spaghetticotelline.jpg(Bad) News…reduce dalla tradizionale (e forse ultima) frittura di paranza domenicale…Sigh! (T.L.)

Roma, 30 mag. (Adnkronos) – Lo stop alle telline mette a rischio oltre un milione di piatti, dagli spaghetti alle zuppe, serviti ogni anno con il gustoso mollusco nelle case e nei ristoranti soprattutto nel Lazio, ma anche in Puglia, Campania ed in altre regioni. E’ quanto stima la Coldiretti in riferimento all’entrata in vigore del Regolamento comunitario Mediterraneo che introduce dal primo giugno nuove norme per la pesca che di fatto rischiano di far sparire dalle tavole degli italiani le telline, tutelate e festeggiate con sagre nel litorale romano, ma anche i cannolicchi ed altri pesci. Si tratta degli effetti delle nuove norme che -precisa la Coldiretti- prevedono tra l’altro distanze per la pesca dalla costa a non meno di 1,5 miglia per le reti gettate sotto costa, che diventano 0,3 per le draghe usate per la cattura dei bivalvi, impedendo di fatto la raccolta di telline e cannolicchi. E’ importante l’avvio della procedura comunitaria per la richiesta di una deroga per salvare una tradizione gastronomica nazionale molto radicata, evitare gravi perdite economiche ai circa 1000 pescherecci coinvolti dove trovano possibilità di lavoro circa tremila persone, per i quali vanno individuate misure adeguate. Le nuove norme peraltro, riducendo la produzione nazionale rischiano – continua la Coldiretti – di aggravare la già pesante dipendenza italiana dall’estero da dove arriva ogni anno circa il 60 per cento del pesce consumato a livello nazionale. La Coldiretti ha recentemente ampliato il proprio ambito di rappresentanza delle imprese singole e associate al settore della pesca e dell’acquacoltura attraverso la costituzione di ”Impresa Pesca” (Associazione Nazionale della Pesca e dell’Acquacoltura) che fara’ da punto di riferimento per le imprese singole in sinergia con l’Unci Pesca che tutela gli interessi delle cooperative di settore. Dura la reazione della senatrice della Lega Nord, vicesindaco di Lampedusa con delega alla pesca, Angela Maraventano. ‘I nostri marinai e pescatori chi li sfamerà la Comunità Europea? – chiede -. Con tutta la disoccupazione che abbiamo, ci vuole pure il settore pesca. Ma cosa si sono messi in testa a Bruxelles, la colla di pesce?”. Maraventano, figlia di pescatori, ritiene che il divieto di pesca dell’Ue di calamaretti, seppioline, moscardini, lattarini, telline e bianchetti per tutelare i pesci grossi del Mediterraneo ”servirà solo a dare il colpo di grazia alla nostra economia marinara, basata anche sulla pesca di queste specie che hanno fatto della ristorazione italiana nel mondo un must di prelibatezza”. Ristoratori preoccupati, da Roma a Napoli, per il nuovo regolamento comunitario. ”Se entrerà in vigore saremo costretti a cambiare il nostro menu – dice all’Adnkronos Monica Spalletta, chef di ‘Mastino’, storico ristorante romano di Fregene -. I nostri clienti sono preoccupati, non potranno più gustare piatti della tradizione come le bruschette o gli spaghetti con le telline, frutti di mare tipici della costa laziale”. Più cauto il titolare di ‘Giuseppone a Mare’, lo storico ristorante partenopeo a Marechiaro. ”Stiamo cercando di capire bene di cosa si tratta e quali pesci effettivamente non potranno più essere pescati – dice il titolare, Silvio Della NotteIl problema maggiore riguarderà i cosiddetti ‘cicinielli’, che fanno parte della nostra tradizione culinaria e che saranno quelli che mancheranno di piu’ ai clienti”.”Noi siamo pronti a variare il nostro menu, anche se dispiace per i clienti – conclude -. La sconfitta più grande sarebbe se dovessimo finire per lavorare solo con prodotti allevati”.
Fonte: Adnkronos