20170120_130005di Fosca Tortorelli

Da giugno 2016 il porticciolo di Baia accoglie una nuova attività ristorativa, il “Riccio Restaurant”, una piccola e accogliente locanda di mare, così come amano definirla Salvatore Di Meo, le sue figlie, Eliana e Roberta e Alessandro Costigliola (già titolare dell’apprezzato Tuna Restaurant ), titolari del locale.

Poco più di trenta coperti all’interno e altrettanti all’esterno, in una piccola veranda, che si affaccia direttamente sul porto. Un ambiente luminoso e curato dove si respira una luminosa e rilassante area di mare, che fa già pensare alla solarità estiva.

Dopo qualche mese di rodaggio, i titolari hanno finalmente trovato in Paolo Caruso, il giusto timoniere, che da autodidatta, ma con brevi esperienze presso cucine di rilievo come Le Colonne di Rosanna Marziale, si diverte in cucina, gestendo in modo semplice e creativo la materia prima, che varia di giorno in giorno. Infatti, come ci raccontano i titolari, il loro principale credo e punto di forza è la scelta di ciò che il mare e la terra offrono, garantendo ogni giorno una proposta diversa in base al pescato, rigorosamente locale. Colpisce la coscienziosità e la fermezza nell’affermare di non avere timore di non aprire il locale, nel caso in cui la materia prima non sia disponibile o non soddisfi appieno le loro esigenze.

Il menù, ad ogni modo è piuttosto vario e offre una discreta selezione di antipasti, tra crudi e cotti e molti intriganti abbinamenti con ortaggi stagionali.

In occasione del pranzo organizzato per la stampa di settore, si è potuto costatare la concretezza di ciò che i titolari hanno 20170120_135811raccontato, l’Ostrica frizzante agli agrumi ha preparato il palato, lasciando subito il posto a un goloso Arancino di mare, ben contrastato dall’amaro dei friarielli che lo accompagnavano. Non poteva mancare una bollicina iniziale, che con la sua incisiva effervescenza ha accompagnato la gustosa preparazione; anche qui ha prevalso un’ottimale scelta territoriale, opzionando il Dubl Falanghina Brut di Feudi San Gregorio. 

I primi antipasti proposti hanno dato vita a un interessante gioco di colori e sapori, dove molluschi e pescato si sono intersecati con diversi ortaggi. Molto interessante e inusuale il pesce serra appena scottato e adagiato su un letto di scarola partenopea e, di impatto estetico, il cubo di patata alla pescatora e il Polpo alla brace su vellutata di zucca. A cui si sono succeduti il Baccalà al cuore di provola in crosta di patate su specchio di friarielli, con tarallo di arachidi e la Tartare di gambero rosso con julienne di seppioline e mentuccia; quest’ultima particolarmente interessante per l’indiscutibile freschezza della materia prima e per l’ottimale equilibrio di consistenze.

Dei due i primi in assaggio, va citato lo Spaghetto ai lupini su vellutata di fagioli cannellini, la pasta è stata cotta a regola d’arte e la cremosità dei fagioli ha dato spessore e gusto al piatto, risultando in armonia con la  Falanghina Cruna de Lago de La Sibilla, proposta in abbinamento.

Un rinfrescante predessert ha lasciato il posto ad un classico ben interpretato, un Tiramisù con gelato alla nocciola, che chiude in modo egregio il piacevole pranzo.

Un posto da consigliare e in cui tornare per un pranzo o una cena, per gli amanti della cucina di mare.

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