Costretto in un letto da un gran raffreddore, nel niente da fare trascorrono le ore. La mente nell’ozio é libera e puó essere applicata alle piccole cose che, se analizzate a dovere, si ingrandiscono. Il piacere della colazione a tavolino, ad un’ora impensabile rispetto ai ritmi quotidiani del lavoro, ricompensa del dispiacere alla vista di una giornata radiosa, fuori dalla finestra, con un sole limpido e un’aria fina che altri godranno, poiché al malato sono preclusi. Una colazione ricca e variata: frutta, yogurt, caffelatte, torta, pane, per cominciare con un pieno di energia una lunga giornata. Peccato che i sapori siano guastati dalla chiusura del naso. I bei profumi, che fanno di ogni alimento un’esperienza, componendosi tra loro, marcando o stuzzicando i ricordi, ogni odore una qualitá differente, un elemento con un carattere proprio, riassumibile in una parola, e articolato con gli altri odori, a formare una frase, secondo la sintassi della degustazione. É il linguaggio olfattivo, altresí detta la lingua del naso, che parla all’intelligenza e alla memoria attraverso i sensi, attingendo da un vocabolario di oltre diecimila parole, e beato colui che ne conosce abbastanza. A ben pensare, che peccato non poter disporre del vocabolario olfattivo davanti ad una colazione ricca e variata. Eppure, qualcosa di buono c’é, colpisce i sensi e da un senso alla piccola tavola imbandita rispetto alla tazzina solitaria sul comodino, tra i fazzoletti e l’aspirina.

Ai recettori del gusto, dolce, salato, acido, amaro, carnoso, e al tatto, ruvido, liscio, duro, morbido, aggressivo, soave, alla prova dello schiacciamento e della frantumazione, ancora duro o morbido ma in un senso diverso, eppoi tenace o friabile. Gli elementi sono analizzabili separatamente, poi ricombinabili nelle mutue relazioni di un sistema. Ogni elemento una parola e una qualitá, e insieme una sintassi, a formare il linguaggio al palato, ovvero la lingua della lingua.
La colazione ricca e variata é terminata. Restano le bucce, le briciole, i fondi di tazze e bicchieri. E la sensazione di avere riscoperto qualcosa di buono e di utile, che in un giorno di costrizione tra letto e stanza da bagno ricompensa del sole e dei profumi perduti.

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