità di questo esaltante vitigno?

Alla vista, giallo carico con riflessi verdolini, al naso erbaceo, foglia di pomodoro fresco, ma anche anice stellato e sentori gessosi.

In bocca, pieno ed elegante con pesca bianca, agrumato di bergamotto e fresche erbe aromatiche. Finale succoso e persistente. Questo fiano, se assomiglia ad un nobile vino francese non deve essere una “anomalia”: è pura potenzialità espressiva. Questo è quello che hanno espresso gli INDòvini all’assaggio ed è anche vero che nessuno ha indovinato il vitigno. Ma unanime è stato il giudizio: per fortuna che c’è Antoine Gaita.

Quarto vino: Monthelie 1er Cru Sur la Velle 2001 dello Château du Monthelie di Eric de Suremain. Splendido pinot noir di 13 anni della Côte-d’Or  e 13°di alcol.

Nel bicchiere un intenso colore granato con unghia aranciata. Al naso effluvi di chiodi di garofano, zenzero, muschio ed erbe balsamiche. In bocca morbido con tannini netti ed eleganti, piacevole sapidità un finale lungo e caldo con una bella persistenza di fragoline di bosco e ribes. Un vero spettacolo.

Il quinto è stato il Chianti Colli Senesi 2012 dell’ Az. Agr. Le Ragnaie, eccellente DOCG di 14°. Nel bicchiere scintilla un limpido rubino. Al naso, violetta secca ed anche susina rossa appassita. In bocca, tannino impalpabile con finale lungo e salino. Eccellente sangiovese coltivato a 607 mt s.l.m. sulle colline del Montalcino che per 7 mt non può pregiarsi dell’appellativo di Brunello di Montalcino,  in quanto il disciplinare impone come limite di coltivazione i 600 mt di altitudine. Stranezze di una rigida burocrazia, che vede comunque rilasciare le fascette di Brunello di Montalcino DOCG ad ambigui prodotti di basso costo  su scaffali di supermercati.

Il sesto in bicchiere è stato il Carmignano DOCG 2009 di Terre a Mano della Fattoria di Bacchereto. Splendido blend biodinamico Triple “A” di sangiovese, canaiolo nero, cabernet sauvignon di 14,5°.

12 Il gruppo INDòviniNel bicchiere rotea un corposo rosso granato di buona intensità. Al naso elegante attacco dolce di piacevole spezziatura,  tabacco ed erbe aromatiche come timo ed eucaliptolo. In bocca, fruttato pieno con  una bella spalla alcolica  e tannino di piacevole presenza. Lunga acidità e finale di pregiata balsamicità di eucaliptolo e di erbe aromatiche come il timo. Ad accompagnare questo intrigante confronto tra “Disciplinati ed Indisciplinati” ci sono stati due break culinari,  dove Raffaella e Stefano Pagliuca ci hanno proposto prima la pizza con i pomodorini del piennolo ed una  profumatissima focaccia con mortadella, a seguire, con il secondo break, mini tortanielli ed una focaccia con scarola, lardo di colonnata e provolone del monaco, esaltante combinazione di eccellenze con richiesta di bis degli INDòvini.

Gran finale con la presentazione del panettone della casa, dove Raffaella e Daniela hanno messo alla prova le loro capacità di lavorare il lievito e  la farina.

Felice esperimento che ha destato piacevole stupore, tale da convincerli ad una produzione natalizia con tanto di prenotazioni. Di sicuro sarà il prodotto più richiesto del Natale. In abbinamento un profumatissimo e brioso Moscato d’Asti di G.D. Vajra.

Come in ogni finale delle serate non potevano mancare  i premiati  che hanno visto come protagoniste due donne: la prima è stata Paola Licci che con estrema chiarezza ha indovinato lo chenin blanc de Les Nourrissons. Bravissima: i suoi recettori non hanno fallito in quanto ben allenati, visto che Paola ha partecipato anche alla serata indetta dall’Ais Napoli sempre all’Enopanetteria  con tema  proprio i diversi aspetti del camaleontico chenin blanc. A lei è andato, con la motivazione dell’esser di una “spanna” in più rispetto agli altri partecipanti,  Spanna Coste di Sesia dell’Az. Nervi. La seconda premiata con una bottiglia di Barbera d’Alba  dell’Az. Fenocchio è stata Valeria De Vito; anche se nel corso della serata  alcuni INDòvini si erano avvicinati, mi ha fatto particolarmente piacere premiare Valeria perché, nonostante la dolce attesa, partecipa assaggiando anche poche gocce di vino pur di non perdersi le piacevoli serate con l’allegra compagnia.

A Valeria ed al futuro papà Fabrizio vanno tutti i migliori auspici dell’intero gruppo di INDòvino.

A proposito, da veri INDòvini, Valeria e Fabrizio non hanno voluto conoscere il sesso del nascituro. In bocca al lupo.

Per la decima ed ultima serata della prima stagione, come da programma, il tema sarà a sorpresa; questa  si terra dopo l’Epifania e nel nuovo anno 2015.

Quindi, occhio alla pagina ufficiale di INDòvino e BUON NATALE a tutti.

 Auguri INDòvini a tutti.