LA NUOVA AIS: IDENTITA’, STILE, CULTURA

E’ per me doveroso iniziare con un ” grazie” a voi tutti, alla grande famiglia dell’ AIS che ho avuto l’onore di guidare per otto anni, dal 2002 ad oggi.

Otto anni che mi hanno arricchito professionalmente e umanamente.

Uno straordinario viaggio attraverso i territori italiani del vino, a stretto contatto con i sommelier, i dirigenti, i produttori.

A servizio dell’associazione, della sua unità e del suo sviluppo.

Proprio perché ho vissuto il mio incarico di Presidente come servizio, sono pronto a passare il testimone senza rimpianti, consapevole di aver fatto il possibile, per quanto in mio potere, per il bene dell’AIS.

Lascio un’AIS unita e forte.

Unita grazie ad una organizzazione che ha imparato a valorizzare le realtà regionali con la riforma statutaria del 2003 sull’ autonomia (un federalismo “ante litteram”) e, al tempo stesso, a integrarle in un progetto comune di respiro nazionale.

Forte, cioè autorevole, ascoltata, accreditata presso i produttori vitivinicoli, presso gli attori della filiera commerciale che da essi ha origine – enoteche, ristoranti, alberghi – e presso le istituzioni pubbliche.

Forte perché solida economicamente, con un bilancio sano, in attivo, che consente, grazie a un strategia bene impostata, di programmare gli investimenti futuri in idee e progetti.

E con la nuova sede, di cui abbiamo completato l’acquisto.

Molto c’è ancora da fare, ma la strada è tracciata.

Si può procedere spediti. In buona compagnia, con le altre associazioni del settore enogastronomico, con i centri di alta formazione e le Università.

La meta è certa: la presenza diffusa dell’AIS a livello mondiale.

L’internazionalizzazione è già una realtà con la WSA – Worldwide Sommelier Association. A metà ottobre celebreremo il 2° Concorso Miglior Sommelier del Mondo a santo Domingo, nella Repubblica Domenicana.

Siamo presenti in numerose nazioni europee ed extraeuropee. Dopo i recenti corsi ad Amsterdam, Bangkok e a Singapore, partiranno a breve i corsi in Polonia mentre sono giù in essere contati con la Cina.

Siamo accolti e stimati nelle ambasciate.

Dobbiamo, dunque, sempre più perseguire questa apertura al mondo come nostro obiettivo principale.

Guai se ci chiudessimo in noi stessi, paghi dei risultati raggiunti!

D’altra parte, come bene sappiamo, anche nel mondo del vino la competizione è globale. Lo documentano i dati: in Italia da anni si registra un calo dei consumi, mentre nel resto del mondo la crescita è costante. Le nostre imprese vitivinicole hanno progressivamente focalizzato l’attenzione delle vendite oltre confine. I paesi emergenti – Sudafrica, Australia, Nuova Zelanda…- vantano prodotti di tutto rispetto, con un buon rapporto qualità-prezzo.

Competere con loro è una sfida impegnativa, da affrontare con coraggio.

Una sfida che va giocata sulla qualità e sull’innovazione.

La crescita del valore dell’export italiano è significativa e, certo, ad essa non è estranea la presenza dei nostri sommelier in Europa e nel mondo, quali ambasciatori delle produzioni nazionali.

Desidero qui ringraziare i responsabili della formazione AIS che hanno saputo preparare professionisti che tutti ci invidiano con una didattica di alto profilo, moderna e aggiornata, della quale sono chiaro esempio i tre livelli corsuali e la nuova manualistica, già tradotta in diverse lingue.

Parlando di professionalità e didattica, sono giunto al “cuore pulsante” della nostra realtà associativa.

Che cosa ci ha reso in questi anni così autorevoli in Italia e nel mondo?

La risposta è una sola: la cultura.

La scelta di puntare tutto sulla cultura.

Abbiano realizzato insieme una grande operazione culturale che ha radicalmente trasformato la figura del sommelier, posizionandolo come comunicatore esperto del mondo del vino e, oltre, delle eccellenze enogastronomiche italiane, del “made in Italy” agroalimentare.

Profondo conoscitore dei territori, delle culture, delle lingue.

Capace di relazionarsi con ogni tipo di pubblico e in ogni situazione.

Non più solo mescitore di calici!

Giustamente la figura del sommelier professionista è stata inserita, dopo una lunga battaglia condotta dall’AIS, nel contratto nazionale del lavoro al 3° livello, e già stiamo operando perché sia passata al 2°, ovvero alle funzioni direttive vere e proprie.

La cultura è la nostra carta vincente.

Con essa abbiamo imparato ad abbinare vino e cibo.

Abbiamo creato interesse per i territori e per le produzioni di qualità.

Abbiamo collaborato con la Bocconi, con l’Università di Verona e con Alma, la scuola internazionale di cucina italiana fondata da Gualtiero Marchesi.

Abbiamo dato vita a una rivista, “De Vinis”, letta e apprezzata in tutto il mondo del vino.

Abbiamo educato al “bere bene” e al “bere consapevole”, avvicinando al mondo del vino tanti giovani, attratti al di là di ogni immaginazione da uno stile nuovo di consumo e di socialità.

Oggi siamo oltre 30.000. Eravamo 24.000 nel 2001.

Sul totale degli iscritti oltre il 50% sono under 40 e ben 9100 sono le donne!

Con la cultura abbiano coniugato il prodotto vino, i produttori e i sommelier professionisti, un “tris vincente” che configura il “sistema vino” come forza trainante dell’agroalimentare italiano.

E’ questo, del “sistema vino”, il punto di forza dello sviluppo futuro e insieme il punto di debolezza attuale.

Non posso nascondere che la nostra proposta di dare vita agli “stati generali del vino”, lanciata nel congresso dello scorso anno, non è decollata, a causa principalmente della mentalità individualista che ancora pervade di sé il settore vitivinicolo.

Sono certo, però, che la proposta degli “stati generali” mantiene intatta la sua attualità e potrà essere rilanciata in prospettiva dell’Expò mondiale 2015 di Milano. Un’occasione da non perdere per fare sistema senza “se” e senza “ma”.

In conclusione.

So di lasciare una squadra affiatata, che ha imparato a lavorare insieme con pazienza e tenacia, cercando sempre il massimo consenso possibile su ogni decisione e ottenendolo con l’ascolto, il dialogo costruttivo, il rispetto delle diversità.

Continuerò come sommelier associato a seguirvi e a sostenervi. Mi attendono nuovi impegni nel turismo e nell’associazionismo imprenditoriale della mia regione, nei quali porterò il patrimonio umano e professionale di questi otto anni.

Di nuovo, un grazie a tutti voi.