di Cristina Varchetta

 

A meno di un mese dalla proclamazione, la neo Presidente dell’Associazione Nazionale “Le donne del vino”, Daniela Mastroberardino, racconta quali saranno i futuri obiettivi dell’associazione tra iniziative, viaggi e formazione.

Un importante segnale della produttrice campana che fa emergere, tra i vari progetti, l’impegno per rendere l’imprenditoria vinicola femminile sempre più autorevole.

 Lo scorso 10 Gennaio è stata nominata Presidente Nazionale de “Le donne del vino”.

Nella foto di cambio guardia con Donatella Cinelli Colombini si evince, da parte della presidente uscente, la consegna di una campanella. Cosa simboleggia esattamente?

 Si tratta di un rito simbolico che vede come protagonista la classica campanella che la presidente uscente consegna nelle mani della neo eletta. Di fatto rappresenta l’oggetto del passaggio di testimone, oltre ad essere lo strumento utilizzato per dare il via libera alle riunioni del Consiglio Direttivo.

 

Quando inizierà effettivamente il Suo ruolo di Presidente e quali saranno le prime attività sulle quali si concentrerà?

 Il consiglio in carica si è insediato il 10 gennaio scorso e, come primo atto, ha proceduto alla mia elezione per il triennio 2023-2025.

A partire da quel momento è cominciata la Presidenza, che vedrà un anno ricco di iniziative, stiamo, infatti, per girare la boa dei 35 anni di vita dell’Associazione Nazionale Le Donne del Vino, un anniversario importante che firma un prima, un mondo del vino con poche pioneristiche figure femminile ed un oggi, molto colorato di rosa, in maniera trasversale in tutta la filiera.

La mia prima uscita sarà in occasione di un viaggio studio, organizzato dall’associazione a febbraio in Portogallo. Saremo circa 50 donne del vino ed andremo a visitare la foresta del sughero e ad alcune cantine più prestigiose di questo paese, il più ad ovest dell’Europa verso il nuovo mondo. Sarà, forse, un presagio di un vino italiano sempre più protagonista all’estero? Io ci conto!

 

Con il Suo nuovo impegno da Presidente come pensa di gestire anche il ruolo di Amministratore e Export Manager della Sua azienda Terredora Di Paolo?

La vita associativa deve viaggiare sempre a latere della propria esperienza professionale per essere arricchente e, dunque, la mia esistenza andrà avanti come sempre.

Viaggi di lavoro e settimane in ufficio continueranno, ma è vero che nella mia valigia, fra le mie cartelle ci sarà spazio anche per Le Donne del Vino.

Non nego che l’impegno richiede tempo ed energie, ma conto sulla mia capacità organizzativa e sull’abilità tipica delle donne di occuparsi di più compiti contemporaneamente.

 

Il mondo del vino ha bisogno sempre più di figure esperte nei diversi ambiti. Pensa, durante la Sua presidenza, di creare progetti di formazione che possano coinvolgere giovani?

Esiste già un importante progetto che eredito: D-Vino, finalizzato, attraverso la sperimentazione sul campo, ad introdurre la materia vino negli istituti turistici e nelle scuole alberghiere.

Viviamo in un paese che ha nell’enogastronomia una delle principali motivazioni di viaggio ed è inaccettabile che le persone, che lavorano nelle sale di ristoranti o alberghi oppure nel turismo in genere, non abbiamo delle nozioni appropriate del vino.

Siamo ora nella fase più complessa, dopo l’annuncio e una prima sperimentazione pilota in tre regioni, da quest’anno il progetto coinvolgerà alcuni istituiti in tutta Italia.

Il mio impegno sarà completare questa fase per poter avviare la necessaria interlocuzione con le autorità preposte.

Altri progetti? Posso solo dire che la formazione è un ambito da sempre importante per la nostra associazione e lo sarà sempre più, soprattutto in chiave di bere consapevole, oggi che le politiche antialcoliche sono sempre meno cosa sporadica. È importante, infatti, trasmettere il messaggio che va distinto fra consumo e abuso ed invitare i giovani a privilegiare l’approccio esperienziale.

 

Ha già avuto un’esperienza precedente come Presidente, nel 2012, con Movimento Turismo del Vino. Rispetto ad allora come affronterà questo nuovo incarico?

Ho dieci anni in più e questo mi aiuterà, in primis nel fare sintesi, a prescindere da quanto lontane, talvolta, possano essere le posizioni.

 

Tre aggettivi per descrivere come sarà la Sua presidenza:

Arricchente, perché mi darà l’opportunità di conoscere tante persone, tante realtà.

Impegnativa, tempo ed energie non dovranno mai mancare.

Gioiosa, perché intorno alle bottiglie di vino, nascono sempre rapporti importanti.

 

È la seconda campana a diventare Presidente Nazionale, è evidente che è forte la partecipazione delle socie campane all’interno dell’Associazione.

Come ha vissuto la delegazione campana la sua proclamazione che pare sia stata inaspettata.

Sono una socia campana della prima guardia.

All’epoca eravamo solo in 4 e ci vedevamo a pranzo per discutere di come crescere, perché la nostra era un po’ la Cenerentola fra le delegazioni regionali. In poco più di 25 anni siamo diventate fra le più numerose ed è merito di tutte le delegate che si sono succedute, ma anche di tutte le socie che si sono spese per far diventare di successo le nostre attività.

Si è generato un effetto virtuoso e siamo state premiate con due presidenze.

Sono stata inondata di messaggi di congratulazioni, tanto affetto sincero, e in Campania a breve, mi sa, brinderemo tutte assieme, festeggiando anche il rinnovo delle cariche nella delegazione campana.

 

Cosa potrebbe cambiare, durante il Suo mandato, nel settore enologico femminile?

Spero diventeremo sempre più una voce autorevole fra le associazioni che si occupano di vino e, dunque, finalmente ascoltata a tutti i tavoli che contano e non solo per questioni di genere.