Di Roberta Porciello
Siamo a via Merliani 51, un angolo di bontà in cui troviamo tanta attenzione per i prodotti e un impasto che prevede l’uso di farine di tipo 0 e 1 macinate a pietra: queste sono solo alcune delle caratteristiche della pizza di Luciano Sorbillo. Un cognome importante, una famiglia legata a doppio filo all’arte bianca, una storia arrivata ormai alla terza generazione. Con il nome “pizz a’ street”, si vuole ricordare proprio la sua famiglia e l’ormai famosa Esterina che nel piccolo locale di via tribunali faceva mangiare una pizza stritta a stritta per riuscire ad accontentare tutti i clienti. Altri tempi… ora Luciano raddoppia a via Merliani dopo la prima pizzeria aperta a vico Acitillo. Luciano, uomo di economia e numeri, è tornato al mondo della pizza per passione e volontà di continuare la tradizione, magari con maggior consapevolezza e anche, perché no, un occhio più critico e attento grazie proprio grazie ai suoi studi professionali. Dedicata alla nuova apertura la pizza Merliani 51, fresca e di stagione, con fave saltate in padella, caciocavallo, pancetta croccante e mandorle, gusto e bontà grazie a un impasto consistente e leggero, allo stesso tempo, che ben avvolge il topping dal sapore di primavera. Semplicità e sapori netti e ben delineati nella pizza Carolina con provola, fiori di zucca, pecorino, pepe nero, basilico e olio extravergine delle colline beneventane dell’azienda Zollo. Non poteva mancare poi la più classica delle pizze, il banco di prova per ogni pizzaiolo che si rispetti, un’ottima Margherita Dop con mozzarella di bufala campana e pomodoro San Marzano. Il tutto accompagnato dalla birra del birrificio artigianale San Biagio, una piccola realtà umbra che è riuscita a riprendere l’arte dei vecchi monaci e ridare luce alla loro birra, sfruttando al meglio le sinergie con la loro azienda agricola per produrre in house l’orzo che servirà per il malto. Già dal loro motto si intuisce lo spirito: “La prima birra artigianale italiana d’ispirazione monastica, nutrimento per il corpo e lo spirito; ed è proprio la birra Monasta che ci ha colpito, accompagnando sia la Margherita, sia le pizzette fritte con cioccolato fondente. Un bel colore ambrato tendente al nocciola nel calice che evidenzia una naturale velatura; al naso si offre con profumi di miele e alloro che si intrecciano a nuance floreali; il corpo è strutturato, con un sorso piacevole ed equilibrato nei toni caldi e morbidi, alternando con garbo la dolcezza dei malati all’amaro dei luppoli. Una piacevole scoperta, un locale pensato e studiato con attenzione e dedizione da un uomo di cultura e passione.
In bocca al lupo a Luciano e a presto.
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