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Di Valeria Avara
Una passeggiata tra le colline poste a 600 mt sul livello del mare, le più alte in questa zona, che sembrano non finire mai, il sole e il vento che ci ha accompagnati con grande entusiasmo tra le vigne che guardano il Monte Vulture: siamo a Barile, in Contrada Solagna del Titolo, con l’appassionata Elena Fucci e il padre Salvatore, con i quali abbiamo condiviso questa esperienza unica, immersi tra i vigneti allevati a guyot corto, e in parte,  anche con il tradizionale capanno vulturino, su di un terreno vulcanico e fortemente minerale.
Un terroir storico, contraddistinto da vigneti antichi condotti dal nonno Generoso e da un terreno segnato da più fasi eruttive che hanno creato un substrato composto da strati di argilla alternati a strati di colate laviche, lapilli e ceneri, stratificazioni che abbiamo ammirato passeggiando lungo i fianchi scoperti della vigna.
Giunti in cantina, abbiamo degustato Titolo, l’Aglianico del Vulture di Elena Fucci, che prende il nome dalla contrada Solagna del Titolo: fermentazione in rosso con temperature non maggiori ai 22-24°C, cui segue la maturazione in barriques nuove per circa 12 mesi, e infine l’ affinamento in bottiglia per 12 mesi.
Un vino dal colore rosso rubino con riflessi granato, dal profumo ampio e accogliente, con nuance dal timbro fruttato e speziato, sentori di rosmarino, tabacco e cannella. Grande personalità ed eleganza, di cui subito ci si innamora.
10562555_10206347110457846_5227925483732258548_oGustosi prodotti locali accompagnano Titolo, coronando la genuina e impeccabile accoglienza di Elena e di Salvatore Fucci.
Uno sguardo infine alla cantina, in costruzione, che sarà realizzata utilizzando solo materiale di recupero e tecnologici a impatto zero, riducendo i consumi energetici.
Con la promessa di ritornare quanto prima, li salutiamo con calore per proseguire la nostra giornata verso il nord-est del paese, alle spalle delle cantine, dove c’é il sheshë, un massiccio collinare caratterizzato da una miriade di grotte scavate nel tufo ed adibite, nel passato ed oggi in misura minore, a depositi per la conservazione del vino, in quanto assicurano una temperatura costante di 16-18°C.
10924828_10206347181619625_7123157236811736511_oIn questo scenario meraviglioso arriviamo in via delle Cantine, presso l’azienda Basilisco, 25 ettari di vigneto a conduzione biologica, disposte dai 450 e i 600 metri dal livello del mare.
Ad accoglierci Viviana Malafarina, che gestisce con passione l’azienda, con la quale il nostro cammino inizia.
Tra i vigneti di questa azienda che nasce all’inizio degli anni novanta, ci lasciamo affascinare non solo dalle cura delle bellissime vigne, ma anche dalla ricchezza della natura con rigogliosi alberi da frutto e ulivi, e un territorio incontaminato che ci mostra la varietà del terreno dovuta alle eruzioni passate del Vulcano ormai spento, le grandi pendenze e il tradizionale allevamento a capanno tipico della zona lucana che Basilisco sta recuperando in grande stile.
Ci aspetta ancora la cantina in un favoloso palazzo del XVI secolo, dove gli spazi dedicati alle fasi di vinificazione e di affinamento, sono ricavati all’interno delle grotte di tufo scavate a mano dai primi profughi albanesi insediatesi a Barile verso la fine del 1500.
Visitiamo affascinati la cantina, la barricaia e il caveau storico dell’azienda!
10914958_10206347159059061_3022198705373117334_oNel cortile esterno, ampio e accogliente degustiamo i vini  Sophia, Teodosio e Basilisco.
Sophia è un fiano, che ha seguito la maturazione in serbatoi di acciaio inox con permanenza sulle fecce. Luminoso giallo paglierino. Profumo intenso di fiori freschi, con una sfumatura di rosa che arriva facilmente al naso. Gusto avvolgente e sapido.
E subito dopo i due Aglianico del Vulture, Teodosio e Basilisco.
Teodosio che prende il nome da un imperatore bizantino la cui effigie è riportata su una moneta del V secolo, che è il simbolo dell’azienda. Questo Aglianico fermenta in acciaio per 15/30 giorni, segue l’affinamento in barrique per circa un anno e infine 10/12 mesi in bottiglia. Ciò che sorprende è il colore cristallino di un rosso rubino dai riflessi violacei, con profumi di frutti di bosco e dal gusto gradevole e persistente.
Il vino di punta, Basilisco, dal greco “piccolo Re”, svolge una fermentazione in acciaio per 15/30 giorni ed un affinamento di 13/15 mesi in barrique di rovere francese e un anno in bottiglia.
Dal colore rosso rubino intenso con eleganti sfumature di viola. Potente all’olfatto, incipit balsamico, prevalgono poi i frutti di bosco assieme a prugna e ciliegia. Lunghezza infinita.
Ringraziamo Viviana per averci guidato e accolto nella sua “casa”,ma ci lasciamo ancora coccolare un po’ dalla tranquillità del luogo, dalla bellezza del panorama, prima di fare ritorno da queste bellissime terre del vino ricche di tanta storia.


Foto di Anna Ciotola