Di Peppe Frulio
Dalle collaborazioni e da associazioni di idee, molto spesso, vengono fuori delle intuizioni che lasciano a bocca aperta e a occhi spalancati gran parte degli appassionati della bevanda della Dea Ninkasi.
Dall’incontro di idee di un gruppo di ambiziosissimi homebrewers gli “Accetta Hombrewing” e la consolidata bravura del birrificio Mister B, sull’asse Nord-Sud, nasce una birra non comune, anzi una vera e propria chicca: la BOH 10 Peated Mild.
Le Mild Ale, appartengono ad uno stile birrario che trova origini spazio-temporali nella Gran Bretagna del XV secolo, la loro storia è tutelata e protetta ancora oggi grazie al lavoro del CAMRA (Campaign for Real Ale) che è un’associazione indipendente di volontariato del Regno Unito che dal 1971, fonda la sua mission nella tutela della birra tradizionale e dei tradizionali pub britannici.
Questa Mild trova una sua peculiarità in un tratto distintivo del suo carattere che è donato da un accorgimento nella scelta dei suoi ingredienti.
Nella birra gli ingredienti principali e fondamentali sono: l’acqua, il malto, il luppolo e il lievito.
Il mix di questi quattro componenti, in base alle quantità e alla tipologia di questi ultimi, passando per la testa di un mastro birraio, danno vita ad un’infinità di stili diversi.
Infatti, una cosa molto curiosa della BOH 10 è che tutti gli ingredienti sono inglesi: il profilo dell’acqua, il luppolo, il lievito e soprattutto il, molto caratterizzante, malto torbato.
Gli ideatori amano definirla “facile come un dribbling per Maradona e leggermente torbata come la nebbia della pianura padana”, questa frase cela al suo interno gran parte delle caratteristiche di questa birra, infatti molto spesso definire una birra “facile” è riferito al fatto che un sorso tira l’altro senza impegnare troppo il bevitore, infatti il suo tasso alcolico è 3,7%.
La sua veste grafica rispetta quello dell’intera linea BOH, che è l’acronimo di Brew On Hit, un insieme di collaborazioni con i più famosi birrifici artigianali italiani, una lattina dalla grafica completamente nera che sullo sfondo comprende una serie di “PUNTI INTERROGATIVI” stilizzati.
La bevuta è consigliata nella pinta imperiale, bicchiere tipico dello stile british, facile da impilare e da impugnare quando si è in piedi adiacenti ad un vissuto bancone in legno di un pub londinese.
Una volta versata si crea una compatta schiuma color avorio, di una media persistenza e dalla grana mediamente fine, la cui persistenza non proprio breve nasconde sotto la coltre un ammiccante profilo torbato.
La birra è di un colore scuro, tra il mogano e il ramato, dall’aspetto velato.
La sensazione olfattiva è intensa e di complessità media, richiama profumi tostati, maltati e di frutta secca, ma a spiccare veramente su tutti è la torbatura del malto che regala finezza ed eleganza.
La sua bevuta, come anticipato nelle righe precedenti, è watery, accompagnata da una lieve frizzantezza e da un corpo esile, proprio come nel progetto brassicolo degli ideatori.
Al primo incontro con le papille gustative si presenta dolce e resta così fino a quando lascia la bocca: è facile infatti il collegamento al gusto tostato anche se l’amaro è quasi impercettibile.
In campo retro-olfattivo il flavor torbato si fa sentire per poco tempo dopo l’ultima deglutizione senza mostrarsi invadente in persistenza.
Volendo parlare di aderenza allo stile è difficile completare il discorso in quanto non è una birra in puro stile BJCP, ma è una rivisitazione delle classicissime Mild, ma nonostante tutto rimane una gran bella scoperta questa gradevolissima birra.
Nella foto a destra è stata abbinata a delle caldarroste, che per appartenenza rientrano tra i semi e diversamente dalla maggior parte della frutta è ricca di carboidrati complessi.
Il contatto con il fuoco e la relativa cottura trasformano una parte dell’amido in zuccheri semplici, e grazie alla reazione di Maillard, si riesce ad ottenere nello stesso assaggio della pietanza una tendenza dolce e una tendenza amarognola dato dall’abbrustolito, proprio come in questa birra, dove è presente un sorso dolce dall’inizio alla fine con leggere note tostate dallo sfumatissimo amaro.
Altri abbinamenti armonici sono sicuramente quelli alla frutta secca e, nello specifico, quella a guscio, come nocciole e noci.
Qualora vi dovesse capitare, lasciatevi stregare dalla magia di una pipa magari riempita con dell’ottimo tabacco inglese Dunhill in una delle sue molteplici miscele.
Tranquilli che qualora vi dovesse scappare un Elementare, Watson! Non siete stati catapultati a Scotland Yard né tantomeno siete diventati Sherlock Holmes, vi basterà terminare la lattina per ritornare alla realtà…