Di Fosca Tortorelli

L’idea di organizzare una serata con spumanti da vitigni completamente diversi dal solito, provenienti da varie regioni d’Italia mi ha subito intrigato e devo dire che la serata si è rivelata un’occasione di confronto divertente, stimolante e molto interessante. La sera del 23 febbraio ci siamo ritrovati al “Veritas” di Stefano Giancotti, dove Francesco Martusciello, amministratore delegato di Grotta del Sole e docente dell’AIS ha presentato la serata. Ha iniziato illustrando l’associazione dall’affascinante nome di “Anima” (Associazione Nazionale Italiana Metodo classico Autoctono) della quale fanno parte una trentina di produttori di spumanti di uve da vitigni autoctoni, e ha proseguito con una chiara e piacevole spiegazione sulla tecnica di vinificazione delle bollicine italiane, accattivando il pubblico con le sue preziose doti di comunicatore. Dopo la coinvolgente premessa di Francesco le nostre papille erano ormai ansiose di provare gli spumanti e le pietanze scelte per l’occasione; per cui si sono aperte le danze e come aperitivo è stato scelto il Nerello Mascalese Rosè Brut Murgo, che con una discreta potenza gustativa ha accompagnato diversi sfizi, tra cui i friabili grissini,due tipi di crostini ( uno più delicato con burrata e pomodorini confit e l’altro dal sapore più pronunciato con salsiccia, friarielli e provola) e dei cubetti di frittata. Dopo esserci accomodati ai tavoli, come primo spumante è stato servito il Priè Blanc 2007 Brut Blanc de Morgex et de la Salle ottenuto da uve Blanc de Morgex franche di piede e coltivate a 1200 metri. Vino dai profumi delicatissimi e da finezza ed eleganza, che è riuscito ad accompagnare l’impegnativo stuzzichino a base di o’musso, ostriche, salsa di cipolla e foglie di shiso, poco dopo ci è stato servito del baccalà mantecato accompagnato da puntarelle con vinaigrette alle acciughe che equilibravano la dolcezza del pesce con la loro nota amarognola. Su questa portata lo spumante prescelto è stato l’ Erbaluce Cuveè tradizione 2005 Brut Az. Ag. Orsolani, a mio avviso pronto, ma di grande struttura e con eleganza e persistenza gusto – olfattiva notevole. Poi è stato il momento dei mezzi paccheri con pomodorini del piennolo, totanetti e pesce di scoglio che sono stati ben sostenuti dalla grassezza del Verdicchio Brut Colonnara 2004.Intanto tra una portata e l’altra si commentavano le piacevoli sorprese e le peculiari sensazioni di questi spumanti prodotti con uve autoctone.Come ultima portata salata è stato servito un filetto di merluzzo dorato,accompagnato da una delicata maionese alle olive nere di gaeta a cui è stato abbinato il noto Asprinio d’Aversa Extra Brut di Grotta del Sole, che ha ben bilanciato il fritto con la sua freschezza. Non poteva mancare il dessert, abilmente realizzato dal giovane chef Gianluca D’Agostino, che ormai aveva preso posto tra di noi e con il quale ho avuto il piacere di scambiare opininoni sui suoi piatti e sull’equilibrio di sapori ed abbinamenti. Stavolta per il dessert la scelta è ricaduta sul Caprettone Lacryma Cristi sempre di Grotta del Sole. La serata è stata molto stimolante e ha dato libero sfogo ad idee nuove e divertenti che presto prenderanno forma, dimostrando una volta di più che come diceva Varrone ( fr. 111 Bucheler: “ il vino fu inventato per guarire la tristezza, il vino è un dolce vivaio d’allegria, è il cemento che rinsalda ogni convito.”