Di Adele Munaretto

In questi tempi, per un sommelier, coltivare le proprie passioni è davvero complicato! Nonostante tutto qualche via di fuga dalla realtà è possibile, anche grazie alle alleanze create ad hoc tra ristoratori ed albergatori. Una di queste partnership, presente in Campania, è il riuscitissimo connubio tra il Grand Hotel Parker’s e il Ristorante Veritas che fino al 30 Aprile, sarà in hotel, come temporary restaurant, dal giovedi al sabato.

Una stella tira l’altra è il nome dell’iniziativa: se devi andare a Napoli, per motivi di lavoro o necessità, allora si può soggiornare per una notte al G.H. Parker’s  e usufruire del servizio di cena degustando la proposta dello chef  Una stella Michelin, Gianluca D’Agostino e della sua brigata.

E così, da sommelier in astinenza, aderiamo all’iniziativa. Tra le proposte  decidiamo per quella più completa (perché se devi farlo, fallo fino in fondo…): il Menù 100, contemporaneo e con prodotti di stagione.

Al tavolo, dopo mesi senza la possibilità di una cena “fuori”, iniziamo emozionatissimi con piccoli appetizer, una graditissima prova di ospitalità. La scelta del primo vino non può essere se non un calice di champagne Premier Cru Extra Brut Hugues Godmè, un piacere che ci accompagna fino ai due antipasti del menù:  il Calamaro orientale farcito come un involtino primavera, condito con colatura di alici e salsa di arachidi e  la Porchetta a modo nostro, arista di maiale con puntarelle e mosto di fichi. Le bollicine detergono con efficacia le papille gustative e la freschezza contrasta perfettamente sia la grassezza, sia la morbidezza del boccone. Breve pausa meditativa, e ci concediamo uno sguardo sognante al golfo che fa capolino dietro la vetrata del sesto piano; dopo questa riflessione decidiamo di cambiare vino e, in omaggio al nostro ospite, suggelliamo questo momento con un Falerno del Massico Vigna Caracci 2008 dell’azienda Villa Matilde Avallone che si accorda con grazia e delicatezza alle note gustative dei due primi: Capellini in brodo di polpo, cipollotto e uova di pesce e il tortello ripieno di faraona e caffè, funghi pioppini e yogurt. Il tintinnio dei piatti e bicchieri intorno a noi è pura sinfonia, quasi dimenticata, per le nostre orecchie quando decidiamo di scegliere un rosso per continuare il nostro percorso esperienziale. Per i secondi il nostro palato ringrazia la scelta della Schiava 2018 Pelz abbinata al Baccalà con involtino di Verza e a un piccione con due fave, con fave aromatizzate con fava tonka, finocchio e arancia. Il menù si conclude degnamente con una crostata meringata con pesto di basilico e limone e infine, un assaggio di piccola pasticceria.

Tanta bontà ha solo evidenziato come sia un privilegio per pochi essere riusciti a vivere in questa nuvola sospesa, in un periodo in cui intorno a noi infuria ancora la bufera.

Speriamo passi presto…

Foto di Cosimo Orlacchio