Di Valeria Iannazzone
Tra le colline tortonesi nasce il Birrificio Montegioco che prende il nome di battesimo dal comune omonimo della Val Grue, da un’idea di Riccardo Franzosi, homebrewer appassionato e autodidatta. La sua filosofia si realizza nel legame profondo con il territorio, evidente già dallo stemma, attraverso l’utilizzo dei suoi frutti e nel pieno rispetto della qualità lungo tutta la filiera produttiva con un approccio “contadino”, lento e operoso. La sua creatura più iconica è senza dubbio La Mummia, dal naming originale, frutto del suggerimento di Kuaska, alias Lorenzo Dabove. Dall’invecchiamento della blonde ale Runa nelle barrique prima utilizzate per la maturazione del Barbera Bigolla di Walter Massa viene alla luce una nuova birra che in compagnia del legno vive una seconda fermentazione, questa volta però spontanea. Emanuele Colonna l’ha definita la prima session sour italiana anche se nell’espressione del 2014 appare un po’ meno session con il suo consistente tenore alcolico di 7.0%. La schiuma è bianca, con una persistenza evanescente; il colore è paglierino, attraversato da insistiti riflessi dorati e conserva una perfetta limpidezza; al naso le nuance agrumate si agganciano alle sfumature speziate che ricordano il passaggio in botte. In bocca è molto fresca, a tratti perfino acidula e lievemente tratteggiata dalla sapidità. Una buona morbidezza accompagna una struttura che accontenta il palato senza strafare, intensa nell’impatto gustativo  e con una persistenza significativa. Una qualità eccellente per un giudizio complessivo molto soddisfacente. E’ una birra godibile da sola o in abbinamento alle preparazioni a base di pesce crudo, ostriche e anche formaggi non troppo stagionati. Ma chi ama sperimentare non può non apprezzare l’insolito matrimonio di quest’eccellenza piemontese con una delle più alte espressioni della creatività culinaria campana: l’insalata di baccalà.

Birrificio Montegioco