Di Anna Ruggiero
La passione del vino migliora la socializzazione e favorisce l’incontro tra persone di mondi diversi.
E’ una mattinata piovosa, ma ancora calda. Sono a Quarto, nella zona Viticella in compagnia di nuovi amici, emozionatissima al solo pensiero di vivere l’esperienza della mia prima vendemmia.
Abbiamo tutti i volti ancora assonnati e la curiosità di vedere cosa accadrà. Anche il tempo ci viene in soccorso e la pioggia si placa facendo sperare in una bella giornata.
Grazie all’Ais Napoli, siamo graditi ospiti della famiglia Carputo, che ci accoglie nella sala degustazione per la colazione. Marisa si lascia tentare per un cornetto alla crema. Nella sala sono esposti i prodotti realizzati dalla famiglia Carputo nel corso degli anni ed i depliant promozionali. Rifocillati ci spostiamo nell’ingresso dell’azienda dove è stato organizzato un banco di accoglienza nel quale ci viene consegnato un capello e le cesoie. Milena Carputo ci saluta e ci invita ad impegnarci nella raccolta delle uve bianche che oggi attendo noi per essere trasformate in nettare degli idei.
Le terre sono vicine all’azienda e in breve siamo ai filari… Guardiamo con attenzione le viti.
Un dipendente dell’azienda ci mostra come tagliare i grappoli e come organizzare il lavoro. Poi tutti all’opera.
Le piante sono ancora bagnate e c’è un bell’odore di terra. Ci mettiamo a lavorare in gruppi raccogliendo l’uva nelle ceste che poi colme verranno raccolte dai contadini con il trattore. Le piante si lasciano potare da mani inesperte come le nostre e ci regalano i loro odori. Mi diverto moltissimo a lavorare, mi piace vedere che piano piano il raccolto aumenta. Marisa come me sorride e soffre in silenzio mentre gli insetti le lasciano dei dolci ricordi. Tra i filari, c’è tempo di conoscersi e di fare nuove amicizie, di raccontarsi sogni e speranze di un cambiamento del territorio. C’è chi vorrebbe diventare sommelier professionista, c’è chi vorrebbe aprire un’enoteca e c’è chi oggi si gode il piacere di sporcarsi le mani con la terra. C’è chi non può fare a meno di una pausa mangiando l’uva che è davvero dolcissima e succosa. La raccolta continua fino ad ora di pranzo poi tutti in azienda, dove ci accoglie un lauto banchetto.
Pasta e fagioli, gnocchetti al sugo di carne, salsicce alla brace, carne al sugo, verdure miste, il tutto accompagnato dagli ottimi vini di casa Carputo. Assaggio la Falanghina “Collina Viticella” le cui uve abbiamo vendemmiato stamane e il Piedirosso “Etalon” che hanno ottenuto nel 1994 l’ambito riconoscimento DOC. Sono due vini giovani e piacevoli. Elena ci guarda sorridente, sa che le sorprese non sono ancora terminate! Arriva l’uva che abbiamo raccolto e il sig. Francesco Carputo ci invita a vedere la sua trasformazione. L’uva viene posta nella macchina diraspatrice che separa il raspo dagli acini. Mentre il raspo viene poi avviato a diventare concime, gli acini e il suco vengono convogliati nella pressa soffice, dove viene pigiata e il succo inviato all’interno dei capienti silos in acciaio. Le bucce, residuo della pressatura, verranno conferite ad una distilleria per poter produrre le grappe che vanno a inserirsi nella proposta commerciale dell’Azienda Carputo. Il Sig. Francesco non lesina spiegazioni e ci accompagna in questo viaggio nel nostro piccolo paradiso. Ci spiega le diverse fasi di produzione sia per la realizzazione del bianco che del vino rosso. L’azienda è molto giovane, essendo nata negli anni ’90, ma sta crescendo nel mercato italiano, affiancandosi tra i brand nazionali più noti. Mi colpisce la passione e la tenacia della famiglia Carputo, che come le altre aziende dei Campi Flegrei, continuano a credere ed investire in un territorio tanto martoriato. Non ci lasciamo distrarre un attimo e continuiamo a fare domande. Elena, seppur dolorante per una caduta, resta con noi, ben sorretta dai suoi angeli custodi. Alla fine, grati per la splendida esperienza e per l’ospitalità ringraziamo la famiglia Carputo regalandogli una targa in ricordo, non prima però di aver ottenuto di poter assistere nei prossimi mesi alla potatura delle piante. Grazie per l’ospitalità e per la passione che ci avete trasmesso. Saremo di nuovo con voi in febbraio e non è una minaccia ma una promessa!