Di Maria Grazia Narciso

Capri, vista mare… Ti piace vincere facile?

Non proprio. La splendida location sulla baia di Marina Piccola a Capri è un punto di arrivo ma anche di ripartenza. Dopo l’esperienza della sede nei pressi della piazzetta, Gennaro Amitrano, chef trentenne originario di Massa Lubrense, discepolo di Gianfranco Vissani e Alain Ducasse, riparte con le idee chiare in una stagione decisamente non facile, nella quale i big spender stranieri mancano all’appello.

Ma con il supporto della compagna Marianna Vertecchi, imprenditrice nel settore della ricettività e una squadra di primo livello è pronto ad affrontare con creatività e determinazione il nuovo corso.

Dal 6 luglio infatti parte  “Forty forty”, un menù che promette di intercettare il target degli under 40, fino ad oggi latitante,  da “ingaggiare” con una offerta confezionata ad hoc:  un menù da 40 euro con un antipasto, un primo e un dessert, ogni giorno diversi a discrezione dello chef e da gustare pieds dans l’eau  sette giorni su sette, sia a pranzo sia a cena, sempre su prenotazione.

Se tanto mi da tanto cosa avrà in serbo per gli Over? Ce lo farà sapere presto Laura Gambacorta, giornalista enogastronomica, responsabile dell’ufficio stampa.

Facile da immaginare. La cucina di Gennaro Amitrano si fonda, oltre che su un talento naturale universalmente riconosciuto, su materie prime scrupolosamente selezionate attraverso il network personale dello chef tessuto durante le sue esperienze in Umbria e in Toscana.

Il Menu è sapientemente calibrato e ospita accanto ai cavalli di battaglia come la Parmigiana 2.0, i Cappellacci cacio, pepe e pere, gli Spaghetti aglio, olio, peperoncino, ricci e cacao e la Tartelletta caffè, limone e pepe nuovi piatti da acquolina in bocca vedi  il Gazpacho di cantalupo con prosciutto crudo croccante, il Gambero rosso, salsa di carbonara, guanciale croccante, pesche e asparagi, il Rombo al nero alla luciana e il Cannolo con ricotta di bufala e spinaci.

La carta dei vini è una scommessa che rinuncia alle etichette blasonate, già molto presenti sull’isola, per puntare su una selezione di produttori biodinamici attraverso la partnership con  “Il Garage del Vino”. Il nome del distributore umbro, che si ispira alla espressione “vin de garage” coniata negli anni ‘90 da Michel Bettane e successivamente adottata da Robert Parker per quelli che definirà “garage wines”, fa presagire la filosofia della carta.

E’ una scelta che premia le piccole realtà di vignaioli artigiani scelti in un ottica di wine-pairing con i piatti del  menù. Circa 60 le etichette in carta, prevalentemente italiane e francesi. Per cui comprenderete se non c’è posto per le Maison più à la page.

Come volevasi dimostrare, non di sola location…

Foto di Gabriella Imparato

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